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Autore: ENZO PEDROCCO

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Archivio News

11/04/2006 - Inaugurazione mostra "Orchidee e ambienti del territorio veneziano"

Mercoledi' 12 aprile 2006 alle ore 18.00 presso la sala S. Leonardo di Venezia ci sarà l'inaugurazione della mostra organizzata dal dr. Corrado Lazzari della Società Veneziana di Scienze Naturali: "Orchidee e ambienti del territorio veneziano"

 

26/03/2006 - Salvaguardia - Tanti dubbi, poche certezze

Tratto dal Gazzettino del 26 marzo 2006 - pag. II

Pubblichiamo in questo spazio una selezione delle denunzie sul tema Mose che i veneziani hanno depositato nella Boca in campo San Giacomo dall'Orio. La Boca resterà davanti al "Prosecco" ancora qualche giorno. La Boca è aperta dalle 11 alle 23 (tranne la domenica). "Venezia & Venice" ha anche attivato una casella mail e un numero di telefono.

** (arrivata per e-mail) Ho letto sui giornali l'ennesima discussione sulla inefficacia del Mose. Io credo che, vista l'importanza dell'argomento e l'investimento economico, la cosa doveva essere valutata studiata e approvata dal governo (come in pratica è avvenuto) ma in tempi molto più rapidi ed efficaci. La salvaguardia di Venezia, patrimonio dell'umanità intera, è onere (e onore) dello Stato, i cui rappresentanti sono stati eletti dai cittadini proprio perché deliberino laddove non può arrivare la consultazione popolare del referendum. I tecnici hanno presentato una relazione convincente? Allora si proceda, chiedendo comunque che chi ha approvato l'avvio dei lavori se ne assuma la responsabilità di fronte all'umanità intera. Non chiedo un Tribunale dell'Aja, certo che no, ma magari un processo mediatico in caso di fallimento di un'impresa faraonica che si dovesse rivelare inutile. Piuttosto di continuare in sterili azioni no-mose e relative manifestazioni (che a volte suonano come meramente strumentali a fini di propaganda partitica) piuttosto chiediamo garanzie al Consorzio Venezia Nuova di rispettare al massimo la laguna, di limitare quanto più possibile l'impatto ambientale, magari inserendo le strutture delle paratie in un sistema progettuale meno traumatico per il litorale.(Roberto - moro.roberto@yahoo.it)
** (arrivata per e-mail) Ho visto domenica scorsa su Rai 3 il servizio speciale dedicato al Mose. A quanto spiegato dal suo stesso progettista, e grazie anche a delle immagini finalmente chiare, sembrerebbe un sistema efficace per difenderci dall'acqua alta. Spero davvero che sia così, anche perché il sacrifico di noi veneziani avrebbe avuto un senso. Infatti, era proprio necessario toglierci quel piccolo pezzo di laguna storicamente nostro come il "Bacàn", dove da oltre trent'anni insieme ai miei concittadini mi concedo una sorta di spiaggia lontana da ombrelloni, bagnini e vaporetti affollati? Era necessario impedirci di fare il bagno a S. Erasmo dove da bambino con gli amici andavamo sulla piattaforma a fare i tuffi? Ma soprattutto: abbiamo la garanzia che a lavori ultimati potremo riprendere possesso della nostra laguna così com'era prima ? Vorrei delle risposte.(andreavianello10@virgilio.it )
** Non capisco come mai la giunta comunale attuale alza la voce contro il Mose, dopo che la giunta precedente (che di fatto presentava gli stessi colori politici) lo ha approvato. A che gioco giochiamo?(Mattia, cognome illeggibile).
** Sinceramente non so ancora cosa pensare sul Mose. Sarà efficace o no? Costa troppo o no? In ogni caso, a prescindere dalle mie idee politiche e dai miei personali dubbi, forse piuttosto che continuare a spendere milioni di euro in chiacchiere e progetti è meglio spenderli in qualche cosa di concreto. Non dovesse funzionare ? Ricordiamoci dei politici che lo hanno votato e facciamolo pagare a loro e ai loro eredi con gli interessi.(Marta Bianchini)
** Contro l'acqua alta meglio il Mose approvato da Costa o gli stivali di gomma consigliati a suo tempo da Cacciari ? Io voto per gli stivali, e con i soldi risparmiati (aggiunti a quelli che si risparmierebbero dalla mancata realizzazione del Ponte di Calatrava) diamo una mano ai Veneziani che non hanno i soldi per pagarsi l'affitto.(Davide Manzato)
** No Mose !!! Basta con le grandi opere che servono solo a chi le fa !!! Venezia è nostra ! Rivoglio la diga di San Nicoletto! Voglio fare i tuffi e andarci in bicicletta !(Raffaele Scarpa)
** Basta con questo Mose, è un bidone, mangia milioni di euro (solo nel 2005 millecinquecentomila milioni di euro). Cosa c'è sotto ? E Calatrava ? A chi serviva quel ponte (che forse non andrà mai su)? A Costa, che ha rovinato Venezia! Povera Venezia come si è ridotta! Sporca, le calli sono tutte vespasiani e i vu cumpra' fanno quello che vogliono! Perché? Un turismo da "scaini" mordi e fuggi.... Basta progetti, finite quelli che ci sono in corso e poi si vedrà! Basta litigare, non si risolve niente! Il governo fa piangere, per Berlusconi va tutto bene (dice) però i cittadini dovranno pagare più tasse...che disastro...(Clara Ceccato)
** (arrivata per e-mail) : continuano a spendere soldi per i progetti (e sottolineo progetti) del Mose, del Ponte di Calatrava, della sublagunare, dello stadio in terraferma e intanto a Mestre mancano le condizioni minime per un vivere civile. Non basta il blocco del traffico per farci respirare, ma il riordino delle vie principali, la manutenzione dei parchi, il controllo notturno del sottopassaggio della stazione, il presidio delle strade ad alto numero di prostitute.. Spendete i soldi per migliorare ciò che già c'è e non per progettare (riempiendo le tasche di architetti e ingegneri) ciò di cui la gente non sente il bisogno.(Marta - bellamarta@tiscali.it)
** Coi schei che'l costa el Mose, gavaressimo già comprà canoti e mosconi par tutti in caso de aqua alta.(El Roso dee Ciovere)
** Veneziani svegliamoci! Ci hanno preso le case per darle ai turisti, i negozi per darli alle grandi firme, i campi e le calli per far commerciare gli extracomunitari, i canali per far correre gli abusivi e ora la laguna per costruire il Mose. A noi cosa ci rimane?(Roberto, firma illeggibile)
** Aveva ragione Celentano : perché continuano a costruire dove c'era l'erba? Qui a Venezia dove c'era la laguna tra poco ci sarà il Mose(Silvio da Treporti).
** Basta con le promesse da marinaio ! Anche adesso si parla tanto di tutelare i cittadini, ma gli unici interessi tutelati sono quelli di chi ha i miliardi e ne vuole fare ancora con opere assurde come il Mose o la Sublagunare. Vergogna !(Un veneziano sempre meno di sinistra)
** Propongo di togliere la cittadinanza a Costa, Bettin, e a tutti quelli della vecchia giunta comunale che prima hanno votato perché il Mose si facesse e ora fanno tanto rumore perché si fermino i lavoriFrancia o Spagna purché se magna!(Firma illeggibile)
** Sono una verde convinta, ma delusa dal comportamento dei miei rappresentanti. Ho preso parte a tante manifestazioni contro il Mose, poi ho anche dissentito fortemente dall'atteggiamento assunto dai miei rappresentanti quando hanno permesso che passasse il progetto di realizzazione. Adesso trovo indecente che proprio Bettin, la Zanella, Caccia - forse perché in odore di possibile candidatura - cavalchino nuovamente i comitati "No-mose" per il proprio tornaconto personale.(Una verde delusa)
** A chi interessa il Mose ? A chi abita ai "piani alti" della politica: con il Mose si fanno i soldi e se poi non funziona, tanto l'acqua alta non li tocca.(Barbara Vincenti)

 

24/03/2006 - Rifiuti: Dorsoduro, traguardo mancato

Tratto da "Il Gazzettino" del 24 marzo 2006 - pag IV

L'obiettivo non è stato raggiunto, ma il risultato non è da buttare, anche se dai pubblici esercizi ci si poteva aspettare qualcosa in più.
Questo il bilancio di Vesta per l'avvio della raccolta differenziata a Dorsoduro. La fase "di lancio" del progetto si è chiusa con due spettacoli-testimonial di Carlo & Giorgio, al teatro di Santa Marta, che hanno fatto registrare il tutto esaurito, 400 presenze. I risultati dicono che il sestiere è riuscito a raggiungere una percentuale di differenziata del 27 per cento, contro l'obiettivo fissato dalla legge del 35 per cento. Significa che per 100 chili di immondizie prodotte, 27 sono state separate nei due gruppi: da una parte carta e cartone (16 per cento), dall'altra vetro, plastica e lattine (11 per cento).

«Siamo sotto al traguardo prefissato - dice Vesta - ma non ci lamentiamo. C'è stata qualche difficoltà con i pubblici esercizi, soprattutto nella raccolta di carta e cartone. E inoltre bisogna ancora far capire a tutti la necessità di attaccare l'etichetta di riconoscimento sui contenitori per vetro, plastica e lattine, altrimenti l'operatore pensa che si tratti di rifiuto generico e carica tutto insieme».A Dorsoduro sono stati circa 5700 gli utenti coinvolti nel progetto: 4mila di tipo residenziale, 2mila di tipo commerciale, a cui si aggiungono circa 900 abitanti in seconde case per residenti e per non residenti.

Ora è pronta a partire la raccolta differenziata a San Marco. Il via verrà dato ai primi di maggio. La campagna riguarderà 5200 utenti residenti stabili, a cui si aggiungono un migliaio di abitanti in seconde case. La proporzione tra uso domestico e uso commerciale, però, è ben diversa rispetto a Dorsoduro: a San Marco ci sono circa 2600 attività commerciali e altrettanti abitanti. Un problema in più, vista la massiccia presenza di negozi, alberghi, bar, ristoranti e uffici? «Se ognuno farà la sua parte - fanno sapere da Vesta - non ci saranno problemi. Per questo coinvolgeremo le associazioni di categoria per spiegare bene il meccanismo e per convincerli della necessità di rispettare le regole.

Regole che sono le stesse che resteranno in vigore a Dorsoduro e che riguarderanno anche i banchetti di ambulanti: differenziazione tra le due tipologie di rifiuti, stoccaggio di carta e cartone in sacchetti di carta oppure piegati e legati in maniera da occupare meno spazio possibile; utilizzo di comuni sacchetti per rifiuti con etichetta adesiva all'esterno per vetro, plastica e lattine (le etichette verranno fornite via posta alle famiglie, assieme a due lettere in tempi diversi per spiegare come si svolge la differenziata ). Uguali anche i giorni e le modalità di raccolta: martedì e venerdì per carta e cartone, mercoledì e sabato per vetro plastica e lattine, da lunedì al sabato ogni giorno il residuo. I rifiuti vanno consegnati direttamente nelle mani dell'operatore o esposti fuori dalla porta di casa (la propria...) tra le 6 e le 8 di mattina. Nei giorni festivi il servizio di raccolta non viene effettuato. E anche per San Marco verranno proposti due spettacoli gratuiti di Carlo & Giorgio, oltre all'allestimento dei gazebo informativi.

Entro un anno Vesta conta di estendere la raccolta differenziata in tutto il centro storico. Modalità particolari, ancora in fase di studio, verranno adottate per il mercato di Rialto.

Da.Sca.

 

23/03/2006 - Venezia: una città non abitata ma adibita al turismo

Tratto dal Gazzettino del 26 marzo 2006 - pag. XVII

Alla base della teoria e della pratica della competitività urbana, cioè della maggiore o minore capacità di alcune città di attrarre flussi di investimenti finanziari, di persone e di idee innovative in grado di portarvi ricchezza e, a volte, di riprogettarne il futuro, stanno alcuni enunciati fondamentali e condivisi.
Si concorda, ad esempio, che le caratteristiche concorrenziali delle città in competizione sembrano sempre meno determinate dalla loro specificità territoriale, tanto che la Bocconi, assieme a Certet, è in grado di stilare classifiche sulla competitività di città europee omogenee.
E', del pari, opinione comune che il confronto concorrenziale fra città rivela la criticità del modello di competitività basato solo sui prezzi.
L'assetto urbano più competitivo appare, infatti, quello contemporaneamente in grado di eliminare disuguaglianze e disagio sociale; di potenziare opportunità di accoglienza e dignitose condizioni di permanenza; di generare occupazione, evitando di secondare opportunismi e di depotenziare opportunità; di sviluppare innovazione come capacità locale di anticipazione degli eventi; di assicurare diffusione e produzione di cultura e di buona qualità della vita, anche dal punto di vista ambientale.
Tutti pensano, infine, che la strategia competitiva di una città debba essere condivisa: l'azione pubblica deve agire nel profondo sociale, valorizzando la laboriosità, la propensione al cambiamento e alla trasformazione delle persone che operano e vivono nella città.
Si coglie subito la difficoltà, limitandoci solo a questi arcinoti - ed ovvi - enunciati, di estenderli con lo stesso senso (e la stessa omologazione semantica consentanea ad altre città in carriera) alla realtà urbana bipolare di Venezia insulare/continentale, nel momento in cui si decida, o si pretenda, (o addirittura si debba) includerla di diritto nel girone delle città competitive (o da rendere più competitive) a livello mondiale.Viene subito da chiedere, infatti, all'interno di quale competizione si collochi l'annunciata, vagheggiata e auspicata competitività; quali gli altri competitori; quali tipi di investimenti o di flussi economici o di persone o di idee dovrebbero qui essere attratti; e in che misura; sull'esaltazione di quali doti o sull'impianto di quali fattori si fonderebbe e si alimenterebbe la corsa competitiva; quali le regole distributive nel corpo sociale degli oneri, e remunerative dei vantaggi; quali gli indicatori della congruità delle vie intraprese, e i numeri del successo conseguito.
Temiamo che, rispondendo analiticamente a queste domande, alla luce dello stato delle cose sia dal punto di vista pratico che programmatico (pur tenendo nel massimo rispetto il Piano Strategico per Venezia) si ottenga la radiografia (specialmente per la parte urbana insulare) anziché di una città abitata, piuttosto di una città adibita alla monocultura turistica, da questa pervasa, invasa, e a questa, volente o nolente, finalizzata fin negli aspetti essenziali e topici della stessa competitività: come, ad esempio, l'innovazione.Ma soprattutto che si ottenga lo screening, almeno per quanto riguarda Venezia insulare, di una località turistica incapace di rifondarsi come città, anche a costo di rifondersi in una nuova forma di popolazione stabilmente residente, secondo ormai ineludibili logiche formative di meticciato.Tutti i competitologi concordano che è il capitale umano a determinare il tessuto vitale, l'humus dove sorge e si sviluppa la creatività; sul quale si organizza e si sperimenta l'innovazione; dove si investe in identità urbana, in cultura e in capitale cognitivo da produrre e fruire in loco, prima di farne strumento d'attrazione.
E soprattutto configura e identifica il luogo sociale nel quale, attraverso la pratica del principio della sussidiarietà, il confronto tra pubblico e privato si sposta dal conflitto all'efficienza competitiva.Obiettivi, questi, che invece non potrebbero ragionevolmente e prevedibilmente essere raggiunti per mezzo di quella popolazione urbana instabile, in movimento e a geometria variabile (formata precipuamente da pendolari e fruitori temporanei e a rotazione) che pur si è deciso di pensare, nello strumento di pianificazione strategica della città del 2004, come la cifra abitativa del futuro di Venezia insulare. E che, in questa forma, non può non apparire che come un elemento di debolezza della stessa strategia competitiva.

ROBERTO PACE
amministratore delegato Isted (Istituto Studi Territorio Edilizio)

 

09/03/2006 - Parco della Bissuola: bloccata l'antenna

Tratto dal Gazzettino del 9 marzo 2006 - pag VII

PARCO DELLA BISSUOLA. Tutti al parco contro l'antenna dei telefonini. Risveglio movimentato ieri al parco della Bissuola dove s'è registrata una nuova mobilitazione dei cittadini contro l'elettromagnestismo. In 150 si sono riversati nell'area verde per scongiurare l'installazione del ripetitore Umts previsto di fianco al Centro civico. Si tratta di un tipico esempio di co-installazione, dato che quel traliccio compreso nell'area compresa tra il centro e la piscina dovrebbe sostenere gli apparecchi Tim, Vodafone e H3G. Erano le 6 e mezzo del mattino quando tre camion si sono presentati al parco. Uno trasportava l'antenna vera e propria, il secondo la copertura per camuffarla, il terzo una scavatrice. Subito è partito un veloce passaparola tra i cittadini che in fretta e in furia hanno raggiunto il parco per bloccare l'installazione dell'antenna. Muniti di megafoni e con diversi cartelli sono riusciti a convincere gli autisti ad andarsene. Al "Coordinamento contro antenna selvaggia" è andata bene, ma c'è da dire che l'antenna è prevista ancora dal primo protocollo d'intesa firmato ai tempi della Giunta Costa e i gestori sono in possesso delle autorizzazioni. Dunque ad avere il coltello dalla parte del manico sono i gestori che - teoricamente - potrebbero anche chiedere l'intervento della polizia così da avviare e completare il cantiere, senza problemi. Il fatto che ciò non sia ancora accaduto lo si deve al Comune che con i gestori ha avviato un confronto riuscendo sin qui ad ottenere un rinvio. Si spiega soprattutto così l'intervento del sindaco al parco nel primo pomeriggio: Cacciari è andato a ascoltare e mediare, portando a casa l'incontro in Prefettura per oggi alle 12. Attorno al tavolo si siederanno il Comune, i gestori, quattro rappresentanti del comitato nonché alcuni esponenti della Municipalità di Mestre.La storia dell'antenna al parco è travagliata. Ricevuto il permesso di costruire in base alla legge Gasparri secondo la quale le antenne possono essere installate ovunque, con l'insediamento della Giunta Cacciari i lavori tuttavia erano stati bloccati. Per questo il gestore era ricorso al Tar ottenendo dal giudice amministrativo di primo grado ragione e titolo per montare il ripetitore. A sua volta il Comune ha proposto un ricorso al Consiglio di Stato. Intanto, però, i cittadini hanno deciso per conto loro di bloccare i lavori. E il presidio anti-antenna, con tanto di sedie e tavolini, è proseguito praticamente finché c'è stata luce. In mattinata al parco era giunto l'assessore ai Lavori Pubblici Sandro Simionato il quale ha spiegato che la battaglia all'antenna che anche l'assessore all'Ambiente Laura Fincato ha confermato alla Bissuola, si svolge su due piani. Sul piano giuridico si spera nella sospensiva del Consiglio di Stato mentre dal punto di vista politico l'orientamento è di raggiungere un accordo con i gestori. Proprio sulla pressione politico-mediatica fanno leva i cittadini che non potrebbero fare diversamente allo stato attuale delle cose. L'antenna è assolutamente legittima e l'unica via è puntare sulla protesta eclatante. Al parco si sono schierati al fianco dei cittadini anche alcuni consiglieri di Municipalità e il capogruppo dei Verdi, Federico Camporese, in mattinata ha contattato il sindaco Cacciari per metterlo al corrente di quanto stava accadendo. Tutti contro l'antenna. Peccato che quando si è trattato di votare il Regolamento in Municipalità, tutti (maggioranza ed opposizione) si siano detti favorevoli eccetto l'Italia dei valori che ha contestato l'impossibilità di svolgere i controlli votando contro ed un'astensione nelle fila dell'opposizione. Camporese aveva presentato sul punto anche un ordine del giorno chiedendo la salvaguardia del parco e l'installazione di una rete di microcelle in alternativa alla macro antenna, parimenti a quanto si sta già sperimentando in viale don Sturzo. L'ordine del giorno era stato approvato, ma tra qualche insofferenza nella stessa maggioranza, segno che l'antenna al parco non a tutti dispiace. Stamattina si cercerà una via di uscita. Le microcelle sono la richiesta che sarà effettuata al tavolo delle trattative.
A.S.

 

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