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News della sezione Acqua Alta

07/09/2006 - Pecoraro vuole un Mose diverso e chiede una variante al progetto

Tratto da “Il Venezia” del 07.09.2006 – pag. 29
Di Marianna Bonso (venezia@epolis.sm)

«Niente strutture fisse alle bocche di Porto, lo sbocco finale dell’opera va cambiato con una variante che faccia risparmiare tempo e denaro» così il ministro all’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha commentato il Mose da Ca’ Farsetti dove, tra gli altri, ha incontrato il presidente della provincia Zoggia e sindaco Cacciari.
UN AFFONDO dietro l’altro perché il Ministro ha ribadito che: «Sull’opera manca il progetto generale, la valutazione d’impatto ambientale, la previsione di spesa per la manutenzione» aggiungendo la volontà del ministero di «Effettuare una moratoria sui lavori che rischiano di creare irreversibilità, la variante è la soluzione finale, ad un problema stagionale ci vuole una risposta stagionale». Ovvero paratie mobili e removili, più economiche e meno impattanti, come descritto nei progetti alternativi presentati dal Comune perché ribatte il Ministro: «Senza il consenso del Comune della città lagunare l’opera non può certo proseguire». Un vero successo per la giunta Cacciari che è sempre stata di traverso al Mose, approvato dalla giunta precedente, quella di Paolo Costa. Ma c’è di più: Pecoraro Scanio ha spiegato che: «Il Consorzio Venezia Nuova non è autorizzato a scavare – come invece sta facendo da mesi – e se lo fa va certamente contro la legge». Un’accusa pesante soprattutto perché viene dalla bocca di un ministro. Il materiale acquisito alle bocche di porto dai carabinieri del nucleo ambientale nel frattempo è stato verbalizzato e Pecoraro Scanio ieri ha fatto sapere che presto «Verrà tutto trasmesso all’autorità giudiziaria». Idem per il materiale acquisito dal Comune che è stato consegnato all’autorità giudiziaria martedì. Quello di fine settembre si preannuncia un comitatone pepato e vivace perché la posizione sul Mose all’interno della maggioranza non è affatto unitaria. «Al comitatone, se non troveremmo l’accordo andremmo al voto, così che ognuno si possa prendere la responsabilità della decisione espressa, sia se si deciderà di proseguire con l’opera, sia se, come auspico, si approverà la variante al progetto ». Affiancato dai verdi Luana Zanella, Gianfranco Bettin, Beppe Caccia, Ezio Da Villa, Pecoraro Scanio, in serata ha raggiunto la località balneare di Caorle, dove era ospite della festa della Margherita, in corso per tutta questa settimana.

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02/08/2006 - Mose, tutti i documenti a Palazzo Chigi

Tratto da "Il Gazzettino" del 02.08.2006 - pag II

Il corriere partirà da Ca' Farsetti questa mattina, portandosi appresso una valanga di carte: «Otto, forse dieci faldoni», dice il capo Gabinetto del sindaco, Maurizio Calligaro. Nei faldoni diretti a Palazzo Chigi ci sarà la summa dei progetti alternativi al Mose: gli atti delle sedute delle competenti Commissioni consiliari e i risultati del gruppo di lavoro comunale; i documenti del gruppo di lavoro sui progetti alternativi; gli atti delle giornate di confronto tecnico pubblico a Ca' Farsetti; l'approfondimento di due-tre progetti ritenuti migliori dal gruppo di lavoro e portati a livello di vero progetto di massima; una proposta per sperimentare una prima chiusura parziale alle bocche di porto, verificando quanto possa incidere sui picchi di marea. Nei faldoni mancheranno solo le carte sullo stato di avanzamento dei lavori in corso alle bocche di porto: «Abbiamo chiesto progetti e contratti al Magistrato alle acque almeno una decina di giorni fa, ancora non abbiamo avuto risposta», dice Calligaro.
L'invio delle carte è stato richiesto dalla stessa presidenza del Consiglio dei ministri che mercoledì 31 luglio ha avviato l'istruttoria delle proposte integrative in materia di difesa delle acque alte, appunto il "progetto Mose", provenienti dal Comune di Venezia. L'iniziativa - si legge in una nota di Palazzo Chigi diffusa ieri dall'agenzia di stampa Ansa - fa seguito al Comitatone dello scorso 20 luglio. Il primo passo di tale istruttoria è costituito dalla richiesta formale, da parte della presidenza del Consiglio, di tutta la documentazione ufficiale in possesso del Comune di Venezia, affinché la si possa mettere a disposizione dei soggetti istituzionali interessati, dai quali avere, quanto prima, le relative valutazioni tecniche di competenza.
Questo lavoro istruttorio in pieno agosto dovrà essere concluso per ottobre, quando presumibilmente si terrà la seconda seduta - forse a Venezia - del Comitatone. I lavori del Mose, nel frattempo, procedono.

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28/07/2006 - NoMose pronti alla «campagna d'estate»

Tratto da "Il Gazzettino" del 28/07/2006

Saranno due mesi caldi per l'Assemblea Permanente NoMOse, che ieri ha annunciato, a Ca' Farsetti, le prossime iniziative per "disturbare" i cantieri alle bocche di porto. Da convegni a punti informativi, da manifestazioni a visite in loco: è un calendario fitto di appuntamenti quello che si snoderà da agosto fino a fine settembre, data in cui si prevede la seconda riunione del Comitatone.
Si inizierà già nei primi giorni del prossimo mese, come ha illustrato Luciano Mazzolin, con una serie di incontri con parlamentari nazionali ed europei che andranno a verificare di persona l'evolversi dei lavori. A metà agosto arriverà a Chioggia "Goletta verde" e insieme si darà vita a una manifestazione sui cantieri. Dalla fine di agosto si terrà a Rialto la festa di Rifondazione: in quell'occasione, sarà istituito un punto fisso dell'Assemblea che distribuirà materiale informativo. La festa vedrà la partecipazione del presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano.
Il 31 agosto ci sarà invece un dibattito con i parlamentari sul Mose e sulle grandi opere e verrà studiato un evento anche sui cantieri. Ma non è finita: domenica 3 settembre, durante la Regata Storica, tutta la riva di Rialto sarà trasformata nella "riva NoMose" con striscioni e manifesti contro l'opera. In contemporanea, al Lido si svolgerà il "Global beach" che vedrà la presenza di un campeggio internazionale NoMose al quale parteciperanno giovani di tutte le nazioni per manifestare il proprio dissenso al Mose.
Anche la Mostra del Cinema sarà l'occasione di spicco per portare la stampa estera a visitare i cantieri. Infine, a metà settembre la commissione ambiente del Senato verrà a verificare "de visu" i cantieri. Non va comunque dimenticato che è stato istituito un Comitato popolare di controllo che monitorerà i cantieri e sporgerà denuncia contro qualsiasi attività che riterrà pericolosa per la laguna.
«Siamo convinti che questi due mesi saranno decisivi per il futuro del Mose - afferma Salvatore Lihard, segretario della Cgil - nella seduta del Comitatone non è stato rispettato il programma elettorale dell'Unione, c'è stata una discrasia tra il Comitatone e la commissione ambiente del Senato e c'è stata troppa superficialità e poca conoscenza della materia. Eppure, siamo ad un passo dal mettere mano al processo irreversibile e secondo noi il Comitatone non ha ha ancora questa consapevolezza».
Gli aderenti all'Assemblea hanno sottolineato come esistono leggi tuttora vigenti che il Parlamento non ha messo in opera per la salvaguardia di Venezia e che vanno contro il concessionario unico. «Ci aspettiamo che venga rispettata la data del 30 settembre per la seduta del Comitatone, questo per evitare che si arrivi al punto di non ritorno», conclude Lihard, secondo cui i lavori allo stato attuale sono al 10 per cento e la manutenzione dell'opera richiederà 80 milioni di euro l'anno e non 12 come annunciato.
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23/07/2006 - Ma non è Venezia che si deve adattare

Tratto da “Il Gazzettino” del 23/07/2006

Come Penelope, da mesi in Comune tessono di giorno la tela delle ordinanze sul traffico acqueo e di notte la disfano al primo starnutire delle categorie. È davvero un paradosso, perché se c'è qualcuno che staziona permanentemente nelle anticamere del Palazzo sono proprio i rappresentanti di tassisti e trasportatori, coi quali l'amministrazione "concerta" fino all'ultima virgola le ordinanze che poi durano lo spazio di un mattino.
E ogni volta si assiste alla stessa manfrina: ritocchi (fuor di eufemismo: cedimenti) in cambio dell'impegno al rispetto della legalità e delle regole. Le sorti future sono immancabilmente magnifiche e progressive, scopriamo che presto avremo perfino un "vero" servizio di taxi, ma intanto si riapre Rio Novo, si riapre il rio della Canonica con condizioni formali e incontrollabili, si annuncia la ridefinizione, e non certo al ribasso, delle tariffe. Per andare in taxi dal centro di Roma all'Aeroporto - 45 minuti di viaggio - si pagano 35 euro; dalla Stazione a San Marco quanto? Non si sa, ma non meno di 70 euro.
Perché per una volta in Comune non provano a fare il contrario? Perché non "concertano" con le disinteressate associazioni che si battono contro il moto ondoso, e in attesa che gli operatori rispettino legalità e regole, che dovrebbe essere la norma, non tengono ferme ordinanze studiate a tutela della città?
In realtà, in Comune non ce la faranno mai, vittime di un fatale errore di prospettiva: cercano di adattare Venezia al traffico, e non il traffico a Venezia. Non che siano miopi, preferiscono così per evitare lo scontro con le categorie organizzate, dato che gli interessi generali della città sono diffusi e dunque, di fatto, senza rappresentanza.
La ricetta, in fondo, sarebbe semplice: riduzione di stazze, potenze, velocità; efficaci controlli; rottura dei contingenti legata all'introduzione dei minitaxi e alla verifica dei sostituti alla guida, per dare alla città un vero servizio e porre fine alla manfrina "regolari" e "abusivi". E magari anche un bel servizio di "taxi a remi", ovvero le vecchie gondole "da corsa".
Ci proveranno in Comune? Ci permettiamo di dubitarne.
Silvio Testa
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22/07/2006 - Cacciari: «Nessuna decisione sui lavori del Mose»

Tratto da "Il Gazzettino" del 22/07/2006

«Se Venezia lo vorrà, lo si farà, se non lo vorrà, discuteremo di progetti diversi». Così sul Mose il leader della Quercia, Piero Fassino, a Venezia il 24 marzo. «Sul Mose faremo come vuole Massimo». Cioé Cacciari. Così Francesco Rutelli, da poco nominato vicepremier. Sembrava un minuetto, ma ora tra Venezia e il Governo è guerra. Troppo dura, per Cacciari, ingoiare la musata presa l'altroieri in Comitatone, con la decisione, annunciata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, che i lavori del Mose vanno avanti, anche se entro un paio di mesi verrà affrontata la valutazione delle alternative messe in campo dal Comune.
Ed ecco la dichiarazione di apertura delle ostilità. «Sfido chiunque - ha scandito ieri il sindaco - a dire che sulla prosecuzione dei lavori ci sia stata in Comitatone una posizione favorevole, non dico condivisa, ma votata. C'è un verbale? Me lo mostrino - è sbottato -, ma se c'è un verbale, è falso, e vedremo che iniziative prendere». Cacciari ha ricostruito la seduta del Comitatone raccontando di una veloce intesa sul rifinanziamento della legge speciale (50 dei 380 milioni di euro assegnati dal Cipe al Mose, ma i fondi non arriveranno per nessuno prima di febbraio 2007), e di un faticoso accordo sull'istituzione nell'ambito della Presidenza del Consiglio di un gruppo di lavoro per la verifica delle alternative al Mose, «per alcuni (Giancarlo Galan e Antonio Di Pietro,ndr) giudicato del tutto superfluo».
Cacciari ha invece raccontato che sul fermare intanto i lavori, proseguendo solo ciò che non comprometterebbe la sperimentazione e le verifiche chieste dal Comune, «si è discusso in modo confuso, 5 minuti per non perdere gli aerei», con alcuni ministri d'accordo con lui e altri favorevoli alla prosecuzione dei lavori contrattualmente già assegnati, ma che il Comune non conosce. «Una discussione accesa e brevissima - ha aggiunto il sindaco -, uno scambio vivace che ognuno ha interpretato come voleva».
Risultato? «Chiederemo ai sensi di legge l'accesso agli atti al Magistrato alle Acque e anche alla Soprintendenza - ha annunciato Cacciari - per sapere quali siano i contratti chiusi, per capire dal vivo cosa succederebbe nel caso di rescissione contrattuale». Il Comune chiederà anche di avere i progetti - stralcio esecutivi dei lavori in corso.
Il sindaco ha poi aggiunto che il Comune manderà al gruppo di lavoro «in forma di un vero progetto di massima» le due o tre alternative al Mose ritenute più interessanti, con la richiesta che siano ascoltati sia i consulenti tecnici del Comune sia i progettisti, e che i progetti siano sottoposti al Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Si tratterà dei progetti che prevedono la chiusura parziale o totale delle tre bocche di porto con elementi fissi e mobili (navi porta) e delle paratoie a gravità.
«Fossi il Governo partirei di là, con soluzioni differenti alle tre bocche», ha sostenuto Cacciari, ribadendo la necessità di un vero ripristino morfologico della laguna, sempre annunciato e mai realizzato. «Nel prossimo Comitatone - ha concluso Cacciari - dovremo giungere a una posizione senza ambiguità, e se il Governo deciderà di procedere con il Mose se ne assumerà tutte le responsabilità».
Silvio Testa
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