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Archivio News

14/01/2005 - Ripa di Meana: «Il Mose va fermato»

Tratto da Il Gazzettino del 14 gennaio 2005 - pag. II

La candidatura di Carlo Ripa di Meana a sindaco per la Lista Civica Verde Boato - Zitelli e per quella del Movimento dei Lavoratori è stata il frutto di una «naturalissima ricerca reciproca». Lo ha detto lo stesso Ripa di Meana illustrando i motivi della sua decisione. «Ho da sempre un ardente amore per Venezia » ha detto, aggiungendo che di questa città ha continuato ad occuparsi, pur se da lontano, «anche quando ho lasciato la città dopo dieci anni di lavoro per la Biennale come Presidente e come Consigliere».
Ripa di Meana ha quindi ricordato i rapporti di amicizia e di lavoro con Michele Boato e Andreina Zitelli, i due esponenti politici che hanno dato il nome alla lista civica e sono il motore della sua candidatura assieme al rappresentante del Movimento dei Lavoratori Maurizio Contavalli. Ripa di Meana si propone di «offrire una proposta degna del rango di Venezia , complessa, molto tesa oltre il territorio del grande Comune, che si esprima sulla complessità dei problemi». Il programma completo sarà presentato dal candidato sindaco verso la metà di febbraio, ma già da ora ne ha fornito alcune anticipazioni. «La realizzazione del Mose va fermata - ha detto -. Su quest'opera non si può sbagliare: la posta in gioco è la sopravvivenza della città». Secondo Ripa di Meana, «gli interventi di salvaguardia vanno ripensati; resi ambientalmente compatibili e riesaminati alla luce dei cambiamenti climatici e della reale capacità di previsione delle maree».
Ripa di Meana ha anche parlato di «ruolo velato» del Magistrato alle Acque di Venezia , accusato di non rispondere a requisiti di esperienza e indipendenza. Sempre in tema di salvaguardia ambientale e monumentale, Ripa di Meana ha auspicato la creazione di «un porto attrezzato per il turismo della grandi navi da crociera fuori dal Bacino di San Marco», secondo la proposta del segretario regionale dei Ds Cesare De Picocli, e l'estensione del risanamento della città all'edilizia minore, con una revisione della Legge speciale, «che deve orientarsi a divenire strumento di incentivo economico per i giovani che vogliano vivere o venire a vivere a Venezia ».Un altro punto del programma di Ripa di Meana riguarda il tema «chimica e salute»: «L'era industriale della chimica di base a Venezia - ha ribadito - deve essere considerata conclusa»; prioritaria, a suo avviso, è la dismissione guidata della chimica della filiera Cloro a Porto Marghera. Per quanto riguarda l'innovazione scientifica e tecnologica, il candidato sindaco ha in programma «un'azione straordinaria di investimenti coordinati» e la «totale rifondazione del centro Vega, ridotto a solo contenitore di imprese e non una fucina di intelletti per l'impresa».
Relativamente alla sublagunare, Ripa di Meana ha espresso perplessità in particolare per quanto riguarda i costi, rilevando che «è bene che le risorse vadano alle priorità incisive». Il candidato sindaco si è quindi soffermato sui punti relativi alla cultura («Venezia - ha osservato - deve ritrovare la sua dimensione di città internazionale attraverso l'attrazione permanente di iniziative culturali nel campo delle arti e dell'ambiente») e alla sostenibilità urbana, per la quale, secondo Ripa di Meana, devono essere resi obiettivi reali quelli relativi al moto ondoso, alla viabilità lagunare, al verde, viabilità e aria pulita a Mestre.
L'ex presidente della Biennale ha infine detto la sua sull'ipotesi di acquisto di Palazzo Grassi da parte del Comune, attraverso il Casinò. «Non ho pregiudizi sull'acquisto di immobili illustri per una immediata utilizzazione - ha detto -, sempre che questo non pregiudichi altre iniziative urgenti».
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14/01/2005 - Caparozzoli, stop alla pesca gestita

Tratto da "Il Gazzettino" del 14 gennaio 2005 - pag. XIII

Chioggia - Stop da domani alla pesca gestita dei caparozzoli in laguna di Venezia , autorizzata dalla Provincia lo scorso dicembre in deroga al provvedimento che ha bloccato questa attività ancora lo scorso mese di luglio. Le ragioni di quel provvedimento, scarsità di prodotto nelle aree in concessione, ci sono ancora tutte. Solo la possibilità di operare nell'area 5 potrebbe far riaprire questa attività. Per farlo bisognerà comunque attendere l'esito di controlli da parte della Regione, previsti per i primi giorni di febbraio. In precedenza era stata infatti rilevata presenza di salmonella successivamente non più riscontrata. Tanto che se anche a febbraio permarrà questa situazione e tenendo conto dell'estensione dell'area 5, quasi 500 ettari, la pesca gestita potrà riprendere.
In attesa, l'unica attività di pesca sarà quella effettuata manualmente con un massimo di 40 chili di prodotto raccolto al giorno.
L'altra scadenza, quella delle concessioni (anche per i vivai) risulterà capitale in ordine alle decisioni che la Provincia vorrà assumere e che dovrebbero essere rese note entro quest'oggi. Fin qui concessionario di tutte le aree da dedicare al vivaismo e alla pesca gestita è stato il Covealla. Ieri l'assessore provinciale alla Pesca, Luigi Solimini, ha riunito il tavolo tecnico, che ha analizzato il problema in tutti i possibili dettagli ed ha fornito all'assessore gli elementi per una decisione riguardo alle concessioni.
Il momento attuale non è certo dei più facili. "Il Covealla - afferma il direttore di questo Consorzio, Franco Pavanello - assume tutte le responsabilità che gli competono. L'elemento fondamentale, se si vuole che la crisi attuale consenta al settore di uscirne fuori più forte, è dato dalla convinta collaborazione di quanti hanno competenza in laguna". Ci sono programmi che vanno rivisti, procedure che vanno velocizzate ma, sottolinea Ravanello, "c'è anche del buono come le procedure per la raccolta del seme o anche la pesca gestita col controllo dei pontoni ed il visto per i pescatori, che va mantenuto". Insomma, a dispetto dei partigiani del "tanto peggio tanto meglio" progressi in laguna ne sono stati fatti: uno fra tutti: la decisione della grande maggioranza degli operatori di dedicarsi all'allevamento.
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13/01/2005 - «Evc, fuga per colpa del vapore»

Tratto da "Il Gazzettino" del 13 gennaio 2005 - pag. IX

Per l'azienda Evc, la fuoriuscita di gas acidi del 9 marzo 2001 non sarebbe stata dovuta alla corrosione della tubazione del reparto cv 22-23 del Petrolchimico, ma piuttosto all'immissione di vapore. In ogni caso però per il pm Felice Casson - che sostiene l'accusa al processo in corso davanti al giudice monocratico Chiara Bitozzi, alla sede mestrina del Tribunale di Venezia - nemmeno questo intervento sarebbe stato collaudato e non sarebbe avvenuto nel rispetto delle buone pratiche di gestione degli impianti a rischio industriale.Pio Forzati, consulente di Evc, la multinazionale responsabile della lavorazione del cloruro di vinile monomero (cvm) a Porto Marghera, ha riposto ieri alle domande poste dal Pm Casson e dal suo consulente Luigi Mara durante una nuova udienza del processo partito l'anno scorso. E il Pm è subito entrato nel vivo: "In un rapporto aziendale del '90 si afferma che era già pregiudicata l'efficienza proprio di quella linea del reparto cv 22-23; anni dopo si decide di intervenire anche con l'immissione di vapore, ciò non aggrava la situazione?" In risposta alla pubblica accusa, la tesi sostenuta da Forzati è che comunque la tubazione, interessata dalla fuoriuscita, sarebbe stata soggetta ad una velocità di corrosione modesta e non vi sarebbe nesso causale neanche in relazione al fatto che l'azienda, dopo il '90, per anni non ha controllato lo spessore delle tubazioni. Inoltre per Forzati il vapore non si sarebbe miscelato alle altre sostanze e non avrebbe provocato perciò una ulteriore corrosione del tubo. Ieri il consulente Evc ha anche risposto alle domande poste da Umberto Belluco consulente di Regione e Comune di Venezia rappresentati dall'avvocato Marco Vassallo. Per Evc l'incidente del 2001 sarebbe stato comunque di proporzioni molto ridotte e avrebbe comportato la fuoriuscita soltanto di 9 chili di acido. Di diverso parere, l'accusa che sostiene che sarebbero usciti 622 chili di gas acidi, tra i quali 31 chili di acido cloridrico, tutte sostanze tossiche e corrosive. Altre udienze del processo sono in calendario per il 2 febbraio, il 23 e il 30 marzo. La sentenza è prevista il 1 aprile.
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13/01/2005 - Altra giornata di acqua bassa

Tratto da "Il Gazzettino" del 13 Gennaio 2005 - pag. III

VENEZIA - Altra giornata di acqua bassa, quella di ieri. Il minimo (meno 70) registrato dal mareografo di Punta della Salute, si è verificato alle 18,05. Per la giornata odierna il Centro previsioni e segnalazioni maree del Comune di Venezia , ha calcolato una punta di meno 60 alle 18,40.
All'origine del fenomeno, che si sta protraendo oltre le aspettative, è il persistere di una vasta area di alta pressione atmosferica, dovuta all'anticiclone delle Azzorre, da qualche giorno centrato sull'Italia centro-settentrionale, che nei giorni scorsi ha raggiunto una punta massima di 1033.6 hPa, in presenza di leggeri venti di direzione ovest - nord-ovest: ciò tende a "svuotare" l'alto Adriatico spingendo le acque verso Sud.
Tutti i cittadini possono leggere gli Sms che tengono informati in tempo reale sulla situazione meteo inviando il messaggio "marea" al numero 33999.41041.
L'iscrizione al servizio è gratuita e può essere ottenuta seguendo le istruzioni da "Previsioni maree" nella home page del sito Internet del Comune (www.comune.venezia .it).
Per le previsioni è attiva 24 ore su 24 comunque anche la segreteria telefonica al numero 041.24.11.996.

News correlata a: [ Erosione ] [ Acqua Alta ]

 

13/01/2005 - Venezia: L'eccezionale bassa marea

Tratto da "Il Gazzettino" del 13 gennaio 2005 - pag. III

L'eccezionale bassa marea registrata in questi ultimi giorni (il minimo, meno 77, si è toccato alle 16,45 di lunedì scorso) ha provocato disagi non soltanto agli utenti Actv che si sono visti sospendere oppure modificare i percorsi delle linee, ma anche agli operatori del Suem che in molti casi hanno dovuto ormeggiare l'idroambulanza prima del previsto e proseguire a piedi verso il luogo dell'emergenza.
«Fortunatamente - ha spiegato il responsabile Lodovico Pietrosanti - non si sono verificati ritardi significativi negli interventi, ma qualche problema in effetti c'è stato, soprattutto nelle zone di Santa Croce e Dorsoduro, oltre che al Lido, per quanto riguarda la darsena di fronte all'aeroporto Nicelli a San Nicolò. Ma in quest'ultimo caso si tratta di un problema di vecchia data dovuto alla conformazione del ponte e dunque di difficile soluzione. Niente di grave comunque, le operazioni di soccorso non sono mai state ostacolate e i pazienti non ne hanno sofferto. La bassa marea ci crea gli stessi disagi del fenomeno opposto, ma non si tratta di un disagio insormontabile. Il problema principale in realtà è costituito dal piede delle barche che ci costringe a rinunciare al motore oppure a avanzare molto lentamente. La cosa migliore rimane sempre fermarsi e procedere a piedi». Non esiste un vero e proprio piano di emergenza dei soccorsi previsto nei casi di bassa marea, ma piuttosto sono gli stessi operatori a rendersi conto della situazione dei canali e imboccare percorsi alternativi.
«I problemi che stiamo vivendo in questi giorni - ha concluso Pietrosanti - sono di gran lunga inferiori a quelli provocati per esempio dalla campagna degli scavi».
Nemmeno i Vigili del fuoco di Venezia hanno dovuto affrontare particolari emergenze dovute all'acqua bassa. Soltanto, nel primo pomeriggio di ieri, verso le 15, sono dovuti intervenire nel Rio dell'Assenza a Cannaregio per recuperare una pattanella di 7 metri che era affondata probabilmente perché la cima si era incastrata sulla palina consumata e la secca eccezionale ne ha provocato l'inclinazione.
Per il resto la situazione si è mantenuta piuttosto tranquilla.
«Indubbiamente la bassa marea provoca molti problemi - ha detto Carlo Viviani, responsabile dei pompieri in servizio ieri mattina - soprattutto per quanto riguarda le manovre di retromarcia. Generalmente valutiamo la situazione di volta in volta per capire come muoverci e quali siano i canali più profondi da utilizzare per la navigazione. Quindi ci regoliamo in base alle zone».
Dai Vigili del fuoco si lamenta in particolare la necessità di poter disporre di un sistema di aggiornamento in tempo reale della misurazione batimetrica, al fine di agevolare al massimo le operazioni e valutare in maniera più veloce l'eventualità di seguire percorsi alternativi per giungere più rapidamente sui luoghi degli interventi.
Per quanto concerne, infine, Actv va ricordato che le difficoltà maggiori per il passaggio dei battelli di linea si concentrano prevalentemente nel rio di Cannaregio. In quella zona della città, infatti, quando c'è l'alta marea i mezzi fanno fatica a passare sotto i ponti e quando c'è la bassa marea non riescono a proseguire regolarmente. Si tratta di una situazione difficilmente superabile. A questo punto c'è chi dice che una soluzione al problema potrebbe essere rappresentata dalla realizzazione della sublagunare.

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