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Archivio News

25/01/2005 - Varato un odg in favore del Vetro artistico di Murano

Tratto da "Il Gazzettino" del 25 gennaio 2005 - pag IV

Tutti d'accordo in consiglio comunale sul fatto che il vetro di Murano sia da salvaguardare e che la giunta debba dare avvio ad una serie di iniziative "necessarie alla tutela e al rilancio del Distretto del vetro artistico di Murano, compresa la sottoscrizione di un nuovo patto per Murano condiviso da tutti i soggetti coinvolti (Parlamento, Governo, Enti locali, associazioni di categoria, organizzazioni sindacali) e che contenga proposte concrete di infrastrutturazione materiale ed immateriale dell'isola e infrastrutturazione materiale e immateriale dell'isola e soluzioni adeguate ai molteplici problemi che attanagliano, ormai da tempo, l'industria del vetro a Murano". L'ordine del giorno portato dall'assessore Luciano De Gaspari è stato sottoscritto da tutti i gruppi politici e portato a tarda notte all'approvazione del consiglio comunale. E così in dirittura d'arrivo si è voluto regalare ai vetrai dell'isola le linee guida per un rilancio dell'attività mediante il rafforzamento del marchio del vetro artistico di Murano e l'inserimento del vetro muranese tra le produzioni tutelate dalla legge sul made in Italy. Viene anche predisposto il rilancio della Scuola Abate Zanetti come centro di cultura del vetro artistico e incentivate la sperimentazione della tecnologia di ossicombustione e la sua fattibilità, nonchè lo studio di una rete fognaria industriale, di una stazione sperimentale del vetro e un percorso che porti il Distretto di Murano ad una certificazione ambientale d'area. «È la seconda volta nella storia che il consiglio comunale affronta i problemi di Murano, anche se in zona Cesarini - è stato il commento a caldo del segretario di Confartigianato Venezia, Gianni De Checchi - Resterà come segnale politico per la prossima amministrazione, sono state indicate una serie di strade tecniche che cercheremo di portare avanti».
Il Consiglio comunale ha anche approvato la variante al piano regolatore per l'area di Villabona a Marghera, grazie al ritiro, da parte dell'opposizione, della maggior parte degli emendamenti. La variante è passata con una piccola modifica del Pep. Approvate anche la delibera che prevede a Pellestrina l'ampliamento del parcheggio e la costruzione di due negozi nell'area del vecchio municipio, e il piano di recupero di iniziativa privata "Area Preo" a Porto Marghera, in via Fratelli Bandiera di un nuovo centro commerciale di 5802 mq. complessivi.
Non è nata invece Venice Card spa. Il consiglio comunale, con molte pause di riflessione per discutere gli emendamenti, alla fine ha bocciato la nuova società (10 favorevoli, 13 contrari e l'astensione di tutto il polo rossoverde) che dovrebbe nascere dalla fusione di Vela e Venice Card - Le carte di Venezia, di cui il Comune dovrebbe possedere il 16,5 per cento del capitale sociale e Actv il 77,6 per cento. In questo modo il comune manterrebbe il controllo, indiretto, del capitale sociale del soggetto giuridico trasformato, in virtù della sua partecipazione pari al 64,75 per cento in Actv. La nuova società dovrebbe effettuare una gestione integrata delle Ztl Bus (Vesta), della Gat (approdi turistici - Asm); delle attività di vendita dei biglietti trasporto (Vela), della nuova Carta musei (Comune), delle carte via Internet (Alata), della prenotazione parcheggi e vendita biglietti di parcheggio (Asm); potenziamento della gestione e vendita dei biglietti Biennale, Fenice, cinema, eventi culturali ed eventi sportivi (Vela) anche attraverso Internet (Alata), nonchè della vendita di ogni altra carta (carta diamante, carta residenti, etc.).
Minacce infine sull'approvazione del bilancio. Il presidente dell'8. commissione Luciano Pomoni ha avvisato i consiglieri comunali che se non si risolverà entro oggi la vertenza dei segretari delle commissioni, non convocherà più la commissione (in programma domani) per la discussione del bilancio 2005.


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23/01/2005 - Davide contro Golia. Ovvero Arca contro il Mose.

Tratto da "Il gazzettino" del 23 gennaio 2005 - pag. V

Davide contro Golia. Ovvero Arca contro il Mose. Potrebbe riassumersi così il senso della presentazione alla città, ieri nella sala del Piovego di Palazzo Ducale, del progetto di chiusure mobili alle bocche di porto alternativo al Mose, ideato da Antonio Ieno e tradotto in forma progettuale da uno staff coordinato dal prof. Maurizio De Santis, docente di Opere marittime all'Università di Padova. Del tutto assenti le istituzioni, anche se Gianfranco Bettin e Flavio Dal Corso (Verdi) hanno poi chiesto di fermare il Mose e di sperimentare Arca.
Arca 2005 (Apparecchiature rimovibili contro l'acqua alta) è l'evoluzione del progetto già presentato quattro anni fa, raffinato e perfezionato. L'idea di fondo è sempre la stessa: l'utilizzo per chiudere le bocche di porto di cassoni autoaffondanti, che nell'ipotesi originaria erano in calcestruzzo, ma che nelle successive stesure del progetto sono diventati delle vere navi in acciaio al carbonio, trainabili. D'estate se ne stanno da qualche parte alla fonda, in manutenzione, ma d'inverno vengono collocate al loro posto, per fermare l'acqua alta.
Non richiedono strutture fisse, milioni di metri cubi di cemento, migliaia di pali di fondazione, ma solo delle spalle di ancoraggio fatte però anch'esse di scafi autoaffondanti, e la stesura di un materasso antierosione dello spessore di circa 30 centimetri sul fondale delle bocche di porto, che può essere sagomato alla profondità che si crede. «Noi abbiamo scelto i limiti attualmente necessari alla navigazione», ha spiegato De Santis, ovvero 9.50 metri al Lido, 12 a Malamocco, 8.50 a Chioggia.
Le navi, alte dai 6 ai 15 metri, vengono trainate al loro posto, e incernierate su dei piloni (anch'essi scafi autoaffondanti, più piccoli) in modo da lasciare dei varchi di 190 metri: 3 al Lido; uno a Chioggia e a Malamocco più un secondo varco da 90 metri. In ogni bocca di porto, sempre con scafi autoaffondanti, vengono realizzate delle conche di navigazione per il naviglio minore. Al crescere della marea, le navi vengono ruotate di 90 gradi (come porte sui cardini) grazie a eliche trasversali intubate, e affondate come i sommergibili, imbarcando acqua, fino a posarsi sul fondo, diventando delle dighe. Il sistema è modulare, perché permette anche chiusure parziali. «Il tutto - ha sottolineato Ieno - entra in esercizio in 15 minuti». Il progetto, è stato spiegato, può essere realizzato in due anni, e non in 8 come il Mose, mettendo da subito al sicuro Venezia dall'acqua alta, e costa "solo" 450 milioni di euro, cioé dieci volte meno del progetto ufficiale.
Arca e Mose sono stati messi a confronto da Paolo Pirazzoli, direttore di ricerca del Cnr francese, e da George Umgiesser, modellista del Cnr veneziano. Pirazzoli ha paragonato i risultati dei due sistemi nello scenario del 4 novembre 1966, corretto secondo le previsioni degli esperti dell'Ipcc (Intergovernamental panel on Cimate change) per i quali il livello del mare potrebbe crescere di 30 cm entro il 2050, e di mezzo metro entro il 2100.
Nel '66, ha ricordato Pirazzoli la marea toccò i 194 cm, rimase per 22 ore sopra i 110, la laguna crebbe di 7 millimetri all'ora solo per la pioggia. «Col Mose - ha sostenuto ricordando la tracimazione dell'acqua tra i portelloni -, si sarebbero superati i 110 cm in laguna, con Arca non si sarebbero toccati i 90». Addirittura i 60 se con le eliche si fosse pompata l'acqua fuori dalla laguna. Col mare cresciuto di 30 cm il Mose non avrebbe garantito i 140 cm, Arca sarebbe rimasto sotto il metro; col mare cresciuto di mezzo metro, il Mose non avrebbe impedito una marea di 170 cm, Arca avrebbe tenuto a 110.
Umgiesser ha invece paragonato gli effetti dissipativi di Arca rispetto a quelli proposti nel '99 dal Comune, e poi dal Consorzio Venezia Nuova, da De Piccoli (progetto Perla), dagli 11 punti. «Tranne le lunate del Consorzio - ha detto - assolutamente inutili, tutte le proposte sono efficaci per ridurre i picchi di marea tra i 10 e i 30 centimetri, ma con Arca si può scegliere la riduzione, continuando a permettere la navigazione. Arca - ha concluso - è l'unico progetto che unisce la possibilità della chiusura totale con le opere alternative».
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23/01/2005 - 2004: solo 15 ore oltre i 110 cm

Tratto da "Il Gazzettino" del 23 gennaio 2005 - pag. V

Il Centro Previsioni e Segnalazioni Maree ha reso noti i dati del 2004. Il bilancio elenca: 80 casi di marea eguale o superiore a +80 cm (nel 2003 erano stati 66); 5 casi di marea superiore a +110 cm (nel 2003 non ce n'era stato neppure uno), con una punta massima di +137 cm il 31 ottobre; 16 casi di marea eguale o superiore a +100 cm, ma inferiore a +110 cm (nel 2003 erano stati 8); 18 casi di marea inferiore a 50 cm (12 nel 2003), con una punta minima di 72 cm il 22 gennaio: bisogna risalire al 1994 per trovare una minima a 70 cm. Il direttore del Centro, Paolo Canestrelli, ha rilevato che il 2004 è stato leggermente superiore alla media (che è di 4,4 maree sopra i 110 cm), con una massima che si colloca al 16. posto nella graduatoria storica. Dopo i primi quattro mesi di sostanziale tranquillità, a maggio si è avuta una fase assolutamente singolare: in quattro giorni sono state registrate sei punte di marea superiori a 100 cm (le punte di marea superiori a 100 cm registrate nel mese di maggio erano finora state sei in 132 anni, dal 1872 al 2003). Dopo un'estate e un inizio d'autunno nella media, un periodo di acque alte si è avuto tra la fine di ottobre e metà novembre, in uno scenario classico di maltempo autunnale su tutta l'alta Italia. Il livello del medio mare è risultato di 27.5 cm sullo zero mareografico di Punta della Salute, cioè in rialzo rispetto ai 24 cm del 2003, anche se inferiore ai 28,9 cm del 2002 e ai 29 cm del 2001. L'acqua è rimasta complessivamente sopra il livello di 110 cm (entrata in funzione del Mose) per 15 ore.
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23/01/2005 - Bilancio 2004 commissariato di San Marco

Tratto da "Il gazzettino" del 23 gennaio 2005 - pag. V

Venticinque arresti in un anno. È questo il bilancio dell'attività svolta nel 2004 dagli agenti del Commissariato di San Marco, coordinati dal dottor Mario Argenio. Anche se il numero è leggermente minore rispetto all'anno scorso va comunque detto che l'attività investigativa è stata molto più articolata e che i casi risolti sono stati davvero significativi. I poliziotti di San Marco hanno definitivamente fatto luce su alcune rapine (ad esempio quella avvenuta in campo Santa Maria Formosa) per non contare poi le aggressioni ai turisti avvenute in altre zone della città. Tutti casi velocemente risolti grazie all'abilità dimostrata dagli inquirenti che hanno così individuato i responsabili. Oltre a questo c'è da segnalare un fortissimo impegno sul fronte dell'ordine pubblico, basti pensare che nel 2004 sono stati realizzati 350 servizi, praticamente uno al giorno e con appuntamenti di rilievo internazionale (dall'assemblea della Nato alla Mostra del cinema). In tutto sono poi state denunciate 220 persone mentre ben 306 sono state le contravvenzioni al codice della strada effettuate al Lido. Si tratta anche di diversi interventi concentrati prevalentemente nei fine settimana estivi, con multe per eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza oppure per non aver indossato le cinture di sicurezza.
Note dolenti arrivano invece sul fronte dei reati messi a segno contro i turisti in vacanza, visto che restano numerose le denunce di borseggi (316) e di furti ai danni degli stranieri. Oltre ai furti negli appartamenti (34 in albergo, 21 nelle abitazioni) e in spiaggia (51) c'è da rimarcare anche il fatto che stanno crescendo i casi di indebito utilizzo di carte di credito (41 l'anno scorso).
Non sono mancati i casi in cui i locali sono stati chiusi. Per una serie di inadempienze di natura amministrativa, l'anno scorso sono stati chiusi tre locali, due dei quali gestiti da cinesi.
A tal proposito da ricordato che venerdì sera, su precisa disposizione del nuovo questore di Venezia, Pierfrancesco Galante, gli agenti del Commissariato di San Marco hanno effettuato quattro ispezioni in altrettanti locali pubblici (due bar e due sale giochi). Quindici le persone identificate. Una sanzione è stata inflitta per la mancanza di tabelle per i giochi proibiti, mentre un'altra è scattata perchè in un bar è stata trovata gente che fumava in violazione del recente divieto di fumo nei locali pubblici.
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23/01/2005 - Panni al vento tra le calli

Tratto da "Il Gazzettino" del 24 gennaio 2004 - pag I

Conto alla rovescia per la storica delibera che consentirà di stendere i panni ad usciugare e ai bambini di giocare a pallone o andare in bicicletta nei campi di Venezia e impedirà ai turisti di bivaccare nell'area marciana e di abbandonare rifiuti sul suolo pubblico.
Oggi, ormai ottenuto il parere della commissione consiliare, la delibera che modifica il regolamento comunale in tema panni stesi, bivacchi e di giochi nei campi e nei campielli andrà in votazione in consiglio comunale e già si annuncia la battaglia: il consigliere Danilo Rosan ha pronto un emendamento che - promette - darà veramente la possibilità ai bambini più piccoli di giocare sotto casa e eviterà la concentrazione dei giochi, che porterebbe inesorabilmente ad un aumento della pericolosità.
Sì perchè la modifica del regolamento che sta a cuore al vicesindaco Michele Mognato, prevede la possibilità di giocare a palla e di andare in bicicletta solo nelle zone del territorio comunale individuate dai Quartieri e dalle Municipalità, limitando il gioco col pallone ai ragazzi di età inferiore ai dodici anni e la bicicletta sotto gli otto anni. E ovviamente unicamente in una determinata fascia oraria. «In questo modo non si permetterà di giocare ai bambini di 3-4 anni - afferma Rosan -. Ai Quartieri e alle Municipalità è demandata l'individuazione dei campi dove è consentito il gioco: il rischio è quello di vedere concentrati i giochi in alcuni campi principali, mentre sarà vietato giocare nel campiello sotto casa. A meno che i Quartieri non si armino di pazienza certosina e stillino un elenco di 3.000 campi e campielli. È invece molto più facile individuare delle zone vietate ai giochi. Inoltre l'età proposta nella delibera è troppo alta per il tipo di giochi per la sicurezza degli anziani. Oltre l'età proposta nell'emendamento si può andare in luoghi più idonei, come i parchi, i campetti sportivi, i patronati».
L'emendamento proposto dal consigliere Rosan prevede che i giochi con palla, individuali o di gruppo, siano consentiti in tutti i campi e/o campielli del centro storico e nelle zone del territorio comunale di terraferma, e lascia a Quartiere e Municipalità l'individuazione delle zone dove i giochi non sono consentiti. Quantiere e Muncipalità sono anche chiamati a limitare la circolazione dei velocipedi nei campi e campielli con apposita ordinanza. Zone proibite in ogni caso, perchè di particolare pregio o troppo di passaggio, sono l'area Marciana, l'area del Mercato di Rialto, campo Ss. Apostoli, campo S. Bartolomio, campo S. Salvador, campo S. Rocco, campo dell'Accademia, campo Manin, campo S. Angelo, campo S. Fantin, campo S. Luca e campo S. Moisè. Viene inoltre abbassata l'età dei bambini: 8 anni per il gioco del calcio e 6 per la bicicletta, anche se viene elevata a 10 per l'uso dei velocipedi nei parchi pubblici e per le zone della terraferma.
«Solo in questo modo si potrà ridare l'uso della città ai bambini nella sua globalità - conclude il consigliere Rosan -, assicurando tranquillità agli anziani che prendono il sole sulle panchine e ai bimbi più piccini che iniziano timidamente a giocare sotto gli occhi delle mamme».

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