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Autore: ENZO PEDROCCO

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  5. Rifiuti

News della sezione Rifiuti

20/08/2006 - I rifiuti in assessorato? Salvadori chiama Vesta

Tratto da "Il Gazzettino" del 20.08.2006 - pag. II

«Già lunedì chiederò a Vesta il collocamento di un maggior numero di contenitori portarifiuti, nonché un più frequente svuotamento degli stessi nelle ore di punta per evitare che i rifiuti trabocchino e che si disperdano sul suolo pubblico». L'assessore Augusto Salvadori non si aspettava proprio che l'emergenza rifiuti in città fosse così evidente anche davanti alla sede degli uffici del suo assessorato in corte Contarina dove i dipendenti da almeno un mese sono costretti a fare lo slalom tra le "scoasse". «E' difficile - ha detto - sradicare in poco tempo un malcostume purtroppo diffuso e di colpe ne hanno anche i veneziani. L'abbandono sulle strade di rifiuti non va certo addebitato ai turisti ma piuttosto a certi residenti ed operatori che hanno scambiato ormai da tempo il suolo con le rive pubbliche per discariche di immondizia. Noi da tempo abbiamo fatto una campagna per il rispetto di Venezia, con iniziative nelle scuole, nei luoghi di culto, all'Ateneo Veneto e sui mezzi di trasporto, nonchè con l'affissione di manifesti in ogni lingua».
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28/07/2006 - Tariffe per lo smaltimento dei rifiuti: Venezia la più cara dopo Perugia

Tratto da "La Nuova Venezia" del 28/07/2006

Se si analizzano le tariffe applicate dalle città capoluogo di Regione, è Perugia dove la tassa sui rifiuti costa di più con un gettito annuo di 250,42 euro (3,13 euro al mq), seguita da Venezia con 241,99 euro (3,02 euro al mq). Napoli con 226,20 (2,83 euro al mq), Roma con 206,90 euro (2,58 euro al mq) e Cagliari con 204,25 euro (2,55 euro al mq).
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25/07/2006 - Benvenuti sul ponte dei rifiuti

Tratto da “La Nuova Venezia” del 25/07/2006

“Signora, il sacchetto della spazzatura non lo metta davanti alla porta di casa, lo butti nella discarica qui dietro”. Una cortese segnalazione? No, è quanto accede giornalmente a circa 50 metri dal ponte di Rialto, dove c’è quella che i veneziani chiamano “la discarica”, ricettacolo di immondizia dove la frutta e la verdura del mercato viene lasciata marcire sotto il sole.
Flavia Foletti, una signora residente alla Giudecca, ma trasferitasi per poco tempo in una delle case vicine al mercato, rivela che “quando ho provato a mettere fuori dalla porta la spazzatura i vicini mi hanno detto di gettarla nella “discarica”. Un fruttivendolo del mercato sottolinea come la situazione sia andata peggiorando negli ultimi anni, da quando cioè “le persone sembrano essersi abituate a buttare via di tutto e gli spazzini puliscono meno a fondo”. I circa 14 cassonetti posti lungo il Canal Grande, davanti al mercato, attirano tutti: i cittadini, turisti, fruttivendoli e commercianti della zona. Ma non solo: “a scaricare addirittura frigoriferi – dicono da Vesta – arrivano da vari luoghi della città”. Lo spettacolo che si presenta sulla riva del Canal Grande, a due passi da Rialto, è incredibile, dimostra l’aberrante situazione in cui il mercato viene lasciato dai commercianti, e l’apparente mancanza di organizzazione. Anche se, dicono due netturbini della squadra del mercato, “sarebbe impossibile far fare un terzo viaggio alla barca, perché la discarica (quella vera, ndr) chiude”. La raccolta dei rifiuti a Rialto, funzione infatti così: ci sono le squadre di netturbini “regolari” che raccolgono i sacchetti dalle case e una squadra “speciale” per la pulizia del mercato. Una grande barca di Vesta passa due volte al giorno e staziona per un po’, raccogliendo i rifiuti accumulati dalla 7.30 alle 10.30 e da mezzogiorno alle 15.30. Ma il problema è che molti fruttivendoli finiscono le pulizie dei banchi più tardi (il sabato anche fino alle 17). Risultato: intere casse di frutta e verdura restano lì e rilasciano per tutta la zona un mefitico odore. A questo si aggiungono i rifiuti di alcuni residenti e, la notte, quelli dei numerosi locali. E lo scaricabarile la fa da padrona: i cittadini non si sentono colpevoli (“ormai siamo abituati così”) e gettano le colpe su Vesta. L’azienda sostiene che il suo sforzo va la di là di ogni possibilità, sottolineando che “è compito dei fruttivendoli tener pulito il plateatico” e i commercianti puntano il dito su cittadini e amministrazione. I gondolieri del traghetto di Santa Sofia ribadiscono come “il servizio di Vesta non è mai completo ma è anche vero che sono proprio i residenti che si lamentano i primi a sbarazzarsi in maniera incivile dei rifiuti”. Ma non tutti gli abitanti della zona optano per lo “scarico selvaggio” dei rifiuti: questo però non li grazia dal dover sopportare l’appestante odore.
Vittorio Tonon
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20/07/2006 - Raccolta rifiuti, continua ad oltranza la protesta dei piloti

Tratto da "Il Gazzettino" del 20.07.2006 pag III

(d.gh.) I disagi creati dalla raccolta a macchia di leopardo dei rifiuti per i veneziani non cesseranno. Lo sciopero non dichiarato dei piloti di Vesta continuerà fino a quando l'azienda non darà ascolto alle richieste riguardanti la sicurezza e la salute dei lavoratori. Il segretario provinciale Fiadel, Maurizio Contavalli, e Nicola Tonolo di Rsa Fiadel in un comunicato invitano «l'azienda a cessare dal colpevolizzare i propri lavoratori e strumentalizzare i loro legittimi comportamenti, cercando così di mascherare le proprie gravi carenze organizzative e di organico, ed a proseguire invece un corretto confronto sindacale nelle sedi ad esso proprie». «Il direttore di Vesta Razzini lamenta che i piloti motoristi stanno mettendo in atto - spiega Contavalli - comportamenti ostruzionistici, che consistono nel controllare la regolarità delle dotazioni di bordo, nell'attraccare solo su rive con due paline, nel non compattare più con la gru la spazzatura. Fare il contrario - come evidentemente auspica Razzini - implicherebbe la violazione delle norme aziendali e di quelle della navigazione, come lo stesso Razzini dovrebbe ben sapere».
«Razzini è l'ultimo di una sequela di direttori piazzati al vertice dell'azienda per nomina politica, senza nessuna esperienza e conoscenza delle concrete modalità di lavoro e delle tecnologie aziendali - afferma Tonolo -, ma con il compito specifico di portare avanti invece i famigerati progetti di business che nell'ultimo decennio hanno aperto le note gigantesche voragini nei conti di Amav prima e di Vesta poi. E siccome importa il business, e non il corretto svolgimento del servizio e il rispetto delle normative, nell'attività quotidiana dell'azienda si va avanti alla come viene viene, finché, ad esempio, la Magistratura non sequestra la stazione di travaso a causa del sistematico spandimento di rifiuti in laguna o finché cittadini infuriati non informano il Comune che il numero telefonico dell'Asporto Ingombranti è una burla. All'interno dell'azienda le cose vanno allo stesso modo: c'è voluta la nostra iniziativa per garantire ai lavoratori adeguati indumenti di protezione ed il loro lavaggio ed avviare un serio intervento per la tutela della salute dei lavoratori addetti alla raccolta rifiuti nel Centro Storico. Allo stesso modo la scrivente Organizzazione Sindacale intende ora perseguire la tutela della sicurezza e la professionalità dei piloti motoristi».
«A questo punto ci chiediamo - continuano i sindacalisti - se le mitiche società private autorizzate invocate da Razzini rispettino a loro volta sui loro mezzi tutte le normative di sicurezza vigenti; se sì, ci chiediamo perché Vesta non possa fare lo stesso con i propri; se no, ci riserviamo di far intervenire gli enti preposti alla sicurezza del lavoro e della navigazione».
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17/07/2006 - Post redentore: città ripulita a tempo di record

Tratto da "Il Gazzettino" del 17.07.06

Venezia tirata a lucido fin dalle prime ore di domenica mattina.Il Redentore non ha lasciato segni di sporcizia sulla città, nonostante la montagna di rifiuti abbandonati dopo i "bagordi" e i piloti di Vesta che si sono rifiutati di svolgere il servizio.
La società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in città è stata costretta a chiedere la collaborazione di una società privata per trasportare i rifiuti.
Dai dati forniti dall'ufficio stampa di Vesta, i netturbini, solo con lo spazzamento, hanno raccolto 40 metri cubi di rifiuti alla Giudecca, assiepati in fondamenta e nelle aree limitrofe dove era concentrata la folla assiepata per assistere allo spettacolo.Quindici metri cubi di rifiuti sono stati raccolti alle Zattere e altri 20 metri cubi a San Marco.Il servizio di raccolta è iniziato alle 2 del mattino e ha visto lo spiegamento di 30 operatori, più 3 coordinatori, nelle zone di Giudecca, San Marco e Zattere.Dalle 6 del mattino ulteriori 40 operatori sono stati attivati per il restante centro storico.
«Abbiamo avuto un problema materiale - spiega Riccardo Seccarello dell'ufficio stampa - il boicottaggio del servizio da parte dei nostri piloti, dovuto a questioni sindacali. I piloti non hanno voluto uscire con le barche e per evitare di lasciare la città sommersa dai rifiuti abbiamo chiesto la collaborazione di privati».
Una società privata, autorizzata all'asporto di rifiuti, ha perciò impiegato 3 imbarcazioni per portar via tutto il materiale raccolto.
«Se la città è apparsa tirata a lucido - conclude Seccarello - è grazie all'ottimo servizio e alla disponibilità dei nostri netturbini che hanno lavorato alacremente».

M.L.
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