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Autore: ENZO PEDROCCO

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  5. Rifiuti

News della sezione Rifiuti

13/08/2005 - «Brucia il sogno di Claudio Spavento: un atto di grande inciviltà»

Da “il Gazzettino” del 13/08/2005

Le foto, i messaggi, le poesie del "concorso che puzza" lanciato da Claudio, titolare del Nono Risorto, sono state bruciate la scorsa notte. Tutti, dagli esercenti ai residenti, vogliono contribuire a ridare forma a quel prezioso muro, tapezzato in pochi giorni da foto, scritte, poesie e messaggi, che denunciavano l'incuria e il degrado del sotoportego e della zona. «L'iniziativa del muro della denuncia mi piaceva - prosegue Antonell Bazzaro, che ha l'attività proprio nel sotoportego de siora Bettina - Era giusta e deve continuare a esserci. Penso che sia stato un gesto premeditato. In ogni caso qualcuno deve intervenire, bisogna rifare questo sotoportego e se non ci riesce Pierre Cardin lo faccia qualcun altro, perchè noi viviamo ogni giorno nel degrado e ora nella paura». Gli esercenti di San Cassiano non digeriscono quanto è successo l'altra notte visto che l'incendio appiccato poteva creare danni incredibili. Tommaso Toffolo, che ha l'attività in campo San Cassiano , ha aiutato Claudio nella realizzazione del progetto. «Anche io - afferma - ho seguito la nascita di quest'iniziativa che deve essere interpretata come un messaggio rivolto alla città. Alcuni residenti hanno recepito cosa intendevamo comunicare e da domenica scorsa, nella calle vicino al mio negozio non si vedono più rifiuti e immondizie. Non credo che il gesto sia un atto vandalico ma, un atto deliberato contro Claudio».
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04/02/2005 - A Lido e Burano campagna informativa sulla raccolta differenziata dei rifiuti

Tratto da "Il Gazzettino" del 4 febbraio 2005 - pag. VII

Partirà dopo Carnevale la campagna di sensibilizzazione che Vesta ha organizzato nelle scuole per diffondere la cultura della raccolta differenziata. "E' una campagna informativa rivolta ai bambini - ha detto il direttore di Vesta Maurizio Calligaro - che fa da sfondo all'arrivo della raccolta differenziata porta a porta che partirà invece a meta di quest'anno". Più precisamente al Lido si giocherà col personaggio di Capitan Eco: per ogni rifiuto conferito all'ecocentro in zona Ca' Bianca i bambini riceveranno delle ecomonete che andranno nell'ecosalvadanaio. Alla fine vinceranno un premio le classi che hanno più monete. Diversa invece la situazione a Burano, dove non essendoci un ecocentro, la campagna si limiterà a interventi didattici di tecnici e personale di Vesta direttamente nelle scuole. In particolare, a Burano i bambini saranno portati nella area Scarpa Volo, destinata, in virtù di un accordo tra Comune e quartiere, ad "area didattico educativa legata gli aspetti dell'ambiente".
"Le scuole - spiega Bruno Padoan funzionario di Vesta per Burano - hanno potuto sperimentare in questi anni all'interno della tenuta momenti a contatto con la natura, imparando le tecniche di compostaggio domestico e il recupero dei rifiuti organici. Lo faremo anche in questa occasione". Proprio sulla raccolta dei rifiuti organici al Lido, Calligaro ha spiegato che "Al Lido il problema della raccolta dei rifiuti organici non è affatto quello di mettere i bidoni, ma di trasportarli fino a Fusina. Stiamo valutando un meccanismo di carico diretto Lido-Fusina. La raccolta organica partirà nella seconda metà di quest'anno, una volta trovata la soluzione al problema". Soluzione che sarà probabilmente quella di intercettare il flusso di "organico" che parte da Venezia.
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28/01/2005 - Rottami ferrosi, inaccettabile il blocco imposto

Tratto da "Il Gazzettino" del 28 gennaio 2005 - pag. XII

"È assolutamente inaccettabile che, a causa di una interpretazione della Procura di Venezia si impedisca agli operatori dell'autotrasporto la libertà di lavorare - ha dichiarato il Sottosegretario ai Trasporti, Paolo Uggè - Questa decisione rischia di portare al fallimento molte imprese, danneggiando famiglie e l'intera economia"."In una società civile - ha proseguito Uggè - "non può essere consentito ad alcuno di assumere decisioni che danneggino altre persone, senza che vi possa essere un intervento superiore per porre fine ad iniziative come questa, non sempre riconducibili a principi giuridici.""Quando un operatore sbaglia ne subisce sempre le conseguenze - ha commentato Uggè - Chi ripagherà ora i danni subiti e tutte le implicazioni che ne discenderanno essendo queste interpretazioni palesemente in contrasto con il parere espresso dal Ministro dell'Ambiente, competente in materia?""Se gli autotrasportatori e tutti i soggetti interessati reagiranno con forme di autotutela - ha concluso Uggè - la responsabilità di quello che si verificherà non potrà che ricadere su chi ha voluto essere protagonista in negativo della vicenda."
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27/01/2005 - Rottami ferrosi, lunedì i Tir bloccano la città

Tratto da "Il Gazzettino" del 27 gennaio 2005 - pag. IX

«Schiacciati da un conflitto fra poteri dello Stato». Giorgio Lorenzato, rappresentante delle imprese portuali veneziane, ha scritto un lungo documento nel quale ricostruisce tutta la vicenda dei rottami ferrosi, merce di cui Venezia deteneva l'80\% della quota di mercato italiana e che ora rischia di perdere, mandando in rovina decine di imprese e centinaia di lavoratori. «Dopo l'entrata in vigore della legge 308, in linea con le normative europee e garante delle caratteristiche del rottame come materia prima - pronto forno - ricorda Lorenzato, - abbiamo comunicato alla Capitaneria l'arrivo di una nave con carico di proler e, su richiesta dell'Autorità Marittima, ispirata dalla Procura, abbiamo presentato tutti i documenti previsti dalla legge 308». Finito lo sbarco della nave, tre agenti della Capitaneria si sono presentati per sequestrare il carico «perché mancava un documento. Lo spedizioniere dimostrava che il documento era stato regolarmente inoltrato. A questo punto il superiore in grado contattava la Procura che, di fronte all'evidenza, mutava atteggiamento e dichiarava, in modo estemporaneo ed originale rispetto a quanto concordato nei giorni precedenti, che la legge 308 non era più applicabile, era invece applicabile la sentenza della Corte di Giustizia Europea dell'11 nov. 2004 che riportava il rottame di ferro nell'ambito dei rifiuti».
Lunedì prossimo, 31 gennaio, i Tir degli autotrasportatori pesantemente colpiti dal blocco delle navi che portano rottami ferrosi, paralizzeranno mezza città e pure il porto. Una cinquantina di camion partirà alle 8.30 da Marghera e, in fila indiana nonché a passo di lumaca, arriverà fino a San Giuliano, passando per il porto. È facile immaginare che i disagi per la viabilità saranno molto pesanti. «Non abbiamo alternative - commentano i vertici della Fai veneta (Federazione italiana autotrasportatori) assieme agli altri componenti del Comitato di crisi - Rinunciare allo sbarco di rottame ferroso, quando ciò è consentito in altri porti italiani, è inaccettabile».
Per Lorenzato solo nella crisi precedente, ossia quando la Procura di Venezia aveva ordinato alla Capitaneria di porto di bloccare le navi da ottobre 2003 ad aprile 2004, sono state 400 mila le tonnellate di merce perdute dal porto di Venezia, «minando pesantemente l'immagine dello scalo, con danni economici diretti per 3 milioni d'euro ed indiretti per almeno altri 10. Ora, con il nuovo fermo, siamo senza queste merci già da due mesi».
«A questo punto se neppure le raccomandazioni del Ministro Matteoli sono servite per fare chiarezza sui materiali ferrosi, se neppure una legge dello Stato è servita per allineare il nostro Porto agli altri scali nazionali, non so più cosa pensare - è intervenuto il presidente dell'Autorità portuale Giancarlo Zacchello: - Sono fermamente solidale con gli operatori del Porto di Venezia e con tutti i soggetti che lavorano in questo ambito. L'autorità Portuale ha sempre sostenuto, e continuerà a farlo, gli operatori in questa partita, ed è perciò pronta a sensibilizzare l'opinione pubblica».
Nella vicenda l'unica voce contrastante - che sostiene quella della Procura della Repubblica - viene dal Wwf secondo il quale «la Procura ha applicato la normativa, ed è invece sbagliata la posizione del ministero dell'Ambiente» e cita le contro osservazioni del magistrato Gianfranco Amendola alla circolare del ministero dell'Ambiente che qualche giorno fa diceva alle Capitanerie di applicare la nuova legge italiana appena varata. «Le Direttive Europee sui rifiuti ed il relativo regolamento sul trasporti di questi, costituiscono la legge che l'Unione Europea ha formulato per tutelare i propri cittadini e la loro salute, ed esprimono in modo chiaro le proprie finalità e non lasciando spazio ad interpretazioni. Il ministero dell'Ambiente ha ragione solo quando afferma la necessità della certezza del diritto, ma è proprio lui con atti simili a seminare incertezza».
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15/01/2005 - Il "bisognino" di Fido insudicia calli e campi

Tratto da il Gazzettino del 15 Gennaio 2005 - pag. IV

Su una cosa sono tutti d'accordo: è una questione di buona educazione e civiltà. Proprio per questo la soluzione del problema è estremamente difficile. Può sembrare quasi una banalità, ma per chi ogni giorno è costretto a stare attento a dove mette i piedi e deve fare le gimkane tra gli escrementi dei cani per non rovinarsi le scarpe (nella migliore delle ipotesi) ma anche per evitare di prendere una brutta caduta (come è avvenuto esattamente un anno fa ad una signora venezia na di 69 anni che ci ha rimesso femore e polso), non c'è proprio nulla da ridere. La battaglia contro i "ricordini" lasciati impunemente dai cani (o, meglio, dai loro padroni), nelle calli e nei campi della città lagunare,è un problema serio. Nell'ultimo periodo, poi, la situazione è peggiorata. Lo testioniano le numerose segnalazioni che giungono in redazione. Telefonate di cittadini esasperati che denunciano il degrado in molte zone, da Campo della Maddalena a Sant'Aponal, da San Marco al Rialto fino a a San Bartolomeo. Qualche volta sono i negozianti che, esausti, si occupano personalmente della pulizia. A Venezia c'è un cane ogni 8 abitanti. Facendo due calcoli sono circa 7500. Qualche tempo fa fu proposta una tassa ai possessori di animali con cui finanziare il servizio di pulizia degli escrementi. Ipotesi immediatamente bocciata. Ma se non ci pensa il padrone a rimuovere il "bisognino", chi deve farlo?
«I nostri operatori - fanno sapere dalla Vesta - non portano via gli escrementi né buttano la segatura. E' chiaro che in alcuni casi li raccolgono, ma soltanto se sono già secchi. A essere sporcate sono soprattutto le calli più isolate, più nascoste, dove le persone portano gli animali e poi spariscono».
E i vigili urbani? Forse non tutti sanno che esiste uno specifico Regolamento comunale che prevede una multa dai 70 euro in su per chi non si ferma a raccogliere gli escrementi.Il fatto è - spiegano dalla polizia municipale - che sorprendere in flagrante i padroni dei cani proprio nel momento in cui i loro amici a quattro zampe lordano le strade è quasi impossibile a meno che non ci sia una pattuglia sempre impegnata in questo particolare servizio. Una cosa piuttosto improbabile, considerando la mole di lavoro e il personale a disposizione. Nel 2004 la sezione di polizia urbana dei vigili ha elevato una decina di contravvenzioni, la stragrande maggioranza delle quali nel centro storico. Sono numerose le proteste dei residenti che arrivano in Comando.
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