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22/06/2006 - Comune per Comune ecco chi inquina con il Pm10

Tratto da "Il Gazzettino" del 22/06/2006

(m.d.) L'Arpav ha messo a punto un sistema capace di indicare, Comune per Comune, le fonti inquinanti. Così i Comuni saranno in grado di prendere a ragion veduta i provvedimenti del caso per il prossimo autunno. Stiamo parlando delle polveri sottili - Pm10 - alle quali va attribuita la responsabilità principale dell'inquinamento atmosferico. Prendiamo Venezia. Qui il trasporto su strada influisce per il 18 per cento sui livelli di inquinamento , le attività produttive per il 57 per cento e il riscaldamento domestico per il 3\%. Ma a Spinea, per fare un altro esempio, il trasporto su strada influisce per il 71 per cento sulla produzione di Pm10.
Vediamo il dettaglio, avvertendo che quando si parla di "altro", si intendono come sorgenti di inquinamento agricoltura, trattamento e smaltimento rifiuti, macchinari di tipo agricolo, altre emissioni - a Venezia ad esempio navi ed aerei. Spetterà poi ai Comuni individuare esattamente la fonte puntuale di inquinamento . A Venezia il trasporto su strada contribuisce per il 18 per cento, il riscaldamento per il 3 per cento e le attività produttive per il 57 per cento. Resta fuori un 22 per cento di "altro" formato da navi ed aerei trattamento e smaltimento rifiuti. A Fiesso d'Artico il trasporto su strada è il 36 per cento, il riscaldamento il 9\%, le attività produttive il 45\%, altro e cioè agricoltura, trattamento e smaltimento rifiuti, altre sorgenti e macchinari mobili, il 10\%. A Spinea il 71 per cento delle polveri sottili è prodotto da auto e camion, il riscaldamento contribuisce per il 9\%, le attività produttive per il 12 e altro è l'8 per cento. Fossò: macchine e camion: 39\%, 38 attività produttive, 6\% riscaldamento e 17\% altro. Vigonovo: traffico 35\%, riscaldamento 18, attività produttive 31\%, altro 16 per cento.Stra: trasporto su strada 49\%, riscaldamento 9\%, attività produttive 30\%, altro 12\%. Martellago: 55 per cento trasporto su strada, 5\% riscaldamento, 24\% attività produttive, 16\% altro. Fossalta di Portogruaro: traffico 11\%, riscaldamento 3\%, attività produttive 72\%, altro 14\%. Dolo: trasporto su strada 45\%, riscaldamento 10\%, attività produttive 32\%, altro 13.Scorzè: trasporto su strada 42\%, riscaldamento 6\%, attività produttive 20\%, altro 32\%. Noale:trasporto su strada 66\%, riscaldamento 8\%, attività produttive 7, altro 19. Santa Maria di Sala: trasporto su strada 53\%, riscaldamento 10, attività produttive 9, altro 28\%. Marcon:trasporto su strada 47\%, riscaldamento 10\%, attività produttive 29 e altro 14\%. Salzano: traffico 37, riscaldamento 6, attività produttive 4 e altro 53 per cento. Il dato elevato di "altro" è probabilmente imputabile ad agricoltura, macchine agricole e roba del genere.Mirano:traffico 54\%, riscaldamento 10, attività produttive 9, altro 27\%. Mira:traffico 37\%, riscaldamento 3\%, attività produttive 46, altro 14.Fossalta di Piave:traffico 41, riscaldamento 7, attività produttive 9, altro 43\%. Camponogara:traffico 57\%, riscaldamento 7, attività produttive 12, altro 24.Pianiga:traffico 64, riscaldamento 7, attività produttive 11, altro 18.San Donà:traffico 60\%, riscaldamento 6, attività produttive 12, altro 22.Campolongo Maggiore:traffico 53, riscaldamento 7, attività produttive 7, altro 33\%. Noventa di Piave:traffico 49, riscaldamento 15, attività produttive 12, altro 24\%.Meolo:traffico 31\%, riscaldamento 7\%, attività produttive 30\%, altro 32\%. Quarto d'Altino:traffico 41, riscaldamento 7, attività produttive 14, altro 38\%. Musile di Piave:traffico 36, riscaldamento 8, attività produttive 7, altro 49\%. Pramaggiore:traffico 28, riscaldamento 21, attività produttive 10, altro 41\%. Portogruaro:traffico 48, riscaldamento 10, attività produttive 9, altro 33 per cento. Jesolo:traffico 50, riscaldamento 11, attività produttive 7, altro 32\%. San Stino di Livenza:traffico 39, riscaldamento 7, attività produttive 32, altro 22\%. Ceggia:traffico 43, riscaldamento 12, attività produttive 11, altro 34\%. Chioggia:traffico 45, riscaldamento 5, attività produttive 5, altro 45.Cona: traffico 11, riscaldamento 3, attività produttive 2, altro 84. Torre di Mosto:traffico 23, riscaldamento 5, attività produttive 5, altro 67\%. Teglio Veneto:traffico 40, riscaldamento 12, attività produttive 8, altro 40. Cinto Caomaggiore:traffico 31, riscaldamento 13, attività produttive 13, altro 43.Gruaro:traffico 37, riscaldamento 10, attività produttive 10, altro 43.Caorle:traffico 26, riscaldamento 7, attività produttive 4, altro 63. Annone Veneto:traffico 32, riscaldamento 9, attività produttive 18, altro 41\%.Eraclea:traffico 32, riscaldamento 5, attività produttive 5, altro 58\%. Cavarzere:traffico 27, riscaldamento 3, attività produttive 4, altro 66. Concordia Sagittaria: traffico 41, riscaldamento 6, attività produttive 7, altro 46.San Michele al Tagliamento:traffico 33, riscaldamento 12, attività produttive 5, altro 50\%. Campagnalupia:traffico 47, riscaldamento 6, attività produttive 8, altro 39\%. Cavallino-Treporti: traffico 0, riscaldamento 29, attività produttive 1, altro 70\%.
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21/06/2006 - E le fabbriche tagliano 2mila tonnellate di Pm10

Tratto da "Il Gazzettino" del 21/06/2006

Protocollo firmato, ciminiere con il tappo. E sono 2 mila tonnellate all'anno di polveri sottili che non vengono più emesse in atmosfera. Non l'iradiddio, ma è già più di qualcosa. Anzi, il massimo che si poteva fare. E l'assessore all'Ambiente, Ezio Da Villa, ricorda che un anno fa, quando la Provincia - prima e unica in Italia - si sognò di invitare tutte le fabbriche di Porto Marghera a fornire dati esatti di emissioni e piani di diminuzione delle emissioni, una mezza dozzina di industrie decise di andare direttamente in Tribunale. Dopo un anno invece firmano il Protocollo d'intesa che contiene anche l'impegno a ritirare il procedimento giudiziario in Tribunale. Vuol dire che la Provincia vince su tutto il fronte, grazie anche all'entrata in campo del sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che è stato decisivo nel momento cruciale. Ebbene, grazie a questo Protocollo d'intesa 17 aziende si sono già impegnate a ridurre le emissioni in atmosfera di polveri sottili. Teniamo presente che si tratta di aziende che buttano fuori tonnellate di inquinanti ogni anno. Ma la Grandi Molini, tanto per fare qualche esempio, è scesa dalle 4,8 tonnellate l'anno del 2003 alle 3,16 del 2005, La Bunge Italia da 4,56 del 2003 a 3,08 del 2005, la Sirma da 5 a 4,25.
Insomma, tutti si stanno dando da fare per dimostrare che danno il loro contributo alla lotta all'inquinamento e Da Villa può così dimostrare di aver fatto tutto quel che poteva fare. E' un modo per invitare tutti al senso si responsabilità e a darsi da fare. Le aziende di Porto Marghera alla fine influiranno sul 10 per cento delle polveri totali e sul 24 per cento degli ossidi di azoto. Le 3 mila 919 tonnellate all'anno di ossidi di azoto, infatti, si trasformano in quasi 2 mila tonnellate di polveri sottili, esattamente la quantità che viene tagliata da questi interventi delle aziende che ora firmano il Protocollo d'intesa. Erano fra quelle che emettevano più di 10 chili al giorno di polveri sottili e più di 60 chili al giorno di ossidi di azoto.
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20/06/2006 - Actv promette: «Le code hanno i giorni contati»

Tratto da "Il gazzettino" del 20/06/2006

Che sia giorno oppure notte, che sia estate oppure inverno, che si tratti di veneziani piuttosto che di turisti, la sensazione non cambia. Sui vaporetti si viaggia stipati come sardine e il servizio che si ottiene in cambio dell'acquisto del biglietto o dell'abbonamento non sempre è all'altezza della situazione. Molti veneziani concordano sul fatto che non è tanto colpa dell'invasione dei 13-14 milioni di turisti che si ripete ogni anno (i quali tra l'altro rimpolpano le casse dell'Actv a suon di 5 euro il biglietto) quanto dell'azienda di trasporti che in tutti questi anni non ha sufficientemente adeguato l'offerta alla nuova situazione. Gli anni trascorsi sono molti, giacché le prime "invasioni epiche" risalgono ai primi anni Novanta, quando tutti i cittadini dell'Est europeo furono presi dalla frenesia di visitare i luoghi più belli di un continente loro precluso. Se finora l'Actv non ha dominato lo scenario, cosa farà in futuro per fornire un trasporto che permetta ai turisti almeno di sistemare le loro valige in modo ordinato e ai veneziani (tra i quali ci sono sempre più anziani) di avere la quasi certezza di salire sul vaporetto senza essere costretti ad imbarazzanti scambi di fluidi come accade oggi? Ne parliamo con il presidente Marcello Panettoni, uno dei massimi esperti di trasporti in Italia e artefice delle magnifiche scale mobili che hanno liberato il centro storico di Perugia dalla morsa del traffico.
«Premetto - esordisce Panettoni - che miracoli non riusciremo a farne. Trasformare un sistema di trasporti è una questione di anni, non di giorni. Però, nell'immediato, possiamo dare una risposta prima di tutto ai veneziani e poi ai turisti per migliorare la qualità del trasporto. Stiamo preparando alcune proposte che riguardano sia il sistema di tariffazione che il riordino dei servizi che porteremo presto all'attenzione del Comune. Partendo dal lavoro fatto a febbraio, andremo con proposte concrete chi incideranno su questi due fattori e, se esse saranno accolte, cercheremo di dare un segno di attenzione ai nostri utenti».
E in un futuro più prossimo, con la possibilità concreta che la sfmr (metropolitana regionale di superficie) scaricherà sulla stazione altre migliaia di persone, come si cercherà di sgravare il Canal Grande? «In un contesto come quello veneziano in cui poco o niente è certo - dice il presidente Actv - siamo costretti a lavorare ipotizzando scenari e a fare simulazioni su di essi».
Quando arrivò a Venezia, Panettoni si stupì della ruggine su vaporetti, motonavi e motoscafi. Le cose però non sono molto cambiate.
«È un problema cui mi sono dedicato personalmente - continua - e ho capito che fino a quando i vaporetti rimarranno a stazionare in Ca' di Dio ci sarà ben poco da sperare. Tra la salsedine e i continui urti cui sono sottoposti, la formazione della ruggine a bordo è accelerata. Il sindaco, però, ha indicato ad Actv la volontà di spostare il cantiere al Tronchetto e il progetto sarà organizzato in modo da ormeggiare i battelli senza che urtino più l'uno contro l'altro. Non voglio dire che in un anno risolveremo il problema. Ne elimineremo la ragione strutturale».

Michele Fullin

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20/06/2006 - Come salvare Venezia, tra utopie e progetti concreti

Tratto da "Il Gazzettino" del 20/06/2006

Nel luglio del 1999 il «Gazzettino» riportava una mia vecchia idea,databile al 1975, proposta all'attenzione della Commissione Tecnico-Scientifica di cui facevo parte, costituita dal Ministero dei Lavori Pubblici con Legge 73/171 per la soluzione della difesa di Venezia. L'idea, da me battezzata l'utopia per le grandi difficoltà tecniche ed economiche che si frapponevano alla sua realizzazione, prevedeva di portare tutta la città a quota di sufficiente sicurezza mediante interventi speciali e specialistici già al tempo percorribili e sperimentati. Oggi, dopo oltre trenta anni di proposte, progetti e contrasti, la vicenda del salvamento di Venezia rimane aggrovigliata e controversa e con essa il progetto Mose deputato alla difesa dalle «acque alte» dell'intero comprensorio lagunare. Ancora oggi resta l'indecisione sul futuro delle opere: chi ritiene indispensabile proseguire speditamente negli interventi (ma sembra manchino i fondi); chi considera il progetto devastante per l'ambiente tanto labile e delicato; chi richiede da subito il fermo dei lavori. Recentemente, si è aggiunta al coro dissonante la Royal Geographic Society inglese, che ha prefigurato la sorte, ahimè, triste ed ineluttabile (secondo loro) di Venezia. Di recente, molto importante è stato il lavoro svolto dal «gruppo di esperti» costituito dal Sindaco per l'esame comparativo degli interventi al Mose : l'analisi condotta è stata approfondita ed attenta, con giudizio finale incerto sulle «barriere mobili» sommerse. Tuttavia è da considerare e da tener presente che le cosiddette opere complementari - le conche ai porti, le «lunate» a mare, l'isola del Bacan; le altre opere fisse, cioè quelle che meno riflettono i criteri di sperimentabilità, gradualità, reversibilità, ecc. indicati dal Comitatone del 3 aprile 2003 - sono ormai in fase di completamento o già definite (e non più eliminabili) ma che possono essere ugualmente utilizzate. Resta da realizzare il «complesso delle barriere mobili», o altro dispositivo alternativo, direttamente deputato alla difesa di Venezia, cioè quelle opere che almeno in parte dovrebbero presentare i caratteri di reversibilità richiesti e che in futuro, se ritenute superate e necessariamente rinunciabili per causa di variazioni climatiche, di subsidenza accentuata; di progressivo eustatismo per effetto serra e/o scioglimento delle calotte polari, potranno essere eliminate senza lasciare pesanti tracce. Nell'immediato futuro, lo scenario possibile e proponibile dovrebbe contemplare la moderazione alle bocche dei tre porti per assolvere temporaneamente, in un periodo relativamente lungo, alla difesa della laguna dalle alte maree; nel frattempo si possono sperimentare nuove tecniche, come ha proposto di recente il Sindaco prof. Cacciari, ricordando l'esperimento condotto a Poveglia tra il 1971 e 1972, dove, con iniezioni profonde di particolari miscele, si ottenne il sollevamento del terreno e di alcuni edifici senza provocare danni: «bisogna riprender e il grande problema del rialzo della città: le tecnologie ci sono» (Gazzettino di Venezia del 16 novembre 2005). Analogo concetto ha sostenuto il prof. D'Alpaos, cattedratico dell'Università di Padova, che ha ritenuto «un errore grave aver abbandonato tali sperimentazioni». in merito sono state prospettate e proposte diverse soluzioni: iniezioni di acqua o di miscele solide nelle falde a 30 metri di profondità; sollevamento dell'intero cratere lagunare mediante iniezioni di anidride carbonica o acqua di mare a 600/800 metri, utilizzo di pozzi verticali ed altre, oltre alla più soffice ed idonea tecnica utilizzata qualche anno addietro per riqualificare la «casa dei sette camini», sollevata di circa 40 cm con speciali martinetti. In pratica le possibilità ci sono: occorre procedere sperimentando, «provando e riprovando», nel tessuto urbano con prudenza e determinazione, consapevoli di poter consegnare alle generazioni future una strepitosa Venezia salvata dalle acque (altro che la nuova Disneyland!). Ma allora... non era un'utopia.

Alessandro Sbavaglia, già presidente del Magistrato alle Acque

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15/06/2006 - Linea 1 e aumenti, Salvadori replica all'Ava: «Ma quale batosta! I veneziani sono tutti con me»

Tratto da "Il Gazzettino" del 15/06/2006

«Ma quale batosta! Nessuno vuole perseguitare i turisti, sia chiaro. E non mi sembra che 8 euro sia una cifra esagerata per un giro completo del Canal Grande, confrontata, ad esempio, con i prezzi di Londra o Parigi». L'assessore al Turismo Augusto Salvadori ha preso decisamente male l'intervento del presidente dell'Ava, l'Associazione albergatori, Franco Maschietto che ha criticato duramente la scelta dell'amministrazione comunale di aumentare da 5 a 8 euro il prezzo del biglietto per i turisti che vogliono usufruire della linea "1" paragonandola ad una penalizzazione seconda soltanto all'introduzione della tassa della Ztl.«I veneziani sono tutti con me - ha continuato - e questo è un segnale che stiamo andando nella direzione giusta. Non voglio scendere in polemica con Maschietto dato che ci sono cose ben più importanti da fare per il rilancio economico della città. Ma non è più tollerabile, per i residenti della città, dover saltare le corse per sovraffollamento o riuscire a salire sul vaporetto e essere costretti a stare stipati come sardine. I turisti , ai quali chiediamo una collaborazione per la migliore vivibilità di Venezia da parte di tutti, non saranno affatto penalizzati dato che, per il tratto San Marco-ferrovia-piazzale Roma, potranno prendere comunque le linee "82", "3" e "4" sempre al costo di 5 euro».Salvadori esclude categoricamente la possibilità di operare una differenziazione tra turisti pendolari e alloggiati in centro storico, proposta dagli imprenditori. Ma su una cosa il battagliero assessore è d'accordo con il presidente degli albergatori.«E' evidente - ha annuciato infatti - che gli aumenti riguarderanno soltanto il periodo estivo e tutti quelli, come il Carnevale o le festività natalizie, in cui l'affluenza di turisti è più alta».Salvadori ha sottolineato anche che il bigliettaio dovrà fornire un servizio di informazione al visitatore consigliandogli la tariffa più conveniente. Ma l'avvocato non ci sta alle critiche di Maschietto sulla mancanza di punti di accoglienza.
«La legge regionale 33 del 2002 - ha spiegato - ne ha assegnato le competenze alla Provincia che, a sua volta, le ha trasferite all'Apt, l'Azienda di promozione turisti ca. E devo dire che a Venezia ce ne sono almeno sei e lavorano molto bene».Roberta Benedetto

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