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Autore: ENZO PEDROCCO

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  5. Qualità della Vita

Qualità della Vita

Per poter valutare la vivibilità e la qualità della vita di una città è indispensabile analizzare anche l'“offerta” che questa garantisce ai propri cittadini sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo.
Appare subito evidente a chiunque si addentri per Calli, Fondamenta e Campi l'esiguo numero di supermercati, ferramente, piccole attività artigianali compensato dai tanti negozi di souvenir (spesso anche di scarsa qualità), bar, ristoranti, alberghi; attività e servizi, quindi, indirizzati ai turisti, pendolari, studenti fuori sede che ogni giorno affollano le strade di Venezia.
Il centro storico, in particolare, è caratterizzato da una profonda crisi del settore alimentare (1). Se da un lato, infatti, le realtà presenti chiudono o comunque sono costrette a riconvertire la propria offerta in servizi e beni destinati a turisti a causa della diminuzione della domanda (spopolamento della città e innalzamento dell'età media della popolazione), dall'altro le nuove iniziative imprenditoriali non scelgono il centro storico di Venezia quale ipotetica sede per una nuova localizzazione sia per la scarsità della domanda, sia per un problema di costi ed accessibilità. L'offerta del centro storico così come risulta da un'indagine svolta nel 1998 dalla Fondazione Eni Enrico Mattei è caratterizzata, quindi, principalmente da prodotti extra alimentari e abbigliamento mentre attività e servizi legati alla persona (nidi e asili infantili, uffici postali, ecc.) tendono sempre più a diminuire. Il trend è quello di una sempre maggiore specializzazione orientata verso attività commerciali rivolte a turisti piuttosto che a residenti (1).
Anche la disponibilità delle strutture ospedaliere è un indicatore che può fornire ulteriori spunti di riflessione sulla qualità della vita in città. Dalla stessa indagine della Fondazione Eni Enrico Mattei è risultato come la situazione per la città di Venezia sia abbastanza critica: a fronte di una media regionale di 33 abitanti per posto letto disponibile, a Venezia un posto letto in ospedale è “conteso” tra ben 96 persone.
La situazione, già evidentemente poco positiva, risulta ancor più preoccupante se si considera che Venezia è una città caratterizzata da un progressivo invecchiamento della popolazione all'interno della quale, quindi, il ricorso a tali strutture diventa frequente e la loro disponibilità particolarmente importante.
Anche la casa, come la salute, è uno dei bisogni fondamentali dell'uomo e assume un ruolo significativo nella definizione e valutazione della struttura urbana: la mancanza di abitazioni o gli elevati prezzi di locazione, infatti, incidono profondamente sullo spopolamento della città stessa.
Nel centro storico di Venezia, in particolare, la situazione è caratterizzata da un'offerta ridotta di alloggi per i residenti controbilanciata da una crescita dei contratti di seconde case o di affitto a studenti e non residenti.
Il rischio è che un'evoluzione spontanea di questa situazione possa innescare un “circolo vizioso”. La mancanza di alloggi e di servizi, l'alto costo della vita potrebbero infatti accentuare l'esodo dal centro storico; tale spostamento verso la terraferma provocherebbe, a sua volta, una sensibile diminuzione della domanda di attività e beni destinati ai residenti che, quindi, continuerebbero a chiudere o ad essere rimpiazzati da esercizi commerciali rivolti a turisti, pendolari e studenti. A livello territoriale tale scenario potrebbe causare una progressiva separazione in termini funzionali dei quattro tipi insediativi (2) (Centro storico, Estuario, Mestre, Marghera) spingendo, così, il Centro storico, sopravvissuta a più di 1500 anni di storia, verso un'insostenibile specializzazione monoculturale turistica.

Riferimenti Bibliografici
(1) Musu I., Ramieri E., Cogo V. (1998), Indicatori di sostenibilità. Uno strumento per l’Agenda 21 a Venezia, Fondazione Eni Enrico Mattei.
(2) Musu I. (1997), Lo sviluppo sostenibile di Venezia nell’ottica dell’Agenda 21, Fondazione Eni Enrico Mattei