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  4. Dibattito sul Parco di San Giuliano

News della sezione Dibattito sul Parco di San Giuliano

09/06/2007 - Heineken "bocciato" dalla Consulta Ambiente

Tratto da "Il Gazzettino" del 09/06/2007

Bocciatura per l'Heineken da parte dei membri dell'ufficio coordinamento, organo della consulta all'Ambiente del Comune, che, pur trincerandosi dietro un laconico "non c'è alcun atteggiamento pregiudiziale", esprimonono, circa la valutazione d'incidenza ambientale presentata dagli organizzatori, una serie di preoccupanti osservazioni, sciorinate ieri a Ca' Farsetti da Adriana Fasan o, Matteo Pandolfo, Giuseppe Sartori e Aldo Scarpa.
«Il 64 per cento degli uccelli che frequentano il parco - hanno esordito - nidifica proprio in quell'ambito e in ambienti naturali contigui; inoltre altra parte sono estivanti, ovvero dimorano a San Giuliano a partire da questa stagione. Siamo molto preoccupati sull'impatto che questi volatili, i più importanti abitanti del parco , potranno subire con 4 giornate simili, colme di inquinanti acustici, luminosi e di grande disturbo umano. Inoltre non è risolto il problema del vicino canile, che ospita 650 animali. Le barriere fonoassorbenti serviranno ben poco, poiché le onde sonore della musica, calcolata di volume oltre i 90 decibel, si ricompatteranno e vibreranno all'interno delle strutture metalliche del canile. I cani, già in una situazione di disagio, potrebbero risentirne impazzendo e cercando di scappare, con buona probabilità di ferimenti.
«A proposito dell'aspetto naturalistico del parco - hanno continuato i quattro esponenti del coordinamento - il suolo è delicatissimo: la discarica "tappata" dalla bonifica con altro terreno importato, mantiene ancora i rifiuti tossico-nocivi, con presenza di fosfogessi radioattivi e di fanghi residui delle fonderie. Va da sé che il contemporaneo calpestio di tanta gente ed eventuali problemi alle strutture approntate per la manifestazione, potrebbero divellere in alcuni punti il manto erboso e mettere alla luce gli inquinanti, pronti ad andarsene in giro alla prima pioggia. Oltre al danno ambientale, sarebbero buttati i 15 milioni di euro che il Comune ha speso per la bonifica. Inoltre il terreno non originario potrebbe venir compattato dalla folla in modo da togliere vita agli stessi alberi, in modo irreversibile. La valutazione presentata dagli organizzatori non parla di come smaltire le acque luride dei servizi igienici allestiti, né quale sarà il livello sonoro di partenza. Infine, abbiamo notato e fotografato problemi di sicurezza per i frequentatori normali del parco a causa dei lavori di allestimento cantiere, che si ripeteranno allo smontaggio. Duranti gli incontri con gli organizzatori, questi ci hanno più volte ripetuto che comunque è tutto assicurato: garanzie che vanno a preoccuparci ancor più. Proponiamo che una piccola porzione di terreno venga mantenuta off limit: in questo modo potremo comparare la situazione, terminata la manifestazione».
Tullio Cardona
News correlata a: [ Ambiente ] [ Venezia e la sua laguna ] [ Dibattito sul Parco di San Giuliano ]

 

14/12/2006 - San Giuliano, il trasloco è pronto i capannoni all'ex Italiana Coke

Tratto da "Il Venezia" del 14 dicembre 2006 – pag. 29

Gli operatori del consorzio di San Giuliano sono pronti a traslocare nell'area Italiana Coke.
E a liberare la futura passeggiata del parco. Ma non vogliono accollarsi le spese dell'operazione. Ieri c'è stato un proficuo incontro tra l'assessore all'urbanistica Gianfranco Vecchiato, il suo braccio destro Giovanni Battista Rudatis, l'avvocato del consorzio Alberto Pagnoscin e l'architetto Mar. Una riunione importante perché ora, quasi tutte le parti interessate sono d'accordo: l'area dell'Italiana Coke sembra quella migliore per ospitare i 18 capannoni del Consorzio. Quasi tutte, perché l'A ut o r it à Portuale, che ha in concessione l'area dal Demanio traballa ancora .
PROBLEMI ed eventuali contrattempi non mancano: un elettrodotto da interarre, un binario ferroviario che si pone nel mezzo, tra banchina e terreno, un lavoro in corso di banchinamento ad opera di Edil-Venezia che dovrebbe concludersi nel 2008. E poi chi paga l'operazione milionaria? «In un documento contenuto nel piano del parco - spiega Pagnoscin - c'è scritto che in caso di spostamento degli operatori sia l'amministrazione a doversi far carico di una parte della spesa, noi eravamo disposti a pagare se fossimo rimasti dove siamo, divenendo proprietari, ma qui si tratta d'interventi costosi in terreno demaniale».
Ma il Comune storce il naso.
Questi ed altri nodi dell'operazione verranno sciolti in una sorta di conferenza dei servizi, che si riunirà per fine gennaio e coinvolgerà Autorità portuale, Fs, Magistrato alle acque e tutti gli enti coinvolti dall'operazione San Giuliano. Intanto l'architetto Mar si è impegnato a stilare un progetto di massima sull'area Italiana Coke mentre gli operatori di San Giuliano hanno chiesto che per i due-tre anni necessari a concludere l'operazione vengano rilasciate le autorizzazioni attese per gli adeguamenti. «Mi riferisco alle autorizzazioni per mettere a norma gli scarichi - spiega Pagnoscin - così come a quelle per effettuare i tamponamenti, alcune le attendiamo da almeno due anni». L'area ex Api, segnalata come luogo alternativo è ancora in lizza. Nonostante tutta la discussione anche ieri, si sia concentrata sull'Italiana Coke. Anzi, per quegli operatori che muovono barche di 22/25 metri sarebbe perfetta. Ma per il suo utilizzo serve una variante urbanistica possibile solo con gli strumenti del Pat ed i tempi, in questo caso, raddoppierebbero. MA.BO.
News correlata a: [ Dibattito sul Parco di San Giuliano ]

 

29/11/2006 - Per S. Giuliano le soluzioni sono addirittura due

Tratto da "Il Gazzettino", edizione Venezia, del 29 novembre 2006 - pag. VI

Volete comprare? C'è l'Italiana Coke. Preferite affittare? Ecco l'area ex Api.Potranno scegliere, le imprese di Punta San Giuliano . Ma quel che è ormai certo è che da San Giuliano se ne andranno. L'annuncio quasi ufficiale è arrivato dal sindaco, ieri sera, nel corso della riunione delle tre Commissioni consiliari - Urbanistica, lavori pubblici e attività produttive - sull'affaire San Giuliano . La questione è sempre quella. A giugno il sindaco in qualità di Commissario al moto ondoso dà il via libero ad un progetto che prevede la costruzione, al posto delle attuali baracche, di darsene e capannoni in stile Arsenale. La città insorge, dalle associazioni come SportInsieme che raccoglie le più blasonate realtà di Mestre, alle remiere di Punta San Giuliano , dai partiti alle Municipalità, dalle associazioni ambientaliste al Consiglio provinciale, è una levata di scudi tale che Cacciari decide di tentare la carta dell'alternativa. "Io ho approvato il progetto in assoluta buonafede - avverte Cacciari - e ancora oggi sono convinto che non sia incompatibile con il parco, ma prendo atto che il Consiglio comunale e buon parte della città sono contro e, dunque, abbiamo lavorato a più non posso per trovare l'alternativa." Che, come abbiamo detto, sono addirittura due, entrambe nella zona di Marghera e tutte e due con l'affaccio sul Canale Brentella. In quella zona a ridosso di via Righi, il Comune ha intenzione di concentrare non solo tutte le attività che adesso sono lungo il Canal Salso, ma anche i fratelli Marchi, che se ne devono andare da Campalto per liberare l'area del Passo.Insomma, in un colpo solo si risolve tutto. E le aziende avranno sul serio una serie di opzioni tale che sarà difficile dire di no. Perchè l'Italiana Coke è disposta solo a vendere, ma dall'altra parte del canale, invece, per l'area Api sono possibili più opzioni. Sono già stati fatti anche quattro conti. L'insediamento fatto e finito - cioè acquisto del terreno, più realizzazione del progetto Mar - costa attorno ai 10 milioni di euro e le 18 ditte di Punta San Giuliano hanno già detto che hanno a disposizione 20 milioni di euro. Bene, 10 potranno risparmiarli.Che cosa manca ancora? Manca da fare solo "una verifica tecnico-economica" - ha detto Cacciari. Bisogna cioè discutere concretamente del quantum. Le bonifiche? "Risultano già avvenute in entrambi i siti." La destinazione? "Compatibile in entrambi i posti." La viabilità? "Nell'area Italiana Coke è stato già individuato il modo di creare una viabilità alternativa che va bene all'Italiana Coke e risolve i problemi delle ditte di trasporto di San Giuliano ." Il sindaco ha risposto punto su punto a tutte le obiezioni dei Consiglieri comunali che, peraltro, non hanno potuto far altro che prendere atto e plaudire al fatto che si sia trovata una soluzione che salva il Parco. Solo il Consigliere Valerio Lastrucci - Margherita - ha insistito sull'opzione Tessera, ma è stato subito stoppato da Cacciari. A questo punto resta ancora il problema politico - come ha sottolineato più di tutti Roberto Turetta dei Ds - relativo al fatto che il sindaco ha deciso per conto suo, "espropriando il Consiglio comunale, l'unico organo deputato a decidere come si trasforma il territorio, ma si tratta di quisquilie. "Sono un patetico cittadino che non capisce di estetica - ha ironizzato Turetta facendo il verso a Cacciari - ma sulla destinazione delle aree decide il Consiglio comunale, anche se formato da patetici cittadini come il sottoscritto. E se si tratta di mettere mano al portafogli, che si segua lo stesso principio che vale di là del Ponte della Libertà. Se si trovano i soldi per l'Arsenale, si possono trovare anche per San Giuliano."
Maurizio Dianese
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29/10/2006 - Ricorso popolare per S. Giuliano

Tratto da “Il Gazzettino” del 29/10/2006

Ricorso al Tar del Lazio di tutti i cittadini elettori. Entro il 15 novembre. E' questa la linea scelta dai Comitati dei cittadini che hanno promosso l’assemblea dell'altro giorno al Toniolo sul parco di San Giuliano. Il sindaco Massimo Cacciari ha indicato due soluzioni possibili per evitare che si costruisca in Punta San Giuliano, ma se quelle soluzioni non vengono perfezionate entro il 15 novembre, da quel momento le ditte di Punta San Giuliano acquisiscono il di- ritto di andare avanti con il loro progetto. Ed è il motivo che spinge le Associazioni e i Comitati a chiamare a raccolta i cittadini che vogliono firmare il ricorso al Tar contro il progetto. Il ricorso sarà preparato dagli avvocati Alfiero Farinea e Piero Pozzan sia per conto delle associazioni ambientaliste sia per conto dei cittadini. Viene utilizzata infatti una norma del testo unico Enti locali che prevede la possibilità per qualsiasi cittadino di fare ricorso contro un atto che ritiene lesivo dei suoi diritti, anche al posto del Comune. In questo modo, dicono i Comitati, intanto si congela il provvedimento e si evita che le ditte di Punta San Giuliano possano poi accampare il diritto di costruire, magari chiedendo i danni al Comune se non lo fa. E questo darà allo stesso Comune tempo in più per cercare la soluzione nel caso saltasse anche l’ipotesi di Italiana Coke o dell'Api. Vuol dire, nella sostanza, che i Comitati danno credito al sindaco quando dice di voler trovare l’alternativa, ma temono che i tempi siano troppo stretti venti giorni. Quindi "ritenendo improbabile una risoluzione della vicenda, che porti al superamento dell'ordinanza emanata dal Sindaco nella veste di Commissario di Governo entro il 15 di novembre, data della scadenza dei termini di legge per impugnare la sentenza presso le autorità competenti, ritengono necessario garantire i cittadini nel caso di una non positiva risoluzione della rilocazione delle attività, attraverso un'azione popolare di ricorso al Tar del Lazio". - scrivono in un comunicato. E per questo motivo nei prossimi giorni sarà riconvocata un'assemblea delle associazioni e dei cittadini per avviare la procedura del ricorso.

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28/10/2006 - Azione popolare per salvare il parco

Tratto da “Il Corriere del Veneto” del 28/10/2006

«Non sono abituato a giustificarmi, su San Giuliano ho scelto la via dell'ordinanza da commissario al moto ondoso per accelerare le cose, visto che l’attuale situazione mi faceva schifo e chi vuole faccia pure ricorso».
Così Massimo Cacciari risponde dal palco del Toniolo a chi chiede il trasferimento delle diciotto attività di interscambio e costruzione natanti presenti sulla riva del Canale di San Giuliano.
E il ricorso al Tar del Lazio, per l’appunto, si farà entro pochi giorni.
E' stato un fuoco di fila quello all'assemblea di ieri pomeriggio, organizzata da decine di associazioni per un “faccia a faccia” con il sindaco. Il clima si è ancora più scaldato quando Massimo Donadini, presidente del Polo Nautico Punta San Giuliano ha detto che poche ore prima dell'assemblea le remiere avevano ricevuto la visita dei vigili urbani.
Sono arrabbiati un po' tutti, la municipalità di Mestre - Carpendo in primis, ma poi le associazioni ambientaliste e buona parte della base Ds, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi per il caso scoppiato quest'estate. Il sindaco, nella veste di commissario al moto ondoso, ha deciso di lasciare le attività a San Giuliano con un progetto di riassetto fumato dallo Studio Mar. «L'equivalente - spiega l’avvocato Angelo Pozzan, ex difensore civico - di una variante al Prg con cambio di destinazione d'uso e progetto definito, dalle altezze degli edifici alle volumetrie, già approvato senza l’avvallo del consiglio comunale». L'unica via, al di là di un improbabile intervento della presidenza del Consiglio dei Ministri, a questo punto, resta il ricorso.
Anzi, un ricorso ad «azione popolare», previsto dalla legge nel caso in cui i1 Comune sia stato scavalcato nelle sue competenze da un altro organismo. Il commissario Cacciari ha licenziato l’ordinanza il 30 giugno, due settimane dopo, il suo vice, Michele Vinello, ha dichiarato cessato lo stato d'emergenza per il moto ondoso e i poteri di Cacciari, ora, sono limitati alla vigilanza. Risultato: ora è un progetto «blindato», nemmeno il commissario può ritirarlo. «La parte lesa in questa storia - spiega l'avvocato Alfiero Farinea - è il Comune stesso e con lui i cittadini di cui è espressione, sì cambia una parte importante dei città senza coinvolgerli. La nostra sarà un'azione popolare e il ricorso al Tar lo faremo senz'altro».
Cacciari, da parte sua, ha illustrato la lunga lista di alternative a San Giuliano vagliate dall'amministrazione, dall’area intorno al Vega all'Isola delle Sculture. «Sia ben chiaro - spiega Cacciari - che il progetto Di Mambro è un progetto di massima che non si realizzerà mai per intero. Non ci sono i fondi per farlo. Detto questo, abbiamo ancora due ipotesi di sito alternativo per gli operatori, una è l’area ex Italiana Coke e l’altra, sempre lungo il canale Bretelle,l’area Api». Ipotesi tutte da verificare, spiega il sindaco, dai costi per l’acquisto dell'area a quelli per la bonifica.
«Continueremo l’approfondimento - assicura Cacciari - e in un'altra assemblea pubblica illustreremo i risultati, sia che si concretizzi una dislocazione alternativa, sia che ci sia da discutere di eventuali aggiustamenti del progetto Mar».
In un Toniolo affollato da centinaia di persone, non ultimi i 220 operatori di San Giuliano che indossavano magliette rosse o blu con un nuovo logo per l’interscambio di San Giuliano, i toni si sono surriscaldati fino a sfiorare la rissa. A moderare l’incontro, Diego Saccon, dei Comitati anti traffico. Cacciari parla poco, ascolta tutti e risponde punto su punto. «Sul fatto che ho deciso tutto da solo - specifica - ricordo che all'incontro fatto in Prefettura c'erano tutti, i rappresentanti di Provincia, Regione e Sovrintendenza».
«L'intero progetto - replica l’avvocato Pozzan - è stato approvato in soli 8 giorni e spedito alla Sovrintendenza due giorni prima dell'ordinanza senza darle il tempo di approvarlo, non è legalmente ammissibile una variante al Prg senza il si del consiglio comunale»
Martina Zambon

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