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28/07/2006 - NoMose pronti alla «campagna d'estate»

Tratto da "Il Gazzettino" del 28/07/2006

Saranno due mesi caldi per l'Assemblea Permanente NoMOse, che ieri ha annunciato, a Ca' Farsetti, le prossime iniziative per "disturbare" i cantieri alle bocche di porto. Da convegni a punti informativi, da manifestazioni a visite in loco: è un calendario fitto di appuntamenti quello che si snoderà da agosto fino a fine settembre, data in cui si prevede la seconda riunione del Comitatone.
Si inizierà già nei primi giorni del prossimo mese, come ha illustrato Luciano Mazzolin, con una serie di incontri con parlamentari nazionali ed europei che andranno a verificare di persona l'evolversi dei lavori. A metà agosto arriverà a Chioggia "Goletta verde" e insieme si darà vita a una manifestazione sui cantieri. Dalla fine di agosto si terrà a Rialto la festa di Rifondazione: in quell'occasione, sarà istituito un punto fisso dell'Assemblea che distribuirà materiale informativo. La festa vedrà la partecipazione del presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano.
Il 31 agosto ci sarà invece un dibattito con i parlamentari sul Mose e sulle grandi opere e verrà studiato un evento anche sui cantieri. Ma non è finita: domenica 3 settembre, durante la Regata Storica, tutta la riva di Rialto sarà trasformata nella "riva NoMose" con striscioni e manifesti contro l'opera. In contemporanea, al Lido si svolgerà il "Global beach" che vedrà la presenza di un campeggio internazionale NoMose al quale parteciperanno giovani di tutte le nazioni per manifestare il proprio dissenso al Mose.
Anche la Mostra del Cinema sarà l'occasione di spicco per portare la stampa estera a visitare i cantieri. Infine, a metà settembre la commissione ambiente del Senato verrà a verificare "de visu" i cantieri. Non va comunque dimenticato che è stato istituito un Comitato popolare di controllo che monitorerà i cantieri e sporgerà denuncia contro qualsiasi attività che riterrà pericolosa per la laguna.
«Siamo convinti che questi due mesi saranno decisivi per il futuro del Mose - afferma Salvatore Lihard, segretario della Cgil - nella seduta del Comitatone non è stato rispettato il programma elettorale dell'Unione, c'è stata una discrasia tra il Comitatone e la commissione ambiente del Senato e c'è stata troppa superficialità e poca conoscenza della materia. Eppure, siamo ad un passo dal mettere mano al processo irreversibile e secondo noi il Comitatone non ha ha ancora questa consapevolezza».
Gli aderenti all'Assemblea hanno sottolineato come esistono leggi tuttora vigenti che il Parlamento non ha messo in opera per la salvaguardia di Venezia e che vanno contro il concessionario unico. «Ci aspettiamo che venga rispettata la data del 30 settembre per la seduta del Comitatone, questo per evitare che si arrivi al punto di non ritorno», conclude Lihard, secondo cui i lavori allo stato attuale sono al 10 per cento e la manutenzione dell'opera richiederà 80 milioni di euro l'anno e non 12 come annunciato.
News correlata a: [ Acqua Alta ] [ Dibattito sul Mose ]

 

26/07/2006 - Transennati i cedri malati di Villa Tivan

Tratto da “La Nuova Venezia” del 26/07/2006

Intervento di Vesta lunedì mattina all’interno di villa Tivan lungo il Terraglio. Gli incaricati dell’azienda hanno provveduto a transennare due cedri dopo che la stessa Vesta aveva segnalato che le due piante avevano problemi di stabilità.
Ora resta da capire quale sarà il destino dei due cedri per ora sono stai sistemati cartelli che invitano a tenersi lontani per il pericolo che le due piante cadano. L’Azione di Vesta, però, ha creato preoccupazione tra quanti frequentano villa Tivan, tanto che qualcuno ha affisso un cartello che invita alla mobilitazione contro “l’abbattimento degli alberi”, una reazione forse causata dalla tempestività dell’intervento di Vesta, che aveva provveduto a transennare gli alberi di prima mattina. Da parte sua l’azienda ha comunque ribadito che le piante interessate della transennatura sono i due cedri e non nove alberi come molti temono.
L’abbattimento dei due cedri, poi non è ancora stato deciso, l’operazione potrà essere compiuta da Vesta solo su preciso mandato del Comune, considerando anche che l’area di villa Tivan è vincolata. Intanto è stato deciso di mettere in sicurezza le due piante, per evitare incidenti spiacevoli. Diversa la situazione per le altre azioni intraprese dall’azienda, che a partire da domani abbatterà alcune piante tra Marghera, Mestre e Favaro. A Marghera, in via della Pila, per garantire la pubblica incolumità verranno abbattute 6 robinie, 4 sophorae, un aesculus e 2 platani, stessa motivazione per la quale verrà rimosso un tiglio in via Terraglio.
Per permettere la costruzione di una piattaforma interrata per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, invece, verranno eliminati due alberi in via Monte bianco a Favaro. Gli alberi abbattuti saranno sostituiti, nei casi dove una nuova piantumazione sia possibili, in un periodo dell’anno più adatto all’operazione. (m.t.)

 

26/07/2006 - Venturini: «Il parco di San Giuliano non si tocca»

Tratto da "Il Gazzettino" del 26/07/2006

E' bufera sul progetto di Punta San Giuliano al quale ha dato il via libera il vicesindaco di Venezia, Michele Vianello in quanto Commissario straordinario al moto ondoso. Il più determinato è il presidente della Municipalità di Mestre, Massimo Venturini: "Abbiamo chiesto il ritiro immediato del provvedimento. E spero ci possa essere al più presto un pronunciamento del Consiglio comunale. Un colpo di mano del genere, contro Mestre, non può passare." Il 30 giugno, ultimo giorno del Commissario straordinario contro il moto ondoso, il vicesindaco di Venezia, Michele Vianello, ha dato il via libero all'ordinanza scandalo di cui parla Venturini. Si tratta di questo: con i poteri straordinari che gli sono concessi per lottare contro il moto ondoso, Vianello in un colpo solo ha fatto una Variante urbanistica alla zona di punta San Giuliano che cambia il progetto del parco stilato dall'architetto Antonio Di Mambro. "E vuol dire - spiega Massimo Venturini - che si stravolge completamente la filosofia dell'accesso di Mestre all'acqua e con un vero e proprio blitz perchè non più tardi di un mese fa il sindaco Massimo Cacciari ha presentato a Mestre tutti i progetti e nessuno ne sapeva nulla di questa cosa." Che si tratti di un blitz di Vianello ci sono pochi dubbi tant'è che il vicesindaco, che pure non è nemico giurato delle conferenze stampa, stavolta non ha fatto sapere nulla a nessuno. C'è voluto un bel po' perchè iniziassero a circolare le carte. Ma non è solo la Municipalità che insorge. Ieri il Consiglio di amministrazione dell'Istituzione Parchi di Mestre ha approvato un ordine del giorno con il quale chiede il ritiro del provvedimento e alcuni consiglieri addirittura minacciano le dimissioni. Perchè il progetto, sotto la dicitura "riqualificazione della riva del canale di San Giuliano", in realtà uccide punta San Giuliano. Le 18 attività commerciali che si trovano lungo la strada che porta fino in punta, infatti, avranno la possibilità di allargarsi e di restare lì per sempre. Ma non solo da una vita si dice che si tratta di attività incompatibili con il parco - lo ha scritto nero su bianco lo stesso Antonio Di Mambro - ma si è sempre detto che andavano spostate. Perchè non ci sono solo le ditte di trasporto via acqua, ma anche due aziende che costruiscono barche in vetroresina e una che fa la sabbiatura delle carene in ferro delle chiatte. Dunque, si tratta di attività altamente inquinanti e che sono nate, storicamente, grazie ad abusi edilizi tollerati dagli Enti pubblici. Adesso l'abusivismo diventa progetto firmato e timbrato dal vicesindaco Michele Vianello. Il progetto approvato dal Commissario delegato dal sindaco per combattere il moto ondoso prevede che si crei una vera e propria darsena lungo il Canal Salso fin quasi in punta San Giuliano. Vuol dire costruire qualcosa come 10 mila metri quadri - 30 mila metri cubi, facendo sparire pista ciclabile e passeggiata. Non solo, prevede che le attività commerciali "si mangino" tutta la strada che, dunque, viene spostata dentro il parco, occupando così 7 ettari di verde pubblico, distruggendo il canneto e soprattutto dando il via libero al passaggio di barche a motore, giudicate del tutto incompatibili con le attività delle remiere di Punta San Giuliano. Insomma, un disastro.
Maurizio Dianese
News correlata a: [ Venezia e la sua laguna ] [ Dibattito sul Parco di San Giuliano ] [ Erosione ]

 

25/07/2006 - Benvenuti sul ponte dei rifiuti

Tratto da “La Nuova Venezia” del 25/07/2006

“Signora, il sacchetto della spazzatura non lo metta davanti alla porta di casa, lo butti nella discarica qui dietro”. Una cortese segnalazione? No, è quanto accede giornalmente a circa 50 metri dal ponte di Rialto, dove c’è quella che i veneziani chiamano “la discarica”, ricettacolo di immondizia dove la frutta e la verdura del mercato viene lasciata marcire sotto il sole.
Flavia Foletti, una signora residente alla Giudecca, ma trasferitasi per poco tempo in una delle case vicine al mercato, rivela che “quando ho provato a mettere fuori dalla porta la spazzatura i vicini mi hanno detto di gettarla nella “discarica”. Un fruttivendolo del mercato sottolinea come la situazione sia andata peggiorando negli ultimi anni, da quando cioè “le persone sembrano essersi abituate a buttare via di tutto e gli spazzini puliscono meno a fondo”. I circa 14 cassonetti posti lungo il Canal Grande, davanti al mercato, attirano tutti: i cittadini, turisti, fruttivendoli e commercianti della zona. Ma non solo: “a scaricare addirittura frigoriferi – dicono da Vesta – arrivano da vari luoghi della città”. Lo spettacolo che si presenta sulla riva del Canal Grande, a due passi da Rialto, è incredibile, dimostra l’aberrante situazione in cui il mercato viene lasciato dai commercianti, e l’apparente mancanza di organizzazione. Anche se, dicono due netturbini della squadra del mercato, “sarebbe impossibile far fare un terzo viaggio alla barca, perché la discarica (quella vera, ndr) chiude”. La raccolta dei rifiuti a Rialto, funzione infatti così: ci sono le squadre di netturbini “regolari” che raccolgono i sacchetti dalle case e una squadra “speciale” per la pulizia del mercato. Una grande barca di Vesta passa due volte al giorno e staziona per un po’, raccogliendo i rifiuti accumulati dalla 7.30 alle 10.30 e da mezzogiorno alle 15.30. Ma il problema è che molti fruttivendoli finiscono le pulizie dei banchi più tardi (il sabato anche fino alle 17). Risultato: intere casse di frutta e verdura restano lì e rilasciano per tutta la zona un mefitico odore. A questo si aggiungono i rifiuti di alcuni residenti e, la notte, quelli dei numerosi locali. E lo scaricabarile la fa da padrona: i cittadini non si sentono colpevoli (“ormai siamo abituati così”) e gettano le colpe su Vesta. L’azienda sostiene che il suo sforzo va la di là di ogni possibilità, sottolineando che “è compito dei fruttivendoli tener pulito il plateatico” e i commercianti puntano il dito su cittadini e amministrazione. I gondolieri del traghetto di Santa Sofia ribadiscono come “il servizio di Vesta non è mai completo ma è anche vero che sono proprio i residenti che si lamentano i primi a sbarazzarsi in maniera incivile dei rifiuti”. Ma non tutti gli abitanti della zona optano per lo “scarico selvaggio” dei rifiuti: questo però non li grazia dal dover sopportare l’appestante odore.
Vittorio Tonon
News correlata a: [ Rifiuti ] [ Qualità della Vita ] [ Dibattito sui rifiuti ]

 

23/07/2006 - Ma non è Venezia che si deve adattare

Tratto da “Il Gazzettino” del 23/07/2006

Come Penelope, da mesi in Comune tessono di giorno la tela delle ordinanze sul traffico acqueo e di notte la disfano al primo starnutire delle categorie. È davvero un paradosso, perché se c'è qualcuno che staziona permanentemente nelle anticamere del Palazzo sono proprio i rappresentanti di tassisti e trasportatori, coi quali l'amministrazione "concerta" fino all'ultima virgola le ordinanze che poi durano lo spazio di un mattino.
E ogni volta si assiste alla stessa manfrina: ritocchi (fuor di eufemismo: cedimenti) in cambio dell'impegno al rispetto della legalità e delle regole. Le sorti future sono immancabilmente magnifiche e progressive, scopriamo che presto avremo perfino un "vero" servizio di taxi, ma intanto si riapre Rio Novo, si riapre il rio della Canonica con condizioni formali e incontrollabili, si annuncia la ridefinizione, e non certo al ribasso, delle tariffe. Per andare in taxi dal centro di Roma all'Aeroporto - 45 minuti di viaggio - si pagano 35 euro; dalla Stazione a San Marco quanto? Non si sa, ma non meno di 70 euro.
Perché per una volta in Comune non provano a fare il contrario? Perché non "concertano" con le disinteressate associazioni che si battono contro il moto ondoso, e in attesa che gli operatori rispettino legalità e regole, che dovrebbe essere la norma, non tengono ferme ordinanze studiate a tutela della città?
In realtà, in Comune non ce la faranno mai, vittime di un fatale errore di prospettiva: cercano di adattare Venezia al traffico, e non il traffico a Venezia. Non che siano miopi, preferiscono così per evitare lo scontro con le categorie organizzate, dato che gli interessi generali della città sono diffusi e dunque, di fatto, senza rappresentanza.
La ricetta, in fondo, sarebbe semplice: riduzione di stazze, potenze, velocità; efficaci controlli; rottura dei contingenti legata all'introduzione dei minitaxi e alla verifica dei sostituti alla guida, per dare alla città un vero servizio e porre fine alla manfrina "regolari" e "abusivi". E magari anche un bel servizio di "taxi a remi", ovvero le vecchie gondole "da corsa".
Ci proveranno in Comune? Ci permettiamo di dubitarne.
Silvio Testa
News correlata a: [ Acqua Alta ] [ Erosione ] [ Trasporti ]

 

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