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  5. Rifiuti

News della sezione Rifiuti

07/11/2006 - Tassa rifiuti, stangata sui veneziani

Tratto da "Leggo" del 7 novembre 2006 - pag 19
di Vettor Maria Corsetti

VENEZIA - Veneziani occhio ai rifiuti e al portafoglio, a gennaio ci sarà una nuova impennata della tassa d’igiene ambientale, e la bolletta aumenterà del 4,5%. «Effetti dei rifiuti prodotti dai turisti», spiega l’amministratore delegato di Vesta Andrea Razzini, e nello scorso quadriennio il deficit dell’azienda è arrivato a 30 milioni di euro. Al risanamento provvederà il Comune, con l’aumento del capitale sociale da 36 milioni 500mila a 56 milioni 500mila euro. Poi, la Tia tornerà ad aumentare al 4% nel 2008 e al 3,5% nel 2009.
«I nostri conti sono a posto, e nel primo semestre 2006 l’azienda ha raggiunto il pareggio operativo - precisa Razzini -. Nonostante le economie prodotte dalla raccolta differenziata a Mestre e a S. Marco e Dorsoduro, che presto estenderemo ad altri sestieri, per i turisti ci troviamo a lavorare un centinaio di giorni in più all’anno. Nel 2005 avevamo preventivato 14 milioni di presenze, invece i visitatori in città sono stati almeno 18 milioni».
Ma ad incidere negativamente sui conti di Vesta non sono solo i turisti. Anche molti veneziani fanno la loro parte, evadendo o pagando in ritardo le spese di asporto rifiuti.
«Censiremo gli immobili e per gli evasori è prevista l’emissione di bollette che andranno a conguaglio delle somme che non hanno versato, con un recupero stimato tra il 2006 e il 2008 di 4 milioni di euro», precisa Razzini.
«Il vero problema rimane la massa di rifiuti prodotta dai turisti - commenta il vicesindaco Michele Vianello -. Ed è impensabile che a coprire tutte le spese possano essere solo i residenti». (ass)
News correlata a: [ Rifiuti ] [ Dibattito sui rifiuti ]

 

05/11/2006 - Un'alluvione chiamata turismo

Tratto da “La Nuova Venezia” del 05/11/2006

Quarant'anni dopo, l’alluvione è corporea, asciutta e costante. E' fatta di milioni di passi che consumano, di mani che toccano, di umori che corrodono ma che rendono talmente bene e in modo talmente ecumenico da farla sembrare un'alluvione salvifica. La prima contraddizione è la più fragorosa. Con i 15 milioni di turisti che arrivano ogni anno in laguna ci mangiano in molti, e in molti ci banchettano, quindi è assai dura per la stragrande maggioranza dei veneziani dire che i turisti sono sgraditi o, peggio, nocivi.
I turisti ci sono sempre stati ma poichè il numero dei veneziani si è dimezzato mentre gli spazi della città sono rimasti pressochè uguali, la differenza al netto se la sono pappata i foresti. Nessuno, a onore del vero, li ha fermati. Venezia, anzi, continua ad accoglierli come se non avesse aspettato altro tutta la vita, sgranando una varietà di at- trazioni come fosse una maga che fa giochi di prestigio su se stessa.
Con tre stanze e un bagno decente, oplà, gli appartamenti si trasformano in bed & breakfast. Con sette stanze si ha diritto a un alberghetto.
Con un palazzo dismesso si può ambire a un albergone a cinque stelle. Compri un cinema e fai un ristorante. Prendi una panetteria e la converti in un emporio di maschere.
Hai un banchetto della frutta e spunta un trabiccolo di souvenir. Incredibilmente, sembra che ancora ci sia posto per tutti.
Però fino a un certo punto.
Gli stessi albergatori ora guardano perplessi al proliferare dei bed & breakfast. Mille posti letto in più in un anno, così, come fosse niente. A modo suo, tuttavia, il B&B ha ancora qualcosa di umano perchè per legge nel B&B il veneziano dovrebbe anche abitarci. Nell'appartamento invece no e ogni appartamento in più per i turisti è un appartamento in meno per i residenti.
Ora che il problema del turismo è anche e soprattutto fisico è rispuntata la manfrina del ticket. La città, coerentemente, si è subito spaccata e si è fatto un gran baccano puramente teorico anche se il sindaco Cacciari propende per il sì visto che nelle casse del Comune non c'è un euro.
Prima, però, dovrà farla digerire a categorie - come ad esempio quella degli esercenti - refrattarie a tassare ulteriormente i turisti che saranno anche sporcaccioni però a Venezia pagano anche l’aria che respirano. Per interrompere il meccanismo perverso che lega la città ai suoi ospiti qualcuno dice che ci vorrebbe un genio o un pazzo che non guarda gli interessi di nessuno. Qualcuno, come spiega Franca Coin,in grado di rompere l’immobilismo che paralizza Venezia. «Ho grande rispetto per Cacciari, però qui non succede nulla - dice Franca - Un turismo con 15 milioni di visitatori è una ricchezza fantastica ma perchè nessuno è in grado di gestirla?».
Prendi i rifiuti. La sola Piazza San Marco produce ogni giorni venti metri cubi di monnezza prodotta dai turisti. In tutto il centro storico sono 70 mila tonnellate all'anno. Ogni pendolare costa a Ve- sta un euro al giorno. Però per fare la pipì non in un sottoportico, ogni pendolare spende un euro a minzione. A fine giornata è un salasso.
Quarant'anni dopo, per l’acqua alta ci sono sedici sirene, un centralino automatico, cinque chilometri di passerelle, stivali di gomma floreali col tacco e Sms che arrivano in tempo reale a 7.300 abbonati.
Per l’alluvione fisica ci sono sei vigili a Piazzale Roma e sei in Piazza San Marco. Ci sono cartelli che suggeriscono il comportamento da adottare ma, poco elegantemente, sono stati attaccati sui bidoni delle immondizie.
Ieri, 4 novembre di quarant'anni dopo, la massima era di 77 centimetri. Con la minima, i palazzi mostravano le gengive nere delle fondamenta ma ai turisti piacevano lo stesso anche perchè la foto era gratis.
Manuela Pivato

News correlata a: [ Turismo ] [ Rifiuti ] [ Dibattito sui rifiuti ]

 

04/11/2006 - Stangata sulle "scoasse". Per colpa dei veneziani

Tratto da "Il Gazzettino" del 04/11/2006

Arriva la stangata sui rifiuti. Che potrebbe far lievitare la tariffa delle spazzature anche del 20 per cento. La stangata è per mestrini e veneziani, nonostante la colpa sia tutta dei veneziani, che non riescono ad alzare la quota della raccolta differenziata. E così, nonostante Mestre sia al 35 per cento, "grazie" al 7 per cento dei veneziani, non riusciamo ad arrivare oltre quota 19. Esattamente siamo al 19,1 per cento di raccolta differenziata nel 2005. Pochissimo. Anzi, niente se facciamo il confronto con Comuni virtuosi come Ceggia dove si arriva al 71,6 per cento di raccolta differenziata o Noventa di Piave (70,9) o San Donà (61,2 per cento) ma poco anche se raffrontiamo il dato con qualsiasi altro Comune del veneziano. Nessuno fa peggio di noi. Il Comune più vicino a questa soglia negativa è Concordia Sagittaria che pure viaggia sul 24 per cento. Ma finora è stata una discussione accademica, più bravo questo, più bravo l'altro - i peggiori sono Venezia e i Comuni del litorale che non riescono a fare la differenziata con i turisti. Da quest'anno la discussione non è più accademica. Diventa di sostanza e cioè di portafoglio. Tant'è che l'assessore provinciale all'Ambiente, Ezio Da Villa, ha inviato una lettera di fuoco a Massimo Cacciari - ma anche ai sindaci di Annone Veneto, Caorle, Chioggia, Concordia Sagittaria, Jesolo, Portogruaro, San Michele al Tagliamento, Teglio Veneto - con la quale avverte che "la percentuale di raccolta differenziata raggiunta sull'intero territorio provinciale nel corso del 2005 si è attestata al 32,8 per cento. Se questa situazione trovasse conferma anche nel corso del corrente anno e non si arrivasse alla percentuale minima prevista per legge del 35 per cento per il 2006, i maggiori costi per lo smaltimento in discarica ricadrebbero sui Comuni con raccolta differenziata inferiore al 35 pe rcento."Ma di quanto aumenta la tariffa di asporto dei rifiuti per i Comuni e cioè per i cittadini che abitano in quei Comuni che non raggiungono la quota del 35 per cento di differenziata sul totale dei rifiuti solidi urbani? "Qualora gli obiettivi di raccolta differenziata non siano conseguiti nell'ambito del territorio provinciale - scrive Da Villa - viene applicata una addizionale del 20 per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'Autorità d'Ambito - che è la Provincia - che provvede a ripartirne l'onere tra i Comuni che non abbiamo raggiunto le percentuali di raccolta differenziata previste dalla norma."
Insomma, per dirla in soldoni visto che di questo si tratta, i Comuni che non arrivano al 35 per cento pagheranno salata la loro incapacità perchè dovranno sobbarcarsi i maggiori costi di smaltimento in discarica dei rifiuti di casa nostra. E i maggiori costi si scaricheranno sulle bollette che ci arrivano. E' vero, avverte Ezio Da Villa, che il Comune di Venezia un po' si salva perchè ha installato a Fusina un inceneritore che, dunque, è in grado di diminuire di molto la parte di rifiuto che viene portata in discarica - restano solo ceneri anche se in quantità industriale. Non solo, il Comune di Venezia, sempre con l'impianto di Fusina, produce Cdr - combustibile da rifiuto - ovvero "roba" che viene bruciata nella centrale Enle di Fusina e questo Cdr è comunque spazzatura che non finisce in discarica e che, in più, viene pagato dall'Enel. Insomma, alla fine i ritocchi in bolletta, per i mestrini e veneziani non saranno mostruosi, ma Da Villa si preoccupa del pessimo esempio che dà il caapologuogo. Venezia non riesce ad organizzare la raccolta diufferenziata in centro storico. D'accordo che è particolarmente complicato - dice Da Villa - D'accordo che è più costoso, ma di mezzo c'è la salute del territorio che, altrimenti, viene "impestato" dalle discariche. Tra l'altro entro il 31 dicembre 2008 si passa dal 35 per cento al 45 per cento ed entro il 31 dicembre 2012 si dovrà arrivare al 65 per cento di raccolta differenziata. Vuol dire cioè che nel sacchetto della spazzatura vera e propria deve finire meno di un terzo di quello che produciamo in casa in termini di "scoasse ". E Venezia parte da 6 per cento. Vuol dire che per arrivare al 65 per cento deve dar via di manetta. Mestre sta dando una mano, a livello statistico, con il suo 35 per cento, ma non basta. E Da Villa è "nero" anche per un altro motivo. La maglia nera di Venezia centro storico gli costa l'ultimo posto fra le province del Veneto.
Arriva la stangata sui rifiuti. Che potrebbe far lievitare la tariffa delle spazzature anche del 20 per cento. La stangata è per mestrini e veneziani, nonostante la colpa sia tutta dei veneziani, che non riescono ad alzare la quota della raccolta differenziata. E così, nonostante Mestre sia al 35 per cento, "grazie" al 7 per cento dei veneziani, non riusciamo ad arrivare oltre quota 19. Esattamente siamo al 19,1 per cento di raccolta differenziata nel 2005. Pochissimo. Anzi, niente se facciamo il confronto con Comuni virtuosi come Ceggia dove si arriva al 71,6 per cento di raccolta differenziata o Noventa di Piave (70,9) o San Donà (61,2 per cento) ma poco anche se raffrontiamo il dato con qualsiasi altro Comune del veneziano. Nessuno fa peggio di noi. Il Comune più vicino a questa soglia negativa è Concordia Sagittaria che pure viaggia sul 24 per cento. Ma finora è stata una discussione accademica, più bravo questo, più bravo l'altro - i peggiori sono Venezia e i Comuni del litorale che non riescono a fare la differenziata con i turisti. Da quest'anno la discussione non è più accademica. Diventa di sostanza e cioè di portafoglio. Tant'è che l'assessore provinciale all'Ambiente, Ezio Da Villa, ha inviato una lettera di fuoco a Massimo Cacciari - ma anche ai sindaci di Annone Veneto, Caorle, Chioggia, Concordia Sagittaria, Jesolo, Portogruaro, San Michele al Tagliamento, Teglio Veneto - con la quale avverte che "la percentuale di raccolta differenziata raggiunta sull'intero territorio provinciale nel corso del 2005 si è attestata al 32,8 per cento. Se questa situazione trovasse conferma anche nel corso del corrente anno e non si arrivasse alla percentuale minima prevista per legge del 35 per cento per il 2006, i maggiori costi per lo smaltimento in discarica ricadrebbero sui Comuni con raccolta differenziata inferiore al 35 pe rcento."Ma di quanto aumenta la tariffa di asporto dei rifiuti per i Comuni e cioè per i cittadini che abitano in quei Comuni che non raggiungono la quota del 35 per cento di differenziata sul totale dei rifiuti solidi urbani? "Qualora gli obiettivi di raccolta differenziata non siano conseguiti nell'ambito del territorio provinciale - scrive Da Villa - viene applicata una addizionale del 20 per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico dell'Autorità d'Ambito - che è la Provincia - che provvede a ripartirne l'onere tra i Comuni che non abbiamo raggiunto le percentuali di raccolta differenziata previste dalla norma."
Insomma, per dirla in soldoni visto che di questo si tratta, i Comuni che non arrivano al 35 per cento pagheranno salata la loro incapacità perchè dovranno sobbarcarsi i maggiori costi di smaltimento in discarica dei rifiuti di casa nostra. E i maggiori costi si scaricheranno sulle bollette che ci arrivano. E' vero, avverte Ezio Da Villa, che il Comune di Venezia un po' si salva perchè ha installato a Fusina un inceneritore che, dunque, è in grado di diminuire di molto la parte di rifiuto che viene portata in discarica - restano solo ceneri anche se in quantità industriale. Non solo, il Comune di Venezia, sempre con l'impianto di Fusina, produce Cdr - combustibile da rifiuto - ovvero "roba" che viene bruciata nella centrale Enle di Fusina e questo Cdr è comunque spazzatura che non finisce in discarica e che, in più, viene pagato dall'Enel. Insomma, alla fine i ritocchi in bolletta, per i mestrini e veneziani non saranno mostruosi, ma Da Villa si preoccupa del pessimo esempio che dà il caapologuogo. Venezia non riesce ad organizzare la raccolta diufferenziata in centro storico. D'accordo che è particolarmente complicato - dice Da Villa - D'accordo che è più costoso, ma di mezzo c'è la salute del territorio che, altrimenti, viene "impestato" dalle discariche. Tra l'altro entro il 31 dicembre 2008 si passa dal 35 per cento al 45 per cento ed entro il 31 dicembre 2012 si dovrà arrivare al 65 per cento di raccolta differenziata. Vuol dire cioè che nel sacchetto della spazzatura vera e propria deve finire meno di un terzo di quello che produciamo in casa in termini di "scoasse ". E Venezia parte da 6 per cento. Vuol dire che per arrivare al 65 per cento deve dar via di manetta. Mestre sta dando una mano, a livello statistico, con il suo 35 per cento, ma non basta. E Da Villa è "nero" anche per un altro motivo. La maglia nera di Venezia centro storico gli costa l'ultimo posto fra le province del Veneto.
m.d.
News correlata a: [ Rifiuti ] [ Dibattito sui rifiuti ] [ NL 06.2005 - Il "Concorso che Puzza" ]

 

02/11/2006 - Differenziata senza successo "Aree per i rifiuti ingombranti"

Tratto da "La Nuova Venezia" del 02/11/2006

Dopo la ventilata ipotesi che Vesta aumenti le tasse sulla spazzatura per adeguare i valori all'inflazione, dalla Municipalità il vicepresidente getta benzina sul fuoco temendo che l’aggiustamento della Tia sia invece riferito a un pessimo andamento della raccolta differenziata piuttosto che da un semplice aumento dei costi. «Bisogna infatti cercare di capire quanto commercianti ed esercenti stiano collaborando a questo servizio in centro storico - ammonisce Fabrizio Reberschegg - Se da un lato i cittadini si sono adeguati pur tra tante difficoltà, dall'altro le categorie economiche non si può dire abbiano fatto altrettanto. I conferimenti irregolari continuano e si vedono girando per le calli, con materiali abbandonati qua e là al di fuori degli orari consentiti. E sembra che non si riesca a trovare un accordo con Vesta per soluzioni aggiuntive».
L'azienda ha confermato che un eventuale aumento della Tia sarebbe collegato solo al fatto che dal 1999 a oggi, la tassa è rimasta indietro rispetto a un aumento dell'inflazione di quasi l’11,5 per cento. Ma Reberschegg rincara: «Il problema è che Vesta è costretta a recuperare gratis tutto quello che trova per strada, dai negozianti ai residenti che scaricano ingombranti la notte, alle aziende che abbandonano residui dell'edilizia come se nulla fos-se. Quindi senza introiti sotto questo aspetto spende di tasca propria per il recupero. I turisti? Se lasciano le carte in giro è perchè ci sono pochi cestini o perchè non vengono sostituiti i sacchi per tempo». Le soluzioni per il vicepresidente della Municipalità del centro storico sarebbero a questo punto due: «La prima sicuramente volta alla creazione di aree ecologiche dove la gente possa portare gli ingombranti. La seconda, che la Giunta comunale si accorga dell'esistenza della Municipalità dandole competenze come questa».
(Simone Bianchi)

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05/10/2006 - Le "scoasse" invadono San Barnaba

Tratto da "Il Gazzettino" del 05/10/2006

San Barnaba invaso da una montagna di rifiuti. Ormai da due giorni gli operatori di Vesta non raccolgono le scasse in quest'area di Dorsoduro, che si è trasformata, così, rapidamente, in una sorta di discarica a cielo aperto, tra le proteste degli abitanti della zona.
Calle lunga San Barnaba - ormai quasi impraticabile - l'area del Campo e la stessa calle del Traghetto sono in questi giorni letteralmente ricoperte dai sacchi neri della spazzatura, che, complice il caldo, fermentano, aggiungendo alla sporcizia, anche i cattivi odori.
«I rifiuti in questi giorni non sono stati rimossi perché c'è stata acqua alta - si giustificano a Vesta - e sotto il ponte del rio di San Barnaba, in un'area della città piuttosto bassa, le barche per l'asporto delle immondizie in queste condizioni non passano. Non appena possibile, riprenderemo la normale raccolta».
«E' una vergogna - replica invece uno dei tanti abitanti della zona - perché Vesta potrebbe tranquillamente far ormeggiare le sue barche all'altezza di Ca' Rezzonico, dove ci sono tra l'altro pali di approdo che la stessa azienda ha provveduto a far piantare per rimuovere i rifiuti. La verità è che almeno da un'anno a questa parte, nella zona di San Barnaba, per un giorno alla settimana, la raccolta dei rifiuti non viene effettuata.
Se a questo si aggiunge la scusa dell'acqua, le scoasse restano in strada, ammucchiandosi davanti ai ristoranti della zona, con i topi che scorrazzano tra i sacchi neri, visto che non esistono cassonetti dove poterli riporre. Non è possibile vivere in queste condizioni!».
A protestare, nei giorni scorsi, per le loro montagne di rifiuti non raccolti, erano stati invece gli abitanti della zona della Madonna dell'Orto, a conferma di qualche difficoltà di Vesta nelle normali operazioni giornaliere di asportazione dei rifiuti.

News correlata a: [ Rifiuti ] [ Qualità della Vita ] [ Dibattito sui rifiuti ]

 

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