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20/09/2006 - Schiaffo di Cacciari: "Niente Mose in Arsenale"

Tratto da "Il Gazzettino" del 20/09/2006

Si dice fax, si legge schiaffo. Come altro chiamare, infatti, la nota con la quale 1'altra sera il sindaco, Massimo Cacciari, ha bocciato di brutto il progetto del Consorzio Venezia Nuova per insediare nell'Arsenale Nord il centro di realizzazione, manutenzione e gestione del Mose? Un fax riservato, inviato alla presidente del Magistrato alle Acque, Maria Giovanna Piva, alla vigilia di una riunione dalla stessa convocata a Palazzo X Savi per discutere del progetto. «Riunione inutile - ha commentato Cacciari - perché quel progetto è incompatibile con le destinazioni del Piano particolareggiato dell'Arsenale Nord».
Per il Comune, la questione è molto semplice. Il Piano particolareggiato, infatti, destìna tutta 1'area dei Bacini di carenaggio ad "attività cantieristica", cioè alla manutenzione o alla costruzione navale, e i portelloni del Mose, che il Consorzio vorrebbe costruire e mantenere in Arsenale, non sono proprio delle imbarcazioni. Vero che i lavori sarebbero praticamente gli stessi (saldare, sabbiare, pitturare, etc), ma la lettera del Piano dice "cantieristica", e dunque per il Comune i 78 portelloni del Mose il Consorzio se li va a fare da un'altra parte.
«Oppure si modifica il Piano particolareggiato, con un altro accordo di programma», ha spiegato ieri il capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Calligaro, ma ciò in via del tutto teorica. È evidente, infatti, che l'amministrazione Cacciari, impegnata in un duro braccio di ferro col Governo per fermare il Mose e avviare quantomeno la sperimentazione di alcuni dei progetti alternativi inviati da poco al Comitatone, non ha una ragione al mondo per avviare una variante alle destinazioni urbanistiche dell'Arsenale Nord.
Come si ricorderà, il 28 settembre dell'anno scorso il Governo Berlusconi aveva concesso per 19 anni la quasi totalità dell'Arsenale Nord (214 mila metri quadrati) al Consorzio. Si era alla vigilia del Comitatone, e Cacciari, affermando di essere stato informato solo a cose fatte, l'aveva presa a male ma aveva reagito in modo quasi rassegnato. «Le destinazioni sono compatibili con il Mose>>, aveva commentato, ma ora l'istruttoria fatta dagli uffici dell'assessorato all'Urbanistica gli ha consentito di cambiare idea.
Alla riunione di ieri, dunque, il Comune non ha neppure partecipato (e anche la Soprintendenza ai Beni ambientali e architettonici è stata presente solo in forma di uditrice, riservandosi di inviare a giorni il proprio parere ufficiale), bocciando il progetto che, per conto del Consorzio, è stato redatto dallo studio di architettura Lombardi Associati, da Palomar, Technital, Thetis. Secondo gli elaborati, si prevede il recupero degli edifici attuali (530 mila metri cubi), alcune demolizioni (in parte consentite, tranne un caso), la realizzazione di quattro grandi nuovi edifici destinati alla costrnzione, alla sabbiatura e alla verniciatura delle paratoie, che sono larghe 20 metri per altezze variabili tra i 19 e i 30.

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20/09/2006 - Plateatici abusivi, multe e sequestri tra Rialto e San Marco

Tratto da "Il Corriere del Veneto" del 20/09/2006

«La Colomba» aveva installato un bel tendone bianco a copertura del plateatico esterno, la stessa cosa fatta dal ristorante vicino «Ai Coristi». E come loro altri 45 locali che per abbellire la «piazza» esterna avevano usato strutture non autorizzate. Tra questi i più indisciplinati sono stati i ristoranti di Riva del Vin a Rialto. Per le norme che regolano il plateatico erano tutti «fuorilegge»: i vigili li hanno multati, alcuni rischiano la sospensione del permesso di mettere sedie e tavolini all'esterno.
Su 92 esercizi controllati ne sono stati multati con sequestro delle strutture, 47.
A dare il giro di vita al plateatico selvaggio sono stati i vigili urbani del comando di San Marco, coordinati dal comandante Francesco Vergine, che hanno battuto decine di locali del centro storico veneziano armati di metro e di verbali. La situazione che hanno trovato è quella sotto gli occhi di tutti, in tutti i sestieri, ma soprattutto nella zona di San Marco e Rialto. Nonostante il giro di vite arrivi a stagione ormai finita e con il freddo alle porte, la raffica di multe, sequestri e autorizzazioni revocate, crea scompiglio tra i ristoratori.
I 47 titolari di esercizi pubblici sono stati denunciati per occupazione abusiva. Qualcuno aveva addirittura ancorate a terra strutture di acciaio. Alcuni come i titolari del ristorante «Ai coristi» della Fenice hanno provveduto all'istante a togliere la copertura del loro plateatico alleggerendo la loro posizione senza incorrere nel sequestro. Altri, in riva del Vin a Rialto e nella zona della Frezzeria a San Marco, ma anche dietro l'area marciana, dove pure le regole comunali non sono state rispettate, non lo hanno fatto e sono incorsi nel sequestro.
Le violazioni accertate questa volta porteranno anche ad un blocco delle concessioni: chi è stato denunciato è stato inoltre segnalato alla Direzione Sportello Unico Commercio che applicherà la sanzione della decadenza immediata della concessione, una revoca che può durare alcuni mesi ma può anche essere definitiva.
«I commercianti devono capire che le regole devono essere rispettate. Abbiamo segnalato alla procura i casi contestati, chi non toglierà la struttura autonomamente lo dovrà fare, tra un paio di settimane al massimo, con un decreto di sequestro», ha spiegato il comandante Vergine, avvisando i commercianti che di servizi come questo ce ne saranno ancora molti.
I controlli sono stati fatti anche insieme agli ispettori dell'Asl 12. E anche per quanto riguarda le verifiche sanitarie non sono mancate le multe: una decina soltanto nella zona di Cannaregio. E' stata chiusa invece una pizzeria al taglio di campo San Zulian, le condizioni igienico sanitarie riscontrate dai vigili erano pessime.
Giorgia Gallina

News correlata a: [ Dibattito sui plateatici ] [ Turismo ] [ Qualità della Vita ] [ NL 04.2005 - Il Turismo ]

 

18/09/2006 - Nuovo look per Siora Bettina. Il 7 ottobre festa con Cardin

Tratto da “La Nuova Venezia” del 18/06/2006

Gli operai stanno lavorando senza sosta da mattina a sera ed entro qualche settimana il sottoportico di Siora Bettina passerà da angolo del degrado a simbolo di come si possa fare presto e bene. Il presto e bene l’ha voluto Pierre Cardin che ha “adottato” questo pezzetto di città dietro Campo San Cassiamo e, tirando fuori di tasca propria 100 mila euro, l’ha fatto restaurare da cima a fondo e lo restituirà ai veneziani con una grande festa il prossimo 7 ottobre.
Festa in calle e naturalmente alla pizzeria al Nono Risorto, il cui titolare, Claudio Spavento, ha portato avanti per anni una personale battaglia contro lo stato di abbandono totale in cui era finito il sottoportico dal nome goldoniano.
Pierre Cardin, cha abita a pochi passi a Palazzo Bragadin, si era interessato della vicenda e la primavera scorsa aveva promesso che ci avrebbe pensato lui insieme al nipote e designer Rodrigo Basilicati. Ottenuti i permessi dal Comune e dalla Sovrintendenza, il placet dei vicini e tutte la carte necessarie, sono iniziati i restauri. Prima il muro sinistro e una porzione del soffitto, poi la parte di destra. Le parti restaurate sono state man mano coperte da un telo ignifugo per non rovinare la sorpresa.
I lavori affidati alla ditta Bolzanello, riguarderanno gli intonaci, il soffitto attualmente pericolante e l’illuminazione della quale si occuperà in prima persona Rodrigo Basilicati. Per Claudio Spavento è una soddisfazione che vale doppio. Era stato proprio il giovane gestore del Nono Risorto a montare su un caso sulle sorti del sottoportico ridotto ad un antro buio e coperto di rifiuti, frequentato da topi, assediato dalle immondizie.
Il sottoportico di Siora Bettina sarà dunque ripulito, intonacato di fresco e dotato di un’illuminazione un po’ meno cimiteriale. Come spiega Rodrigo, Cardin avrebbe pensato a un’illuminazione un po’ più moderna e al ripristino delle bacheche per le affissioni. Dal prossimo 7 ottobre solo manifesti di giubilo e, probabilmente, una mostra sul prima e sul dopo. L’inverno scorso lo stesso titolare della pizzeria aveva tappezzato i muri con fotografie, poesie, racconti, pensieri di centinaia di cittadini sull’emergenza rifiuti nella zona.
Ma il suo senso civico non era piaciuto a tutti e per ben due volte i vandali avevano bruciato i pannelli. Claudio Spavento aveva poi organizzato il “concorso che Puzza” , ovvero una processione fino in Pescheria durante la quale era stato tirato fuori il contenuto dei sacchi di immondizie ed esposto come un’opera d’arte. Ora per Siora Bettina inizia un nuova vita. (m.pi.)

News correlata a: [ Rifiuti ] [ Concorso che Puzza ] [ Dibattito sui rifiuti ]

 

16/09/2006 - Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 16-22/09/06

Alla Settimana europea della mobilità sostenibile (European Mobility Week 2006), che si terrà dal 16 al 22 settembre, aderisce il Comune di Venezia - con gli Assessorati all'Ambiente, alle Attività produttive, alla Mobilità, allo Sport, alla Polizia Municipale - in collaborazione con le Municipalità di Venezia-Murano-Burano e di Mestre-Carpenedo.
Il programma, disponibile presso l'ufficio Educazione ambientale dell'Assessorato all'Ambiente, si apre con un incontro pubblico sul tema della mobilità sostenibile nella laguna veneziana, durante il quale saranno presentati nuovi strumenti di lettura. Faranno seguito attività e animazioni relative agli ambiti del centro di Mestre, Venezia, Forte Marghera, Parco di San Giuliano. A conclusione della settimana, si terrà un ulteriore momento di riflessione con un convegno a Palazzo Ducale sulle strategie europee volte a riportare i temi del traffico su un piano di "possibilità" e non più di "problematiche".
Oltre a questo, le manifestazioni hanno lo scopo di presentare la Città e tutti i suoi ambiti in un quadro d'insieme, per rendere l'Amministrazione e i cittadini partecipi dei problemi della mobilità, e far comprendere come il traffico sia composto da persone e abitudini, non solo da automobili.

Scarica il Programma
Oppure:
http://www.comune.venezia.it/news_home/allegati/1157626145dep4anteAMBIE_$B!D_(BTE-europeaDEF%20(1).pdf

News correlata a: [ Sviluppo Sostenibile ] [ Trasporti ]

 

13/09/2006 - "Palazzoni" di 3 piani nel Parco di San Giuliano

Tratto da “Il Gazzettino” del 13/09/06

Fra le ditte che sono entrate a far parte del Consorzio fra le imprese di San Giuliano figura anche il Cantiere motonautico Giudecca. Curioso che un cantiere si trasferisca dalla Giudecca a San Giuliano, che rilevi i capannoni di una azienda che se ne sta andando e che, insomma, investa in un posto a rischio come San Giuliano, acquisendo un capannone che forse è ancora abusivo perchè non ha usufruito nemmeno dell'ultimo condono.
Se un'azienda fa questo, vuol dire che sapeva che non erano soldi buttati via. E queste garanzie sembra che le avesse da febbraio scorso mentre 1'approvazione dell'ordinanza del Commissario al moto ondoso, che permette alle ditte di Punta San Giuliano di restare dove sono, è di sei mesi dopo. Chi, in Comune, ha dato queste garanzie al Cantiere motonautico della Giudecca, cioè che non era un azzardo trasferirsi a San Giuliano? Come facevano tutte le ditte del Consorzio ad avere già in tasca a febbraio la certezza matematica che il Commissario per il moto ondoso e cioè il sindaco avrebbe firmato quel progetto?
Qualcuno ha messo di mezzo Cacciari?
«Ma sì, è la solita storia. Al sindaco non la raccontano tutta - sbotta Massimo Venturini, presidente della Municipalità di Mestre centro - Non dico che gli nascondono le carte, ma è certo che Cacciari non è in possesso di tutte le informazioni. Questa storia del trasferimento di un cantiere nautico dalla Giudecca, ad esempio, non la sapeva. E mi devono spiegare perchè un problema di Venezia viene scaricato su Mestre. Devono costruire case al posto del Cantiere nautico Giudecca e quindi gli hanno dato lo sfratto, è stata la giustificazione. Benissimo, ma che c'entriamo noi? A Cà Farsetti la smettono o no di scaricare le rogne in terraferma? Si lamentano sempre che perdono posti di lavoro e attività e poi non muovono un dito per tenerle in centro storico», ironizza Venturini.
Ma Venturini non ce l'ha solo con questo trasferimento misterioso e del quale nessuno ha mai saputo nulla - e gli operatori di Punta San Giuliano si sono guardati bene dall'vvertire che c'era anche un nuovo arrivato,fresco fresco, nelle fila del Consorzio. Venturini si chiede anche come mai in Giunta ci sia chi spinge per chiudere in tutta fretta questa vicenda. «Io voglio vedere tutte le carte - avverte il presidente della Municipalità - Non esiste che si chiude dicendo che non ci sono alternative alla permanenza delle ditte in Punta San Giuliano. Voglio vedere tutte le carte e finora non le abbiamo viste. E voglio che siano sul serio escluse tutte le alternative, ma non di corsa. Voglio vedere se è vero che l'area Gorinati non va bene. Ma dico anche che non c'è solo l'area Gorinati. Al Vega 2, ad esempio, ci starebbero benissimo. E voglio che mi dimostrino, carte alla mano, che non è vero. Io le carte che ho, le mostro, senza nascondere nulla. Ecco che cosa ha approvato il Consiglio comunale a proposito dell'area ex Agip: "Si affaccia su un'importante via d'acqua (Canale Brentella), la cui riva si presta ad essere attrezzata per approdi di linee di navigazione". E allora io dico che se il Vega vuole farci degli approdi, tanto più possiamo usare quella banchina per l'operazione di spostamento delle ditte da Punta San Giuliano. Se è vero, com'è vero che su quella banchina ha messo gli occhi anche il Porto per farci una darsena, allora non ci sono problemi, vuol dire che si può fare. Tra 1'altro è zona intera- mente bonificata e Vega prevede di costruire solo ai lati, tenendo libero il fronte acqueo sul Canale, dunque non serve nemmeno cambiare ìl progetto. Lì non daranno fasti- dio a nessuno e non ci stanno 18 ditte, ce ne stanno 50. Ammesso poi che debbano stare tutte lì, comprese quelle che vengono dalla Giudecca. A mio avviso avrebbe più senso spostare chi fa barche nella zona ex Complessi, quella che dovrebbe rilevare la Fincantieri, mentre al Vega potrebbero re- stare solo i trasportatori, che sono 9 in tutto. Se noi mettiamo i cantieri nautici in quella che Cacciari chiama la cittadella della cantieristica, ci basta poco per dare spazio a tutti gli altri qui al Vega 2. Che mi dicano, carte alla mano, perchè questo progetto non può andare avanti. Perchè una darsena sì e i tra- sporti via acqua no»
Venturini sostiene che in ogni caso non si può decidere in quattro e quattr'otto una cosa così importante. «Non esiste che non si aspetti l'architetto Di Mambro, che deve arrivare qui a fine mese. Il suo parere è importante, ma più ancora il parere dell'intera città, schierata contro questo progetto. E pensare che non sa ancora tutto. Ad esempio, nessuno ha mai detto che questi edifici che si vuole costruire sulla riva sono un muro alto 11 metri e 22 centimetri? Stiamo parlando di case alte tre piani, non di capannoni, che occluderanno completamente la vista del Canal Salso».
Maurizio Dianese

News correlata a: [ Dibattito sul Parco di San Giuliano ] [ Venezia e la sua laguna ]

 

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