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12/09/2006 - L'assessore Belcaro incontra la Consulta per l'Ambiente

Comunicato Stampa - Comune di Venezia

L'assessore comunale all'Ambiente, Antonio Belcaro, ha incontrato questo pomeriggio a Ca' Farsetti i componenti del Coordinamento della Consulta per l'Ambiente, organo consultivo del Comune per le tematiche ambientali, composta dai rappresentanti delle associazioni che operano in ambito ambientale, Consulta della quale l'assessore è presidente delegato dal sindaco. Erano presenti Luciano Mazzolin di Medicina democratica, Adriana Fasano dell'Ordine degli architetti, Matteo Pandolfo dell'Istituto nazionale di Bioarchitettura, Adriano Macoratti dell'Ordine degli ingegneri, Giuseppe Sartori dell'associazione La Salsola.

"Ho voluto questo incontro per conoscere la Consulta e fare in modo che questo organismo funzioni - ha detto l'assessore Belcaro - perché ritengo sia necessario valorizzarne l'operato e incentivarlo in tutti gli ambiti in cui è consentito. Si tratta di un organo consultivo e quindi è giusto che la Consulta partecipi alle decisioni dell'Amministrazione comunale prima della conclusione dei procedimenti". A questo proposito è stato deciso che nei prossimi incontri saranno all'ordine del giorno due importanti temi sui quali sta lavorando l'Assessorato all'Ambiente: il Piano comunale per gli impianti di telefonia mobile e il Piano comunale energetico.

Nel corso dell'incontro sono emerse anche altre tematiche riguardanti il ruolo e le funzioni della Consulta, come la necessità di avere una sede, che potrebbe essere la Casa della Laguna, e avere a disposizione materiale informativo riguardante l'attività del Comune e le tematiche ambientali; la volontà di continuare e incentivare l'azione di comunicazione, anche attraverso uno spazio web dedicato, sia verso i cittadini sia tra associazioni facenti parte della Consulta; la volontà della Consulta di essere coinvolta nei temi di grande portata per la città di Venezia, come il Mose e Porto Marghera.

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11/09/2006 - Oasi Alberoni: Le dune in perenne evoluzione minacciate da Mose e turismo

Tratto da “Il Venezia” del 11.09.2006 – pag 23
Di Giulia Quaggiù (venezia@epolis.sm)

Dune di sabbia rossastra in perenne evoluzione che per oltre due chilometri si creano e disfano senza interruzione. Un paradiso naturale in bilico tra i paradossi della modernità e le esigenze del turismo balneare.
Così si può interpretare l’attuale situazione della pineta litoranea degli Alberoni, nella punta estrema del Lido. L’oasi, attualmente gestita daWwf e Comune, in collaborazione con i Servizi forestali, verrà inevitabilmente intaccata dai futuri cantieri del Mose. Proprio ora, quando tutti attendono il famigerato piano degli Arenili come soluzione per tutelare un sito di grande interesse comunitario.
IL PIANO, da oltre un anno nel cassetto della Municipalità del Lido-Pellestrina, rimane ancora una questione aperta e la cui applicazione appare alquanto difficoltosa. Il progetto, che regolamenta l’uso turistico delle spiagge lidensi, prevede particolare attenzione per l’oasi degli
Alberoni: recinzioni per tutelare le dune e la creazione di nuove formazioni sabbiose da collegare a naturali, al momento interrotte dalla presenza di stabilimenti balneari. Il progetto, però, stenta ad avviarsi, proprio per motivi commerciali: gli stabilimenti secondo il piano dovrebbero essere spostati o eliminati per far spazio alla natura.
Nel frattempo i cantieri del Mose faranno la loro parte.
«Queste infrastrutture creano trasformazioni irreversibili al meccanismo di formazione delle dune – spiega Fabio Cavolo d e l l’associazione Rocchetta e dintorni, che tutela l’oasi – se una duna viene distrutta artificialmente, non si riformerà mai più come prima». E anche se preoccupato per i futuri cambiamenti, Fabio continua a fare da guida alle escursioni domenicali, che quest’estate il Wwf ha organizzato per far conoscere l’oasi degli Alberoni a tanti veneziani ignari di tale patrimonio.
Ieri, più di una ventina di persone hanno partecipato alla gita tra le dune, le bassure interdunali e le suggestive macchie di Ammophila che colorano un paesaggio simile a quello di una prateria. Tra gli escursionisti c’erano anche tanti bambini, che attenti hanno ascoltato come si formano le dune, come la bora incessantemente le modifichi, quale flora e fauna è possibile trovare all’interno dei 30 ettari di pineta.
Non solo muschi rari ma anche tra giunchi ed orchidee tanti insetti ed uccelli particolari come il fratino, il martin pescatore o lo sparviero. «Quest’oasi si è mantenuta nel tempo perché si trova nel lembo più lontano dalla terraferma e soprattutto perché per molto tempo venne utilizzata per fini militari. Il nucleo abitato degli Alberoni, inoltre, è decisamente piccolo: sono circa 550 gli abitanti e pertanto non ci sono stati veri problemi di urbanizzazione» racconta Paolo Perlasca, responsabile Wwf dell’oasi. Un paradiso, quindi, lontano dalla confusione e dal turismo di massa. Anzi, la zona degli Alberini appare ora di particolare interesse per imprenditori alla ricerca di nuove forme di turismo per così dire “alternative” e volte a riscoprire ciò che di naturale persiste nel nostro territorio. L’oasi, la cui pineta è stata piantata nel dopoguerra per dar lavoro ai veneziani messi duramente alla prova dal conflitto mondiale, fu anche testimone di importanti eventi storici. Nel campo da golf, realizzato nel 1933 dalla famiglia Volpi a lato della pineta, Mussolini incontrò Hitler e ancor prima Guglielmo Marconi, mentre era in servizio militare, proprio agli Alberoni diede vita alla sua prima trasmissione radio.

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09/09/2006 - Tia, controproposte dai Verdi di Mestre

Tratto da “Il Venezia” del 09.09.2006 – pag 23

Aumentare la Tia non è una vera risposta al problema rifiuti a Venezia. Una serie di controproposte arrivano dal consigliere verde di Mestre-Carpenedo Davide Scano: «Il volume dei rifiuti va ridotto a monte, altrimenti il problema della copertura delle spese di smaltimento si riproporrà tra qualche anno». La raccolta differenziata è sempre il punto di partenza, ma va potenziato il porta a porta. L’idea più innovativa è quella delle isole ecologiche galleggianti: bidoni di raccolta ancorati alle rive che potrebbero ovviare alla scarsità di contenitori nel centro storico. Un passo indietro, invece, verso il “vuoto a rendere” potrebbe far diventare più ecologico anche il rito dello spritz, che spesso lascia campi e calli coperti di bicchieri e cocci. G.D.L.

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08/09/2006 - Smaltimento di rifiuti fai da te. I negozianti vanno contro Vesta

Tratto da “Il Venezia” del 08.09.2006 – pag. 27
di Marianna Bonso (venezia@epolis.sm)

Con la liberalizzazione del mercato concessa dal decreto Bersani, i pubblici esercizi superiori ai 250 metri quadrati possono autorganizzare il trasporto dei rifiuti. Una novità che non è sfuggita ai rappresentanti veneziani delle categorie che sono già partiti con il censimento dei negozi interessati dal decreto.
E A FRONTE della provocazione di Vesta di triplicare la Tia agli esercenti perché, secondo l’azienda, sarebbero responsabili del fallimento della raccolta differenziata in centro storico, hanno pronto un asso nella manica, dato dalla legge.«Noi paghiamo in media 9mila euro l’anno di Tia –spiega Roberto Magliocco, presidente di Ascom –un suo aumento ci pare assolutamente impensabile e anzi, viste le opportunità offerte dalla legge stiamo cercando di diventare autonomi ».Per Vesta si tratterebbe di una grossa perdita considerata anche la situazione di criticità in cui si trova, con uno squilibrio tra costi e ricavi di oltre 9 milioni di euro.
Ma non solo. Il Comune ha deciso anche di scorporare da Vesta i servizi di manutenzione verde urbano, parchi (quindi cimiteriali e di costituire per questo una società nuova. Inoltre tra novembre e dicembre, quando scadrà il contratto che Vesta ha con il Comune, sarà necessario andare a gara d’appalto.«Vesta dovrà diventare leader nello smaltimento »annuncia il vicesindaco Michele Vianello, anche perché degli altri servizi che offre potrebbe non restare quasi nulla. In vista una macro fusione che però «andrà realizzata con l’azienda risanata » spiega Vianello. Per risanare Vesta sono già in corso alcune operazioni, tra cui l’emersione degli evasori che permetterà di recuperare un milione di euro. Un’operazione che avviene attraverso i sopralluoghi dei tecnici casa per casa e negozio per negozio. Utile. Ma potrebbe non bastare. Questa la ragione per cui mercoledì l’amministratore delegato di Vesta Andrea Razzini ha proposto di nuovo la Tia per fasce e la stangata per gli esercenti in base al motto “chi più sporca più paga ”.
Un’idea che non piace alle categorie e che potrebbe non aver esito visto le operazioni in corso.«La raccolta differenziata in centro storico è fisiologicamente difficile, non solo per i commercianti –aggiunge Magliocco – ma anche per i residenti: Vesta vada a fare i sopralluoghi a Castello e se ne accorgerà».

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08/09/2006 - Oggi a palazzo Balbi l'incontro a porte chiuse tra il governatore e Antonio Di Pietro

Tratto da “Il Venezia” del 08.09.2006 - pag. 29

«Un'uscita assai poco elegante e quindi scortese ».Giancarlo Galan non si fa pregare. E risponde senza mezzi termini alle accuse fatte al Mose da Alfonso Pecoraro Scanio, ministro all'Ambiente del governo Prodi «il giorno prima dell’arrivo a Venezia del ministro Di Pietro, membro più che autorevole in materia di salvaguardia di Venezia ».
A PROPOSITO della divergenza di posizioni sull’opera dichiara: «Qualcuno mi ha detto che Pecoraro Scanio ha delle sue idee sul progetto Mose. Non lo credo possibile, se non altro perché non può avere delle idee chi non ha memoria, e Pecoraro Scanio non ricorda ovviamente di essere stato ministro di un governo, quello presieduto da Giuliano Amato, che di fatto decise di passare alla fase realizzativa del Mose ».Magistrato alle Acque e Consorzio Venezia Nuova si trincerano dietro un secco no comment sulla questione, in attesa del confronto con Antonio Di Pietro. Il ministro alle Infrastrutture sarà quest’oggi a palazzo Balbi per incontrare il presidente della Regione Veneto e tra gli altri proprio il magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva e l’ingegnere Giovanni Mazzacurati.Si parlerà di Passante, di autostrade ma soprattutto di Mose. Senza il Comune di Venezia e senza nessun Comune della gronda lagunare, che non sono stati invitati.«Discutere di Mose senza gli enti locali è contro il programma dell’Unione» commenta Maurizio Calligaro, capo di gabinetto del sindaco. Dalle stelle alle stalle per l’amministrazione, dopo la richiesta di Pecoraro Scanio di variante al progetto per un Mose diverso e l’accusa al Cvn di non essere autorizzato a scavare. Ma la posizione di Di Pietro è ben diversa e lo dimostrano non solo le sue dichiarazioni allo scorso comitatone («L’opera non è in discussione »)ma la scelta di palazzo Balbi come sede per una discussione a porte chiuse, senza rappresentanti del Comune di Venezia. Ma in polemica con il ministro entra anche Francesco Piccolo, segretario provinciale Udc e componente della commissione consiliare regionale per Venezia: «Sorprende come un ministro della Repubblica, di fronte ad un avanzamento dei lavori di mille milioni di euro, dichiari con tanta superficialità e leggerezza che si possa sospendere l’esecuzione del progetto ».

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