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News della sezione Acqua Alta

31/10/2006 - Alternative al Mose, il Comune spera ancora

Tratto da “Il Gazzettino” del 31/10/2006

Cacciari insiste: «Il Comitatone deve tenersi a Venezia. Ci sono spiragli perché le nostre osservazioni siano accolte» L'acqua alta è solo la febbre del dissesto morfologico della laguna, ma su questo fronte, mentre lo scontro sembra essere solo Mose sì - Mose no, siamo all'anno zero. E all'anno zero è anche la difesa idrogeologica della terraferma veneziana, che ancora ai primi dello scorso settembre ha patito una violenta inondazione. La città, comunque, è molto più attrezzata e molto più al sicuro che non il 4 novembre 1966, di modo che un evento come quello di allora «non potrebbe ripetersi».
E quanto ha sostenuto ieri il sindaco, Massimo Cacciari, nel presentare a Ca' Farsetti le iniziative del Comune per il quaran-tennale dell’"acqua granda", inquadrata nel contesto di una giornata drammatica per l’Italia intera, con 25 morti a Firenze e oltre 90 nel solo Veneto.«Ero a Roma - ha ricordato Cacciari -, e gli alberi volavano. A Roma! E a Venezia - ha aggiunto - tutto sommato non mi risulta che ci sia stato nemmeno un ferito, tanto per mantenere un po' di misura».
Cacciari ha sostenuto che al centro delle proposte alternative al Mose, che il Comune ha presentato al Governo, c'è proprio la richiesta di affrontare in chiave sistematica la salvaguardia della laguna, partendo dal suo riassetto morfologico.
«La legge speciale - ha ricordato il capo di Gabinetto del sindaco, Maurìzio Calligaro - subordina l’intervento alle bocche di porto alla rimozione delle cause del dissesto». «Ma un piano semplicemente non c'è», ha ricordato Cacciari, riferendosi alla bocciatura dei progetti del Consorzio Venezia Nuova da parte dell'Ufficio di Piano nominato dal Comitatone.
Il sindaco è poi tornato a polemizzare sulla convocazione del Comitatone l’8 novembre, a ridosso della prima e unica riunione, il 2 novembre, del tavolo tecnico chiamato a valutare le richieste del Comune. «Anche stamattina - ha raccontato - ho domandato risposta alla mia richiesta di spostare il Comitatone, non così, a prescindere, ma per affrontare con serietà la mole della nostra documentazione».
Cacciari, che ha ribadito la necessità che il Comitatone si svolga comunque a Venezia come segno di attenzione alla città, ha sostenuto che molte delle osservazioni del Comune si ritrovano trasversalmente nei pareri dei ministeri sui progetti alternativi. «Non è assolutamente vero - ha dunque concluso - che ci sia un muro compatto di documenti che bollano come inconsistenti le nostre osservazioni, e abbiamo molte buone ragioni per obiettare con successo alle valutazioni negative ».
Silvio Testa

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25/10/2006 - Ieri la marea ha raggiunto 112 centimetri, oggi si prevede un metro.

Tratto da “Il Gazzettino” del 25/10/2006

La punta massima, attorno alle 12.10, è stata di 112 centimetri sullo zero mareografico. Quella di ieri, insomma, è stata l’alta marea più consistente degli ultimi mesi. Il Centro maree, che lunedì aveva fatto una previsione di 105 centimetri, ieri mattina già alle 20 ha iniziato ad avvisare (con gli altoparlanti in piazzale Roma e con sms) che la situazione sarebbe stata diversa. E così è stato. Il direttore del Centro Maree, Paolo Canestrelli, ha definito l'evento di ieri «la prima avvisaglia di un periodo notoriamente dì acque alte», ma ha previsto una settimana di tempo stabile, rinviando ogni ulteriore previsione per il periodo di plenilunio attorno al 5 novembre.
L'alta marea di ieri ha comportato l’allagamento di circa il 15 per cento della superficie del centro storico (in realtà è più basso, poichè la rilevazione non tiene conto dei rialzi effettuati da Insula) con un livello variabile da pochi millimetri a una media sui 30 centimetri su Piazza San Marco, l’area più bassa della città.
Non sono mancati i disagi soprattutto per i percorsi delle passerelle. Qualche difficoltà è stata segnalata davanti a Ca' Farsetti, dove la passerella che porta in Comune era imbarcata, con tanto di cartello sulla sua pericolosità. Disagi anche nella zona di San Moisè. I turisti, per quanto incuriositi, hanno creato notevoli intasamenti soprattutto nei pressi di palazzo Ducale (c'è anche chi si è seduto sulle passerelle) e i vigili hanno fatto quello che hanno potuto davanti ad una situazione di questo tipo. Oggi punta massima a mezzogiorno con 100 centimetri. «Abbiamo seguito le indicazioni fornite dal Comune sui percorsi - dice Vesta - e già alle 8 avevamo posizionato tutto. Per quanto concerne l’asporto dei rifiuti, la raccolta è proseguita fino alle 11.45». I disagi si sono registrati in un'ora di punta e non sono poche le persone che hanno fatto fatica ad entrare e uscire dall'ufficio o dai negozi per la pausa. La situazione forse più critica, probabilmente, è quella avvenuta a Burano dove i turisti sono rimasti bloccati. C'era anche chi non riusciva ad uscire dal ristorante.

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21/10/2006 - Verso una sperimentazione? E chi paga? Il Mosé o la città?

Tratto da “Gente Veneta” del 21/10/06

Quella del Mose, oggi, ha tutta l'aria di essere una partita a scacchi. Giocata piú che dentro ai cantieri alle bocche di porto, dove i lavori procedono sui tavoli della politica. Per ché il confronto sulle dighe mobili, in vista del, prossimo Comitatone, oggi più che mai si nutre di mosse e contro mosse, non di natura prettamente tecnica.
E' vero che il passaggio ritenuto fondamentale da Ca' Farsetti, cioè dal sindaco e dal suo staff, è prima di tutto tecnico: da agosto infatti si chiede ai ministeri competenti di prendere in esame le duemila carte recapitate a Roma, con- tenenti le puntigliose descrizioni sul Mose e sulle opére alternative e di giungere a una valutazione sulla validità dei progetti. Ma poi la tecnica lascia il campo alla politica e alla mediazione.
Dopo i silenzi di questi due mesi e mezzo - interrotti solo dalle esternazioni del ministro Di Pietro che ritiene l’opera arrivata a un punto di non ritorno - in questi ultimi giorni qualcosa si sta muovéndo.
Il Comitatone ormai è dietro I'angolo, le date buone sono tra la fine di ottobre e i primi di novembre, e ora si punta a scongiurare il pericolo del "muro contro muro". Politicamente, infatti, c'è il rischio di una spaccatura pesante. ll sindaco Cacciari l’ha ribadito pin volte: se non si fa precedere la riunione interministeriale da un confronto tecnico sulle alternative; al Comitato- ne lui porterà un proprio ordine del giorno, che chiederà di avviare le sperimentazioni.
E dunque toccherà votare; con il rischio che gli stessi ministri si dividano su posizioni antitétiche, pro e contro il Mose. Un imbarazzo che il governo preferirebbe evitare: E' pér questo che si sta giocando a scacchi dietro le quinte. L'ultima mossa è di sabato scorso, quando il sottosegretario alla Présidenza del Consiglio Enrico Letta ha incontrato a Ca' Farsetti il sindaco , in un faccia a faccia riservato.
E' stato il numero due di Palazzo Chigi a chiedere di essere ricevuto e questo è il segnale che da Roma ci si sta "ammorbidendo". E difatti Letta ha rassicurato che i tanto richiesti confronti tecnici «ci saranno nei prossimi giorni».
Ma sullo sfondo si pone anche un'altra questione politica: il governo Prodi ha appena messo una pietra tombale sul Ponte di Messina e una "pietruzza" di riflessione sulla Tav Dire un altro no - quello al Mose - potrebbe diventare problematico sul piano dell'immagine. Vale a dire che per non passare per il “partito del No” (come già grida il centro-destra), il Governo potrebbe decidere far proseguire almeno una grande opera: e sarebbe il Mose, visto che è già cantierato.
Magari per non arrivare allo scontro con Cacciari e con una parte dei ministri di centro-sinistra, in Comitatone si potrebbe pronunciare intanto un mezzo sì, quanto basta per avviare la sperimentazione di un'alternativa e rinviare ancora per un po' la parola definitiva sul Mose. Ma se si dovesse avviare la sperimentazione, questa non potrebbe certo realizzarsi a costo zero. Si aprirebbe dunque un altro fronte: sperimentare ad esempio il restringimento della bocca di porto di San Nicoló per il periodo invernale, quanto potrebbe costare? E dove si troveranno i fondi? Si storneranno dai finanziamenti già stanziati per il Mose o si dovranno trovare delle risorse ad hoc?
C'è solo da augurarsi che un'eventuale ulteriore spesa da aggiungere al capitolo "Venezia" non distolga le già sparute risorse che la città ha a disposizione per la Salvaguardia, cioè per i restauri, lo scavo dei rii, i contributi alla casa...
Serena Spinazzi Lucchesi

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15/10/2006 - In diecimila sfilano a Roma contro la Tav, il Ponte di Messina e le dighe mobili mobili di Venezia

Tratto da "Il Gazzettino" del 15/10/2006

No Tav, no Mose , no Ponte sullo Stretto di Messina. Diecimila persone (stando ai dati forniti dagli organizzatori) hanno partecipato ieri pomeriggio a Roma alla manifestazione contro la Legge obiettivo, partita da piazza della Repubblica e arrivata al Colosseo per esprimere il proprio dissenso alla realizzazione delle tre grandi opere. Lo hanno scritto sulle maglie, sui cappellini, sui manifesti e sugli striscioni. Il corteo è stato guidato da un Tir da cui partiva la musica che scandiva i passi dei manifestanti. Poco indietro hanno camminato numerosi sindaci della Val di Susa, poi una distesa di bandiere. Numerosi anche gli striscioni: «L'unica strada è fermarci»; «Sui monti dove passò Annibale la Tav non passerà»; «Grandi opere grandi bidoni»; «Fermiamo il Mose per salvare la laguna e Venezia dal mare e dagli uomini».
Tre i pullman partiti da Venezia e da Mestre per partecipare alla manifestazione nella capitale contro le grandi opere. I centocinquanta veneziani che hanno accolto l'invito dell'Assemblea permanente NoMose hanno partecipato al corteo per ribadire la loro contrarietà alla realizzazione delle paratoie mobili in laguna, oltre che per sostenere il dissenso anche contro la Tav e il Ponte sullo Stretto. «È stato un successo - ha detto Tommaso Cacciari, tra i manifestanti partiti da Venezia - Abbiamo ribadito la nostra contestazione».
Analoga l'opinione del sottosegretario all'Economia, il verde Paolo Cento: «Il Mose non si deve realizzare - ha detto - Sul ponte di Messina, poi, si è già espresso il Parlamento negativamente». Fra i presenti anche il ministro alle Politiche sociali Paolo Ferrero: «Condivido la piattaforma di questa manifestazione - ha detto - La ritengo giusta». Per Ferrero «le cosiddette infrastrutture strategiche non rispondono alle esigenze di mobilità del Paese e costituiscono un'ipoteca sui conti pubblici che graverà per i prossimi 20 anni. «Sono qui solo di passaggio - ha continuato il ministro rivolto ai militanti dei comitati «No Ponte»,«No Mose », «No Tav» - sono venuto a salutare degli amici con cui in passato ho condiviso delle battaglie. Sarebbe stato sbagliato partecipare come ministro a questa manifestazione. Anche perché il programma di governo stabilisce già le modalità di verifica sulla realizzazione delle opere».

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14/10/2006 - Alternative: bocciatura telegrafica

Tratto da “La Nuova di Venezia” del 14/10/2006

Fuori sacco. Migliaia di pagine di studi e anni di polemiche finiscono in una scarna sentenza di poche righe nemmeno iscritta all'ordine del giorno. E firmata da un gruppo di nove tecnici dipendenti e consulenti del Magistrato al- le Acque. Così il 29 settembre scorso è stata bocciata senza contraddittorio la proposta del Comune di esaminare le proposte alternative al Mose.
Una strada decisa dal Comitatone che secondo il sindaco Cacciari «non ha mantenuto l'impegno preso». Il «no» secco alle richieste del Comune porta la firma di Luigi Mayerle, vicepresidente del Magi-strato alle Acque, degli ingegneri Santin, Caielli, Datei, Colleselli, Fellin, Mammino, Stura e Foccardi. Quest'ultimo faceva parte fino a qualche anno fa del gruppo di lavoro del Comune che aveva bocciato il progetto Mose. Un «infermiere» lo aveva definito l'ex ministro dei Lavori pubblici Paolo Costa. Ora l'infermiere ha cambiato idea, e ha firmato i pareri per il Magistrato alle Acque.
«Una procedura non corretta», l'ha definita Cacciari. In queste ore è atteso anche il pronunciamento annunciato dal ministro del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.
«Ma non è possibile, nemmeno dal punto di vista legale», dicono a Ca' Farsetti, «perché l'organismo è decaduto, ed è stato nominato soltanto il presidente».
Insomma, la polemica monta. In vista del Comitatone che si annuncia davvero decisivo per il futuro del contestato progetto. Il ministro Di Pietro ha chiesto finanziamenti per proseguire con la grande opera, e appoggia finora la linea dei suoi uffici e del suo consigliere Aurelio Misiti, ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici che approvò il progetto di massima del Mose. Su posizioni opposte il ministro per l'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Non ha fatto dichiarazioni né seguito la polemica, in questi giorni. Ma annuncia tra breve «importanti novità» sulle indagini avviate dai carabinieri del Noe e dai suoi uffici sulla regolarità delle autorizzazioni. In gioco anche l'Europa, da dove si attende il responso della commissione Ambiente sulla procedura di infrazione. Anche su questo punto il sindaco ha chiesto di essere ascoltato dall'organismo tecnico di Bruxelles. E le commissioni Ambiente di Camera e Senato hanno approvato all'unanimità una risoluzione che impegna il governo a fermare i lavori irreversibili del Mose e ad ascoltare le richieste del Comune. Ma il partito pro Mose va avanti. «Cacciari sembra l'ultimo giapponese, si comporta come un bambino forse perché ha capito che a Roma nessuno lo bada», taglia corto il capogruppo di Forza Italia Michele Zuin. Il presidente della Regione Giancarlo Galan invita gli altri ministri a seguire l'esempio di Di Pietro, ex pm di Mani Pulite, e fa appello ai «miglioristi come Chiamparino e Bresso». E il capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris, da sempre sostenitore del Mose, polemizza duramente con il verde Beppe Caccia, che lo aveva definito «ex addetto stampa del Consorzio Venezia Nuova». «Non sono mai stato addetto stampa del Consorzio, l'azienda per cui lavoravo ha collaborato 20 anni fa con Venezia Nuova, come tante altre imprese. Forse che quelli che lavorano per il Wwf non possono occuparsi di ambiente? ll nostro partito con le sue percentuali da prefisso telefonico è quello che ha fatto vincere Cacciari e Zoggia. Ma il richiamo alla correttezza è assolutamente inutile con un figuro come lei, la saluto senza stima».

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