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Autore: ENZO PEDROCCO

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14/06/2006 - A proposito di MoSE e Acqua Alta

Tratto da "Il Gazzettino" del 14/06/2006

Per approvare e far giungere ad un quarto di compimento le opere di salvaguardia chiamate Mose sono già passati quarant'anni da quel rovinoso e ripetibile evento alluvionale del 4 Novembre 1966.
A causa del crescente inquinamento dell'atmosfera e del conseguente ingovernabile effetto serra, ovunque, nel pianeta, insorgono violenti e imprevedibili tempeste. Nessuno può allora escludere con la necessaria certezza, la possibile, sciagurata ripetizione di una violenta sciroccata in alto Adriatico per casuale ed eccezzionale bassa pressione barica localizzata nell'ambito del Capo Corso o del Golfo di Genova.
Ecco allora che io mi domando e Vi domando chi sarà responsabile di un nuovo e non certo augurabile violento invaso mareografico dell'intera laguna per avere ritardato o addirittura sospeso gli attuali lavori di sbarramento alle bocche di porto?
Tutto è perfettibile si sa, ma io mi domando e Vi domando ancora perché, essersi mossi con tanto ritardo? E perché tanta certezza in opere alternative di rapida attuazione ed efficacia? Vi richiamo alla mente le pericolose e sconvolgenti bizzarrie meteo marine delle quali ho deto poc'anzi e dei cui danni provocati in America ed in Estremo Oriente siamo stati attoniti spettatori televisivi come nel recente caso dell'allagamento della città di New Orleans. Occorre prudenza. Bando dunque ai ritardi. Bisogna far presto a metterci in sicurezza.
Mi auguro allora che i controlli richiesti dal Comune e non condivisi da tutti, siano fatti con intelligenza, con senso di responsabilità, con competenza e, soprattutto, senza ulteriori perdite di tempo. Anche il porto, quale maggiore risorsa economica ha bisogno di certezza circa la sua agibilità dinamica ogni tempo.
In questi tempi di modernità e di avanguardie scientifiche credo nelle capacità degli uomini. Non raccolto le ironiche provocazioni di certa stampa inglese che vorrebbe lasciarci affondare. Di certo non vorrei neppure che, per incapacità o litigi o tenzoni poliche ci vedessimo costretti a pregare la Carissima Madonna della Salute di Salvare Venezia dalle acque alte come nel miracolosa caso delle passate pestilenze.

Ferruccio Falconi

News correlata a: [ Progetti e ricerche su Venezia ] [ Acqua Alta ] [ Dibattito sul Mose ]

 

14/06/2006 - Gli albergatori bocciano l'aumento della Linea 1 solamente per i turisti

Tratto da "Il Gazzettino" del 14/06/2006

L'Associazione veneziana albergatori si oppone al progetto di aumentare il biglietto dei vaporetti della linea 1 da 5 a 8 euro e alla proposta di creare dei varchi differenziati per i turisti agli imbarcaderi. «Otto euro sono effettivamente eccessivi - afferma il presidente dell'Ava, Franco Maschietto - soprattutto se la tariffa viene applicata alla linea 1, considerata strategica per la circolazione in città dei turisti che risiedono negli alberghi. Sarebbe la ciliegina sulla torta dopo la creazione della tassa delle Ztl. In questo modo si rischia di far scappare i turisti da Venezia. Oppure, al contrario, pur di non pagare i soldi del biglietto dell'Actv la gente potrebbe riversarsi nelle calli intasando così il traffico pendolare».Esistono alternative per agevolare i residenti all'imbarco dei vaporetti? «Prima di tutto dovrebbe essere apportata una doverosa differenziazione tra turisti pendolari e pernottanti - spiega il presidente - I turisti che risiedono negli hotel di Venezia dovrebbero essere trattati come turisti residenziali perché creano economia per la città e quindi dovrebbero essere considerati in maniera differente rispetto ai pendolari. La responsabilità di concretizzare nella realtà questa differenziazione tra turista residente e pernottante spetta alla pubblica amministrazione. Una provocazione potrebbe essere proprio quella di creare dei biglietti elettronici ad hoc, oltre che per i veneziani residenti, anche per i turisti che alloggiano negli hotel. Oppure creare una corsia differente, rispetto ai pendolari, a chi arriva all'imbarcadero con la valigia o il coupon dell'albergo dove è diretto. Queste sono soltanto idee, è ovvio che la decisione spetta all'amministrazione comunale».
«Spero - aggiunge Maschietto - che l'aumento dei biglietti sia limitato soltanto al periodo estivo, quando si verificano le maggiori difficoltà di accesso ai vaporetti per i veneziani. Perché se l'aumento dovesse essere protratto anche nei mesi invernali la città ne soffrirebbe molto: non dobbiamo dimenticare che proprio nei mesi invernali, quando cioè si registra la minor affluenza di visitatori, Venezia risente negativamente a livello economico del periodo della diminuzione dei flussi turisti ci».
«In secondo luogo è fondamentale istruire gli stranieri attraverso personale qualificato multilingue, in particolare inglese, tedesco e francese, così come avveniva in passato, identificabile con un'apposita targhetta al quale dovrebbe essere affidato il ruolo di regolare il traffico turisti co, informando gli stranieri sulle linee da utilizzare per raggiungere la destinazione dellhotel. E poi mi chiedo perché gli ospiti degli alberghi dovrebbero pagare ancora? Gli albergatori pagano già per loro».Maschietto conclude attaccando Salvadori: «L'assessore oltre a chiamare a raccolta gli albergatori per spiegare loro come devono comportarsi i turisti una volta giunti a Venezia, dovrebbe anche predisporre un apposito servizio di accoglienza e d'informazione nei punti strategici della città come Piazzale Roma, Rialto, Stazione ferroviaria di Santa Lucia e Accademia. Salvadori dovrebbe occuparsi del turismo e non solo del decoro».

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14/06/2006 - Venezia: le polveri dell'Enel e dell'Eni meno colpevoli del previsto

Tratto da "La Nuova" di Venezia del 14/06/2006

Le indagini volute dalla procura di Venezia sugli sforamenti delle polveri sottili indicano le industrie meno colpevoli di quanto previsto. Anche se dal punto di vista quantitativo le centrali dell'Enel e il polo Eni danno un contributo rilevante, almeno la metà del PmlO da loro prodotto non ricade sul territorio veneziano, ma si disperde su un'area molto più vasta. Intanto Venezia nei primi 6 mesi di del 2006 ha già raggiunto (al 14 giugno) 82 giorni di sforamento.
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12/06/2006 - Trasporti e MoSE... «Troppe indecisioni»

Tratto da "Il Gazzettino" del 12/06/2006

Il professor Pier Francesco Ghetti è a Venezia dal '91. Quindici anni segnati dai soliti «temi ricorrenti», per usare le sue parole: dal Mose al futuro di Marghera, dalla città metropolitana a quella multipolare, dalla sublagunare ai temi della logistica in genere. Temi ricorrenti per cui non si arriva mai a un punto fermo. «Ma le decisioni, a un certo punto, bisogna pur prenderle - si scalda il rettore di Ca' Foscari -. Non si può continuare a parlare per anni e anni. Anche la decisione ha un suo tempo. E in questa logica dei temi ricorrenti c'è qualcosa che non quadra. É il segno di una società in crisi marcia». L'esempio principe, naturalmente, è quello del Mose . «Quando sono arrivato qui, come idrobiologo, subito i giornalisti mi hanno posto l'inevitabile domanda: Mose sì o Mose no - racconta Ghetti -. Inizialmente non sapevo bene di cosa si parlasse, poi mi sono informato, ma mi sono guardato bene dal rispondere. Il problema vero è che non si può continuare a non decidere». Ma il rettore porta anche altri esempi, come quello della bonifica di Marghera: «Nella nostra facoltà di Scienze ambientali ci sono tutte le competenze. Basta decidere...». O come quello della logistica: «É da quando sono arrivato qui che sento parlare di città multipolare, allargata, metropolitana. Ma di cosa stiamo parlando se per spostarsi da Venezia e Mestre si perde ancora più di un'ora. Il collegamento Piazza San Marco piazza Ferretto dovrebbe essere garantito in 20 minuti. Questo dovrebbe avvenire in una città normale. Invece quello che accade è che, ad esempio, per raggiungere il Vega in macchina da Venezia devo arrivare fino a Mestre e tornare indietro. E poi mi si parla di logistica».

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10/06/2006 - Venezia condannata dagli Inglesi: non è più bella e il mare comunque se la riprenderà

Tratto da "Il Gazzettino" del 10/06/2006

È impossibile salvare Venezia, meglio rassegnarsi all'idea di perderla per sempre.
Così dice l'autorevole Times, raccogliendo il malinconico grido di dolore dei suoi lettori, che vedono ormai nella città lagunare un orribile centro turistico a tutto campo, dove si è perduta ogni idea di bellezza e di cultura.
Forse gli inglesi esagerano per troppo amore (da sempre sono incantati da Venezia e dai suoi angoli), ma gli argomenti con cui sostengono la conclusione non sono da buttare o da sottovalutare. Venezia non è più bella, dicono, si è trasformata in un orrendo luogo dove si vendono ricordi e immagini del passato, e dove non c'è alcun riguardo per il presente.
Soprattutto sprofonda di dieci centimetri a secolo, e il ritmo accellera di anno in anno. Di conseguenza neppure il Mose la salverebbe per molto tempo.
Tra qualche decennio, quella che fu la più bella città del mondo, sprofonderà comunque nel mare, Mose o non Mose , e quindi non vale neppure la pena di spendere tanti soldi per procrastinare di poco un destino ormai segnato.

Ennio Fortuna

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