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  4. Dibattito sul Parco di San Giuliano

News della sezione Dibattito sul Parco di San Giuliano

24/10/2006 - S. Giuliano, il sindaco insiste "Il progetto e' compatibile"

Tratto da “Il Corriere del Veneto” del 24/10/2006

Non chiude la porta ai progetti alternativi, ma nemmeno la lascia troppo aperta: «C'è un ipotesi e mezza che stiamo valutando». Poi stronca gli accenni di entusiasmo: «Dopo un rifacimento sostanziale con l’abbassamento delle altezze e la riduzione della lunghezza lungo il canale per me il progetto dello studio Mar è compatibile con il parco». Massimo Cacciari non cambia idea sul nuovo piano per la riva del canale del San Giuliano: per il sindaco le attività artigianali possono continuare a rimanere. Lo ha detto chiaramente ieri pomeriggio in un'informativa al consiglio comunale. «Se non ponevo io la questione sarebbe stato tutto com'è oggi visto che il problema del trasferimento delle aziende che sono sulla riva è vecchio quanto il Parco», ha detto. La soluzione sembra a questo punto essere un arretramento delle aziende e un allontanamento dalla Punta, ma non uno spostamento vero e proprio. In sostanza lo studio Mar ridurrebbe sensibilmente l’altezza delle cavane che sarebbero realizzate in sostituzione dei capannoni attuali (dagli 11 metri originariamente previsti si passerebbe a sette) e la lunghezza del fronte verrebbe ridotto.
L'assessore all'urbanistica Gianfranco Vecchiato sta attendendo la modifica del progetto, anche se non ha ancora abbandonato l’idea di un trasferimento delle aziende. Forse qualche novità potrebbe arrivare oggi quando si riunirà la Commissione tecnica, ma le ipotesi sul tavolo rimangono sempre quelle: l’Italiana Coke (anche se i canali interni non sarebbero navigabili dal tipo di scafi che hanno le aziende di San Giuliano) e il trasferimento dalla parte opposta del canale.
Nel suo discorso al Consiglio il sindaco ha sottolineato come il progetto del parco sia cambiato da quando è stato elaborato da Antonio Di Mambro: «E' il progetto che ho voluto io, non mio nonno, ma ci sono cose che non si realizzeranno mai». E' nella fisiologia di tutti i parchi ha spiegato Cacciari non arrivare al 100% del completamento: «Fin qui siamo all'80% e stiamo parlando di tre ettari su settanta». Per trovare una soluzione politica all'ipotesi del trasferimento delle aziende quest'estate era stata costituita una Commissione guidata dal capo di gabinetto Maurizio Calligaro, che ha esaminato 12 siti alternativi: ora il lavoro è completato e oggi si terrà la riunione conclusiva, mentre venerdì se ne parlerà in un'assembleapubblica al Toniolo. «Alcune di queste ipotesi sono impensabili, anche sul piano economico, per i costi di acquisizione e di bonifica» , ha spiegato il sindaco. «Va rivista la sistemazione, vanno ridotte le altezze dei capanni, così diventano compatibili con il parco - ha spiegato - Non disturberebbero neppure la passeggiata che inizia a diventare interessante a 500 metri dalla punta, quando si vede la laguna. Prima lo skyline è contraddistinto dai cavalcavia, dai viadotti, dai Pili e dal Petrolchimico». L'informativa del sindaco in ogni caso non è stata gradita da tutti.
Michele Mognato, capogruppo dei Ds, ha chiesto che se ne discuta in una sede istituzionale visto che per regolamento le informative non hanno dibattito. «La spiegazione del sindaco non è sufficiente - ha detto -. Anche perché non abbiamo capito cosa c'entra questa decisione presa dal Commissario con il moto ondoso».
S.S.L.

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12/10/2006 - Su Punta San Giuliano confronto con Cacciari

Tratto da “Il Gazzettino” del 12/10/2006

Massimo Cacciari ha promesso che ci sarà. E cosî venerdì 27 ottobre al Centro Santa Maria delle Grazie - ore 17.30 - si discuterà pubblicamente della storia di San Giuliano ovvero dell'autorizzazione concessa dal Comune alle ditte di trasporto di restare in Punta San Giuliano. Da quando il Gazzettino ha dato la notizia che Cacciari, in qualità di Commissario al moto ondoso aveva dato il via libera al progetto che mantiene le ditte in Punta, in città si sono moltiplicate le iniziative. E i consiglieri della Provincia hanno votato un ordine del giorno contro la decisione di Cacciari, ma anche Comune e Municipalità di Mestre si sono mossi allo scopo di bloccare questo progetto. Tant’è che la Municipalizzata ha chiesto alla Giunta un Consiglio straordinario proprio sul punto. Del resto l’acerrimo nemico di questo progetto è proprio il presidente della Municipalità, Massimo Venturini, deciso ad andare anche contro il suo sindaco pur di salvare il parco. Il 27 ottobre si vedrà a che punto siamo e, soprattutto, se il Comune ha trovato qualche alternativa alla permanenza delle società in Punta. Cacciari ha già detto chiaramente a chi ha chiesto l’incontro – il gruppo Intesa per al città che l’ha sostenuto in questa campagna elettorale – che bisogna studiarsi bene le carte e conoscere nel dettaglio la situazione prima di parlare. Il che significa che il Comune arriverà all’incontro con una posizione molto precisa ed è probabile che sia quella che non esistono alternative. Dunque, le ditte restano lì e si va avanti con il progetto. Dall’altra parte del tavolo, però, ci sarà Intesa per la città che invece sostiene che quel progetto porta ad uno stravolgimento della filosofia del parco di San Giuliano. A seguito alla decisone di Cacciari, infatti, si dovrebbero costruire edifici alti quasi 11 metri a bordo del Canale Salso. Esattamente dove era prevista la passeggiata ciclopedonale che, partendo dal Canal Salso doveva arrivare fino al Parco di San Giuliano. Le ditte che hanno chiesto di restare lì sono 18 e si tratta in buona parte di aziende che si occupano di trasporti da e per Venezia. Più tre ditte che si occupano di rimessaggio barche.

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28/09/2006 - San Giuliano approda in Parlamento

Tratto da “Il Corriere Veneto” del 28/09/2006

La delibera che modifica il piano del parco di San Giuliano e che mantiene le aziende in riva al canale arriva a Roma.
Il deputato di Rifondazione Comunista Gino Sperandio ha presentato un’interpellanza ai ministri dell'interno e dell'Ambiente contro il provvedimento e chiedendone la sospensione.
Era la fine di giugno quando il Commissario delegato al moto ondoso, Massimo Cacciari, ha autorizzato il progetto definitivo di modifica della riva del canale San Giuliano prevedendo la realizzazione di nuovi capannoni -alti 11 metri-perle 18 ditte di trasporto acqueo che dovevano essere dimesse o traslocate in altra area perché giudicate incompatibili con realizzazione di un parco.
Un provvedimento che ha scatenato un vespaio e che oggi, attraverso Sperandio approda in Parlamento. Per il deputato di Rifondazione Comunista - si legge nell'interpellanza - «il progetto per la realizzazione del parco di San Giuliano, il più importante intervento di riqualificazione urbana e ambientale in corso di attuazione nel Comune di Venezia per realizzare uno dei più grandi parchi urbani europei, viene gravemente alterato dal provvedimento del Commissario delegato». Nel documento Sperandio sottolinea il consolidamento della presenza di attività economiche e produttive considerate «incongrue con la destinazione generale delle aree a "verde urbano attrezzato-parco", mentre in origine se ne prevedeva la dismissione e la sostituzione con una passeggiata pedonale e ciclabile tale da creare un efficace rapporto con 1'acqua anche sul lato sud-occidentale del Parco, costituito dal Canale di San Giuliano».
Affondano contro il sindaco-commissario e il suo progetto anche Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale di Rifondazione, Roberto Del Bello, segretario provinciale del partito e il consigliere comunale del partito Sebastiano Bonzio, per i quali quello di Cacciari,. oltre ad essere un provvedimento «giustificato pretestuosamente come atto di contrasto al moto ondoso, ma che nell'immediato garantisce interessi del tutto particolari», costituirebbe anche «un vulnus di gravità eccezionale alle prerogative della politica istituzionale e non, che viene esautorata rispetto alle scelte operate nel passato». «Una sceita grave ispirata dal peggior decisionismo», dicono i tre in una nota.
Un intervento molto discusso quello di Cacciari e del suo vice Michele Vianello sia a Ca' Farsetti che nella sede della Municipalità di Mestre-Carpenedo dove in entrambi le sedi c'è stata battaglia. E adesso dovranno esprimersi anche i ministeri chiamati in causa. Anche perché l'interpellanza di Sperandio, oltre a chiedere se si ritenga necessario revocare o sospendere il provvedimento, chiede anche di capire se attività come queste «rientrino compiutamente nei limiti di legge stabiliti». Di capire insomma se approvare un progetto come questo serva per difendere Venezia dal moto ondoso.
S.C.

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22/09/2006 - Il futuro incerto del parco Mestre "convoca" il sindaco

Tratto da "Il Corriere del Veneto" del 22/09/2006

Un consiglio straordinario della Municipalità di Mestre Carpenedo sul "caso" del parco di San Giuliano, alla presenza del sindaco di Venezia Massimo Cacciari, degli assessori competenti e anche, se possibile, dell'architettò Antonio Di Mambro; l'ideatore del pianoguida del parco. A chiederlo era stato il consigliere dei Verdi Federico Camporese e ieri pomeriggio tutti i partiti di maggioranza della Municipalità hanno accolto la richiestà.
«Speriamo di poterlo tenere già la prossima settimanaH, dice Camporese». Il consiglio sarà ovviamente centrato sulla contestatissima approvazione da parte del commissario straordinario al moto ondoso del progetto dell'architetto Giampaolo Mar per la riqualificazione delle attività commerciali sulla riva del canale di San Giuliano. Un progetto che prevede che 18 della attuali 20 aziende rimangano sulla riva, cancellando una parte della passeggiata a filo d'acqua prevista dal piano Di Mambro, con la realizzazione di strutture alte undici metri.
In realtà in discussione c'è tutto il futuro del parco. Nell'ultimo anno i segnali non sono mai un granchè positivi. Il progetto del polo nautico, che doveva essere il passo successivo alla prirna realizzazione, ha ancora il fiato corto, soprattutto sotto il profilo finanziario. In tempi di "vacche magre" il sindaco Massimo Cacciari non vuole sentir parlare di una realizzazione con fondi solo pubblici, preferisce la strada della collaborazione con i privati. In questi mesi le cosé sono andate avanti, si parla già di acquisti di aree lungo la gronda, dall'attuale parco fino a Campalto e del progetto dell'albergo legato a doppio filo a strutture sportive, come per esempio il campo da golf che già il piano Di Mambro prevedeva. L'altra fetta "privata" del parco è già stata acquistata l'anno scorso dall'imprenditore Luigi Brugnaro: ai Pili il piano prevede attività varie, dal parcheggio alla darsena a un parco divertimenti. La preoccupazione di molti è che il parco, che pure ha bisogno di attività remunerative per il suo mantenimento, veda crescere la parte di business e diminuire (o almeno non crescere come doveva essere) la parte dedicata alle passeggiate e al verde, alla voeazione lagunare con il polo nautico. Il mantenimento delle attività lungo il canale, che sconvolge in quel punto il piano Di Mambro, andrebbe in questa direzione.
La municipalità chiede che al consiglio straordinario sia presente anche il sindaco, di cui è stato apprezzato il gesto di istituire una commissione di lavoro per approfondire il problema delle attività che devono restare. Il progettista Antonio Di Mambro è stato in città in questi giorni per consegnare nuovi disegni e progetti per il parco.
L'incontro con il sindaco non risulta a nessuno. E c'è chi pensa che anche questo sia un segnale delle difficoltà del parco.
A.Zo.,F.B.

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13/09/2006 - "Palazzoni" di 3 piani nel Parco di San Giuliano

Tratto da “Il Gazzettino” del 13/09/06

Fra le ditte che sono entrate a far parte del Consorzio fra le imprese di San Giuliano figura anche il Cantiere motonautico Giudecca. Curioso che un cantiere si trasferisca dalla Giudecca a San Giuliano, che rilevi i capannoni di una azienda che se ne sta andando e che, insomma, investa in un posto a rischio come San Giuliano, acquisendo un capannone che forse è ancora abusivo perchè non ha usufruito nemmeno dell'ultimo condono.
Se un'azienda fa questo, vuol dire che sapeva che non erano soldi buttati via. E queste garanzie sembra che le avesse da febbraio scorso mentre 1'approvazione dell'ordinanza del Commissario al moto ondoso, che permette alle ditte di Punta San Giuliano di restare dove sono, è di sei mesi dopo. Chi, in Comune, ha dato queste garanzie al Cantiere motonautico della Giudecca, cioè che non era un azzardo trasferirsi a San Giuliano? Come facevano tutte le ditte del Consorzio ad avere già in tasca a febbraio la certezza matematica che il Commissario per il moto ondoso e cioè il sindaco avrebbe firmato quel progetto?
Qualcuno ha messo di mezzo Cacciari?
«Ma sì, è la solita storia. Al sindaco non la raccontano tutta - sbotta Massimo Venturini, presidente della Municipalità di Mestre centro - Non dico che gli nascondono le carte, ma è certo che Cacciari non è in possesso di tutte le informazioni. Questa storia del trasferimento di un cantiere nautico dalla Giudecca, ad esempio, non la sapeva. E mi devono spiegare perchè un problema di Venezia viene scaricato su Mestre. Devono costruire case al posto del Cantiere nautico Giudecca e quindi gli hanno dato lo sfratto, è stata la giustificazione. Benissimo, ma che c'entriamo noi? A Cà Farsetti la smettono o no di scaricare le rogne in terraferma? Si lamentano sempre che perdono posti di lavoro e attività e poi non muovono un dito per tenerle in centro storico», ironizza Venturini.
Ma Venturini non ce l'ha solo con questo trasferimento misterioso e del quale nessuno ha mai saputo nulla - e gli operatori di Punta San Giuliano si sono guardati bene dall'vvertire che c'era anche un nuovo arrivato,fresco fresco, nelle fila del Consorzio. Venturini si chiede anche come mai in Giunta ci sia chi spinge per chiudere in tutta fretta questa vicenda. «Io voglio vedere tutte le carte - avverte il presidente della Municipalità - Non esiste che si chiude dicendo che non ci sono alternative alla permanenza delle ditte in Punta San Giuliano. Voglio vedere tutte le carte e finora non le abbiamo viste. E voglio che siano sul serio escluse tutte le alternative, ma non di corsa. Voglio vedere se è vero che l'area Gorinati non va bene. Ma dico anche che non c'è solo l'area Gorinati. Al Vega 2, ad esempio, ci starebbero benissimo. E voglio che mi dimostrino, carte alla mano, che non è vero. Io le carte che ho, le mostro, senza nascondere nulla. Ecco che cosa ha approvato il Consiglio comunale a proposito dell'area ex Agip: "Si affaccia su un'importante via d'acqua (Canale Brentella), la cui riva si presta ad essere attrezzata per approdi di linee di navigazione". E allora io dico che se il Vega vuole farci degli approdi, tanto più possiamo usare quella banchina per l'operazione di spostamento delle ditte da Punta San Giuliano. Se è vero, com'è vero che su quella banchina ha messo gli occhi anche il Porto per farci una darsena, allora non ci sono problemi, vuol dire che si può fare. Tra 1'altro è zona intera- mente bonificata e Vega prevede di costruire solo ai lati, tenendo libero il fronte acqueo sul Canale, dunque non serve nemmeno cambiare ìl progetto. Lì non daranno fasti- dio a nessuno e non ci stanno 18 ditte, ce ne stanno 50. Ammesso poi che debbano stare tutte lì, comprese quelle che vengono dalla Giudecca. A mio avviso avrebbe più senso spostare chi fa barche nella zona ex Complessi, quella che dovrebbe rilevare la Fincantieri, mentre al Vega potrebbero re- stare solo i trasportatori, che sono 9 in tutto. Se noi mettiamo i cantieri nautici in quella che Cacciari chiama la cittadella della cantieristica, ci basta poco per dare spazio a tutti gli altri qui al Vega 2. Che mi dicano, carte alla mano, perchè questo progetto non può andare avanti. Perchè una darsena sì e i tra- sporti via acqua no»
Venturini sostiene che in ogni caso non si può decidere in quattro e quattr'otto una cosa così importante. «Non esiste che non si aspetti l'architetto Di Mambro, che deve arrivare qui a fine mese. Il suo parere è importante, ma più ancora il parere dell'intera città, schierata contro questo progetto. E pensare che non sa ancora tutto. Ad esempio, nessuno ha mai detto che questi edifici che si vuole costruire sulla riva sono un muro alto 11 metri e 22 centimetri? Stiamo parlando di case alte tre piani, non di capannoni, che occluderanno completamente la vista del Canal Salso».
Maurizio Dianese

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