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Autore: ENZO PEDROCCO

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Archivio News

28/11/2006 - Un piano urbanistico per i rifiuti

Tratto da “Il Gazzettino” del 28/11/2006

Si intitola "Rifiuti a Venezia" il gruppo di lavoro moderato da Lorena Rocca e Livio Chiarullo, rispettivamente curatrice e ricercatore della Fondazione Eni Enrico Mattei - Progetto Pandora, dal quale sono emersi consigli e critiche in tema di gestione della nettezza urbana.
II gruppo di lavoro, che ha coinvolto gli abitanti di Venezia in un confronto sul tema dei rifiuti, ha cercato di far emergere alcuni temi che sono stati posti all'attenzione dai relatori e parte- cipanti alla tavola rotonda “Riciclo, riuso, riutilizzo”, al Centro zitelle 95 (Giudecca), in occasione dell'inaugurazione della mostra "RestArt". Adriana Fasano e Matteo Padolfo, dell'ufficio della Consulta dell'Ambiente del Comune, con cartelloni alla mano hanno letto le domande emerse durante le discussioni.
Adriana Fasano ha sottolineato che tra i commenti emersi si è posto l'accento sul fatto che «occorre mettere multe a chi infrange le regole, e che ,l’acqua alta, a Dorsoduro, rende la raccolta differenziata decisamente drammatica». Matteo Pandolfo ha segnalato che tutti i partecipanti sostengono lo slogan "chi sporca paghi” e soprattutto che ,bisogna far pagare in base alla quantità di rifìuto prodotto.
I veneziani in sintesi chiedono, «una maggiore sensibilizzazione sulla questione dei rifiuti, maggiori sanzioni da adottare, la creazione di un piano urbanistico sulla raccolta dei rifiuti in città».
Enzo Castelli (presidente della Municipalità) ha garantito che il Comune si farà carico «di stampare un decalogo del buon comportamento nei confronti dell'immondizia, che deve essere scritto da un gruppo di volontari, con un linguaggio semplice, e che coinvolgerà amministratori di condomini e scuole per affiggerli».
Claudio Spavento del Nono Risorto ha puntato il dito contro «una città dove mancano i bidoni della spazzatura e anche i servizi igienici, dove passano 16 milioni di turisti e dove ci lasciano 16 milioni di... tracce organiche».
Alla tavola rotonda sono intervenuti anche Pierantonio Belcaro (assessore comunale all'Ambiente), Rosa Maura (Vesta), Livio Billo (Università di Padova) e Mara Sartore, (curatrice della mostra RestArt). La Fondazione Eni Enrico Mattei, con il Progetto Pandora, ha attivato da due anni una serie di iniziative per promuovere la partecipazione cittadina su alcuni temi legati al territorio veneziano e si farà carico di coordinare il gruppo di lavoro sulla realizzazione del decalogo.
Federica Repetto

 

23/11/2006 - Venezia i lavori del Mose continuano: arriva l’ultimo si. Cacciari protesta.

Tratto da “La Repubblica” del 23/11/2006

Avanti tutta. Sul Mose - il sistema di dighe mobili progettato per difendere Venezia dall'acqua alta - passa la linea del governo Prodi, la stessa dell'esecutivo Berlusconi e del primo Prodi. Roma decide, e la Serenissima non pub che adeguarsi, anche se di malavoglia. La costruzione dell'opera - costo totale 4 miliardi di euro, lavori ultimati nel 2012 - prosegue senza modifiche ne aggiustamenti.
Lo ha ribadito ieri sera il Comitatone per Venezia, riunitosi a Palazzo Chigi e conclusosi con un voto favorevole al Mose tra le proteste del sindaco Cacciari.
Protestano gli ambientalisti: «Una decisione sconcertante», dicono Wwf Italia, Italia Nostra, Vas e Lipu che valuteranno l’impugnazione della decisione.
Fino all'ultimo Cacciari ha provato a vincere la sua battaglia, sostenuto dai ministri dell'Ambiente Pecoraro Scanio e della Ricerca Scientifica Fabio Mussi.
Ma nessuno dei due, ieri, ha potuto esprimere il proprio dissenso, perché il Consiglio dei Ministri aveva gia deciso di dare parere favorevole alla grande opera e contrario alla sperimentazione di ipotesi alternative. E cosi a sostenere le ragioni del Comune, di un gruppo di parlamentari del centrosinistra e dei comitati No Mose (reduci dall'occupazione degli uffici del Consorzio Venezia Nuova, che è costata a 54 di loro una denuncia) é rimasto solo il sindaco: suo, alla fine, l’unico voto contrario all'ordine del giorno presentato da Prodi, che ha incassato il si del governatore del Veneto Giancarlo Galan. Favorevole anche il sindaco di Jesolo Francesco Calzavara (leghista), mentre le altre due città che si affacciano sulla laguna, Chioggia e Mira, guidate da sindaci diessini, hanno preferito astenersi.
E rimasto invece chiuso in valigia il documento portato a Roma da Cacciari, con il quale si chiedeva di "sfilare" il Mose dalla Legge Obiettivo e procedere alla valutazione di impatto ambientale dell'opera. In cambio, il Comitatone ha concesso che venga istituito un ente per il controllo dei cantieri e delle procedure di costruzione.
Ha vinto dunque la linea di Di Pietro: era stato il ministro alle Infrastrutture, la scorsa settimana, a chiedere che il Consiglio dei Ministri esprimesse un parere unanime per neutralizzare il "no" che i suoi colleghi di governo avrebbero potuto far pesare nella riunione di oggi.

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20/11/2006 - Bed & Breakfast c'è chi lavora onestamente

Tratto da “Il Gazzettino” del 20/11/2006

«Non si può fare di tutta l’erba un fascio, nel mucchio c'è anche chi lavora in modo onesto e non ha paura dei controlli delle Fiamme Gialle». Questa la difesa di Stefano Calandra, presidente dell'associazione nazionale dei Bed & Breakfast che ha sede a Venezia.
Parole pronunciate in risposta ai controlli che sono stati effettuati dalle Fiamme Gialle nelle strutture extra alberghiere di Venezia . «Stiamo organizzando - prosegue - un'assemblea per i soci per aiutarli a lavorare nella massima legalità. Offriamo loro consigli tecnici di aggiornamento per evitare di cadere in errori amministrativi e per essere sempre aggiornati sulle normarive vigenti».
Per chi ha tutto in regola non c'è nulla da temere. E per chi si ostina a vedere, nel continuo proliferare dei B&B, un pericolo per la città di Venezia il presidente risponde con i numeri.
«E' vero, c'è stato un aumento significativo di nuove attività in questi ultimi anni - afferma - ma il dato non è significativo se paragonato al proliferare dei posti letto negli alberghi». E per essere preciso snocciola da- ti dell'Azienda di Promozione Turistica della provincia di Venezia. Nel 2005 gli alberghi hanno avuto una capacità ricettiva data da 13.512 posti letto, contro i 348 posti letti disponibili nei B&B della città di Venezia. Ovvero i B&B coprono solo il 2,5% della capacità ricettiva totale.
«Una cifra tanto . esigua da non essere nemmeno significativa», ribatte Calandra a quanti sostengono che i B&B rubino clienti al settore alberghiero. E all'eterna lotta che l’associazione albergatori muove alla categoria dell'extraricettivo non vuole ribattere.
«Non è nel nostro stile rispondere con parole pesanti, abbiamo un modo di lavorare completamente diverso, rispondiamo con i fatti e non con le insinuazioni». Risponde così Stefano Calandra - con stile e pacatezza - a quanti, forse con invidia, vorrebbero fermare un fenomeno in continua crescita.
Il numero dei B&B infatti, dal 2000 ad oggi, è aumentato del 76%. E per riportare il discorso sul tema iniziale chiediamo cosa ne pensi di chi è stato pizzicato dalla Guardia di Finanza néi giorni scorsi. «Sbaglia chi crede che quèsto sia un lavoro facile - conclude il presidente - lavorare nell'illegalità non ha nessun senso».
L'esperienza insegna, infatti, che bisogna conoscere il settore del turismo per avere un'attività perfettamente in regola e che assicuri un profitto. Chi decide di fare il furbo paga poi le conseguenze.
G.T.

 

15/11/2006 - Tassa di soggiorno,la rivolta di Venezia

Tratto da “Il Corriere Del Veneto” del 15/11/2006

La tassa di soggiorno cola a picco; e Venezia carica a testa bassa il governo. Il sindaco Cacciari lo sa quasi in tempo reale. Prima attacca: «Vorrà dire che ci spiegheranno come fare il bilancio, attendiamo lumi». Poi preferisce filosofeggiare: «Cosa vi stupite, l’uomo é creativo -, dice riferendosi al dietrofront del governo sulla tassa di soggiorno -. Mi piacciono le sfide, per questo sono di centro-sinistra».
Il vicesindaco Michele Vianello invece fa fatica a mascherare l’arrabbiatura e punta dritto all'esecutivo: «Questa è l’ulteriore dimostrazione del metodo punitivo adottato nei confronti dei comuni sui quali vengono scaricate tutte le tensioni», dice prima di fare nomi e cognomi dei “veri responsabili”. «Siamo in grande difficoltà - aggiunge - per colpa di un ministro e di un viceministro non all'altezza». Il riferimento e chiaro: sul tavolo degli imputati ci sono il ministro dell'Economia e il suo vice, Tommaso Padoa Schioppa e Vincenzo Visco.
E dire che doveva essere un governo “amico”, invece Venezia si ritrova a “lottare” anche con l’esecutivo Prodi, come con Berlusconi. Prima le “briciole” per la legge speciale, adesso la soppressione della tassa di soggiorno da cui Ca' Farsetti contava di recuperare 16 milioni per la manutenzione e la pulizia della città.
Quella di ieri e stata una giornata febbrile sia a Ca' Farsetti che in parlamento, con i deputati veneziani impegnati a “convincere” il governo a prevedere almeno “un'ancora di salvezza” per le città d'arte. Da tempo Venezia, Roma e Firenze insistono sull'introduzione della tassa di soggiorno per far fronte alla pressione turistica: ei avevano provato anche un paio di anni fa con un emendento alla Finanziaria di Berlusconi, rimanendo però con il cerino in mano. cosi com'é successo ieri.
«Vittoria degli albergatori? Macché, occasione persa dal governo e la sconfttta del buon senso. Già comincio a lavorare sul fronte entrate», dice Vianello. Perchè anche ieri sindaco e vicesindaco hanno detto no a nuove tasse per i residenti: «Escludiamo l’aumento dell'Ici e l’introduzione dell'addizionale Irpef sarà solo la scelta estrema», hanno detto all'unisono Cacciari e Vianello.
Venezia continua a guardare ai turisti. Del resto i numeri parlano chiaro: ogni pendolare costa a Vesta- la societa che si occupa della gestione dei rifiuti in laguna - un euro al giorno tra smaltimento e pulizia della città; delle 63mila tonnellate di rifiuti prodotti in centro storico, il 20 per cento deriva dai turisti. La spiegazione del perché Ca' Farsetti continui a battere i pugni sul tavolo del governo sta tutta in questi dati. E poco importa se alla fine l’eliminazione del provvedimento sembra possa essere “coperto” da un fondo per le città d'arte.
«La mia richiesta l’ho gia fatta al governo», dice il vicesindaco. Non sarà inferiore ai 16-18 milioni di euro che la città lagunare contava di incamerare dal ticket turisti. «Non arriveranno meno di 20 milioni, me l’hanno promesso, altrimenti mi incateno», dice da Roma l’assessore alla Pianificazione strategica e deputato dell'Ulivo, Laura Fincato, che ha votato la soppressione della tassa di soggiorno. «E’ un segnale di confusione abrogare una proposta del governo e cancellare il lavoro di mediazione delle commissioni; ma abbiamo avuto altro in cambio», ha detto l’assessore venezino facendo fatica a contenere il proprio imbarazzo. Dice Luana Zanella, l’altro assessore lagunare a Montecitorio astenutasi nel voto di abolizione del provvedimento: «La tassa di soggiorno - dice - poteva essere per Venezia una concreta possibilità per una manovra che consentisse al comune di far fronte all'aumento di costi ordinari e straordinari, prodotti da un turismo sempre più impattante». La speranza rimane in quel fondo per le città d'arte su cui ha puntato il ministro dei Rapporti con il parlamento, Vannino Chiti: 90 milioni da euro. «Ma che non sia l’assalto alla diligenza adesso, il fondo deve essere limitato a Roma, Firenze e Venezia». avverte Vianello. Andrea Martella dei Ds e Laura Fincato rassicurano: «Le parole dette in aula dal governo ci fanno ben sperare».
L'unico a gioire é Cesare Campa, di Forza Italia, che non nasconde la sua soddisfazione: «Finalmente una nota positiva del lavoro della minoranza in Parlamento con la Soppressione della medievale tassa di soggiorno che avrebbe danneggiato il settore turistico alberghiero e tutta l’economia».
Francesco Bottazzo
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07/11/2006 - Tassa rifiuti, stangata sui veneziani

Tratto da "Leggo" del 7 novembre 2006 - pag 19
di Vettor Maria Corsetti

VENEZIA - Veneziani occhio ai rifiuti e al portafoglio, a gennaio ci sarà una nuova impennata della tassa d’igiene ambientale, e la bolletta aumenterà del 4,5%. «Effetti dei rifiuti prodotti dai turisti», spiega l’amministratore delegato di Vesta Andrea Razzini, e nello scorso quadriennio il deficit dell’azienda è arrivato a 30 milioni di euro. Al risanamento provvederà il Comune, con l’aumento del capitale sociale da 36 milioni 500mila a 56 milioni 500mila euro. Poi, la Tia tornerà ad aumentare al 4% nel 2008 e al 3,5% nel 2009.
«I nostri conti sono a posto, e nel primo semestre 2006 l’azienda ha raggiunto il pareggio operativo - precisa Razzini -. Nonostante le economie prodotte dalla raccolta differenziata a Mestre e a S. Marco e Dorsoduro, che presto estenderemo ad altri sestieri, per i turisti ci troviamo a lavorare un centinaio di giorni in più all’anno. Nel 2005 avevamo preventivato 14 milioni di presenze, invece i visitatori in città sono stati almeno 18 milioni».
Ma ad incidere negativamente sui conti di Vesta non sono solo i turisti. Anche molti veneziani fanno la loro parte, evadendo o pagando in ritardo le spese di asporto rifiuti.
«Censiremo gli immobili e per gli evasori è prevista l’emissione di bollette che andranno a conguaglio delle somme che non hanno versato, con un recupero stimato tra il 2006 e il 2008 di 4 milioni di euro», precisa Razzini.
«Il vero problema rimane la massa di rifiuti prodotta dai turisti - commenta il vicesindaco Michele Vianello -. Ed è impensabile che a coprire tutte le spese possano essere solo i residenti». (ass)
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