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NL 06.06 - Il parco di S.Giuliano

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Siamo lieti di inviarti l'ottavo numero della Newsletter del 2006 del Progetto Pandora, network nato per promuovere lo sviluppo sostenibile della città di Venezia (http://www.feempandora.it).
Ogni notizia è seguita da un collegamento nel quale potrete trovare approfonditi gli argomenti trattati.
Buona lettura!  

Numero 8.2006 :: Restart e la partecipazione

Pandora e la Partecipazione
* RestArt: nuovi focus group e tavola rotonda sul tema dei rifiuti
* La Consulta per l'Ambiente: convocazione ufficio di coordinamento

Informarsi in Pandora
* Pandora e il futuro di Venezia
* "Per terra...per acqua 2006" in stand

Comunicare in Pandora
* Restart: Installazioni, video-art, fotografia, scultura con e sui rifiuti
* Una risorsa per il governo della città: il sapere di cittadinanza
* Rilancio dei sondaggi sul tema dei rifiuti

In evidenza
* Abbiamo "navigato" per voi

 

Pandora e la Partecipazione

RestartIl 25 novembre in occasione dell'inaugurazione della mostra-evento RestArt, presso il Cz 95 alle Zitelle – Giudecca si sono tenuti alcuni FOCUS GROUP che che hanno coinvolto degli abitanti di Venezia in un confronto sul tema dei rifiuti a Venezia.
Questi incontri-dibattito hanno avuto lo scopo di far emergere questioni che hanno costituito l'avvio della tavola rotonda e a cui hanno partecipato: Pierantonio Belcaro, Assessore Comune di Venezia dipartimento per lo Sviluppo e la Salvaguardia Ambientale; Maura Rosa, VESTA; Enzo Castelli, Presidente Municipalità Venezia, Murano e Burano; Livio Billo, professore di Storia Arte Contemporanea presso l'Università degli Studi di Padova; Claudio Spavento, promotore del “Concorso che puzza!”, Lorena Rocca, Coordinatrice Progetto Pandora e Mara Sartore, Curatrice RestArt.
Il risultato è stato un inzio per un serio e costruttivo dibattito tra cittadini e decisori.
Leggi cosa è Restart
Vai Dibattito sui rifiuti

RestArt: la sintesi dei focus group sui rifiuti

Capire il punto di vista dei cittadini e raccogliere indicazioni per migliorare la gestione dei rifiuti a Venezia, era lo scopo della ricerca attuata dal progetto Pandora attraverso alcuni focus group iniziati a luglio e culminati con l’evento RestArt.
I focus group, ovvero gruppi di persone che attorno a un tavolo discutono di precisi argomenti, affrontando il tema dei rifiuti a Venezia hanno evidenziato:

  • il delicato rapporto tra Venezia e il turismo;
  • la valutazione sulla gestione dei rifiuti e relativa campagna informativa;
  • il ruolo strategico che ricoprono l’educazione e la partecipazione nella gestione consapevole del rifiuto.

Il turismo, da un lato, è visto come invasivo e deleterio per la città, dall’altro, è accettato in quanto forma principale di sostentamento. È idea condivisa che i costi per il mantenimento della pulizia siano derivati dalla presenza dei turisti, per questo motivo essi non dovrebbero gravare sui cittadini ma sugli esercenti, che beneficiano direttamente della presenza dei turisti in città. Inoltre chi ha contatto diretto con i turisti (anche i Bed and Breakfast) dovrebbe offrire un servizio che prevede anche la raccolta dei rifiuti e la diffusione di informazioni che, se non date, producono una quantità di rifiuti non solo indifferenziati ma anche mal posti.
Interessante la posizione assunta durante la discussione: i partecipanti non considerano i turisti la causa principale della sporcizia della città; il cuore del problema sta negli atteggiamenti dei cittadini troppo spesso disinformati, irrispettosi delle regole e incuranti del destino del proprio sacchetto di immondizia che viene così abbandonato ovunque, per strada, nei cestini non adatti, nei canali. E proprio il richiamo ai canali accende delle riflessioni sul fatto che una comunità identifica in modo condiviso e più o meno consapevole la diversa destinazione dei luoghi. Storicamente parlando, essi erano, a Venezia, il luogo “preposto” alla raccolta del rifiuto era il canale. Oggi viene usato ancora, ma sarebbe meglio individuarne un altro.
I partecipanti evidenziano, inoltre, che il centro storico di Venezia ha delle caratteristiche uniche e davvero singolari, spesso però i gestori e i responsabili della gestione rispondono con una serie di provvedimenti che vengono visti, dagli occhi dei cittadini, come insufficienti e non sempre adeguati al suddetto contesto.
Ciò che si richiede sono quindi due cambiamenti: strutture migliori e una informazione più chiara. Per quanto riguarda le strutture, qualora fosse possibile, si propone di inserire i cassonetti in più punti della città, cestini per i rifiuti più capienti e adeguati per il carico di sporcizia che circola oltre che ad orari per la raccolta dei rifiuti pensati insieme ai cittadini e un potenziamento del servizio della raccolta porta a porta, tutto quanto ben documentato e pubblicizzato.
Oltre che a questi cambiamenti si è parlato anche di un modello generale da seguire: per risolvere il problema è meglio la partecipazione o controllo dall’alto?
Le opinioni si dividono: i più inflessibili sostengono che un regolamento esiste, la legge è chiara e uguale per tutti, quindi i cittadini devono prenderne atto e rispettarla mentre le autorità preposte devono sanzionare i trasgressori per reprimere i comportamenti errati. In questo caso il controllo dall’alto, prerogativa dello Stato e degli enti preposti, è l’unico modo per risolvere il problema.
Altri invece indicano un’altra via, in cui il cittadino possa partecipare ai processi decisionali politici che potrebbero così essere più vicini ai reali problemi della gente. In questo sistema le decisioni, assunte in modo condiviso, sarebbero più facili da rispettare e, se integrate con un buon sistema informativo che arrivi alla gente in maniera efficiente ed efficace, potrebbero portare alla responsabilizzazione di tutti.
Come si accennava sopra, un punto importante da affrontare è quello della comunicazione in merito alla raccolta dei rifiuti: essa non viene giudicata efficace. Questa dovrebbe essere semplice, diretta, non perdersi in volantini esplicativi troppo farraginosi ma deve colpire con poche parole, dicendo cosa bisogna e cosa non bisogna fare.
La pubblicità, inoltre, dovrebbe spiegare il processo di distruzione del rifiuto, in quanto un problema evidenziato di continuo è la mancanza di trasparenza nei processi di lavorazione della materia che impedisce ai cittadini di capire se i loro sforzi possano essere stati significativi.
Ci sono parecchie proposte nuove, maturate durante il dibattito, tra queste ve ne sono alcune sicuramente interessanti, ad esempio, la richiesta dell’introduzione del “vuoto a rendere”: se produrre meno rifiuti deve diventare economicamente conveniente, in questo modo si può attivare un compenso economico. Sul versante dell’educazione si chiede un’azione a 360°, che parta dalle scuole ma arrivi anche alle persone anziane che devono essere sostenute, per mancanza di pratica, nelle differenti pratiche di raccolta dei rifiuti Oppure, ancora, prevedere la presenza di barconi ancorati alle rive in modo da facilitare la raccolta dei rifiuti anche in orari diversi da quelli prestabiliti.
Per concludere è giusto riportare una nota positiva: i cittadini vedono la Venezia di “oggi” più pulita rispetto a quella di qualche anno fa, questo anche grazie a degli interventi dei singoli cittadini, come l’attività proposta da Claudio Spavento Il concorso che Puzza che è stata ampliamente riconosciuta come un valido modello da “esportare” anche in altri punti nevralgici della città (es. Calle Santo Stefano)
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La Consulta per l'Ambiente: convocazione ufficio di coordinamento

La tavola rotonda che è seguita ai lavori del focus group ha visto come ospiti: l'Assessore all'Ambiente del Comune di Venezia Pierantonio Belcaro; Enzo Castelli, presidente della Municipalità Venezia centro storico; Maura Rosa di Vesta; Livio Billo docente di Storia dell'Arte Contemporanea dell'Università di Padova e Claudio Spavento, titolare del ristorante veneziano “Al Nono Risorto”. L'incontro, pensato e strutturato proprio come uno “spazio” aperto di discussione, ha cercato di porre al centro del dibattito le indicazioni e le richieste emerse dal focus group.
I lavori sono stati avviati con una breve presentazione del progetto Pandora, curata dalla coordinatrice Lorena Rocca, che ha portato all'attenzione degli ospiti le numerose segnalazioni sul tema “rifiuti a Venezia” condivise nell'Agorà virtuale www.feempandora.it .
Per agevolare il dialogo tra i cittadini presenti e gli ospiti invitate alla tavola rotonda, si è data subito la parola ad Adriana Fasano e a Matteo Pandolfo, membri dell'Ufficio di Coordinamento della Consulta per l'Ambiente del Comune di Venezia, che hanno riportato in assemblea alcune questioni emerse durante il dibattito nei focus group e avviato così la discussione.
Numerosi sono stati i temi affrontati: dalla raccolta differenziata ai costi che questa comporta, dalla necessità di una maggiore educazione e sensibilizzazione dei cittadini alla questione della riduzione dei rifiuti prodotti, dalla specificità di Venezia alle forme di coinvolgimento del cittadino per individuare insieme strategie e possibili soluzioni.
Il primo intervento è stato quello dell'assessore Belcaro che ha messo in evidenza come le richieste per una differente organizzazione della raccolta dei rifiuti a Venezia devono essere poi ricondotte ad un contratto di servizi che il Comune ha stipulato con Vesta. «Nel caso il servizio richiesto non rientra tra quelli già specificati nel contratto, il Comune deve erogare a Vesta un corrispettivo a parte che si traduce, quindi, in spese aggiuntive per l'Amministrazione e quindi anche per il cittadini».
L'intervento della sig.ra Rosa ha ribadito le peculiarità della città di Venezia («alle problematiche comuni alle altre città Venezia aggiunge anche la specificità della sua struttura ficica-urbanistica che rende la raccolta dei rifiuti particolarmente difficile e onerosa anche da un punto di vista della “pesantezza” del lavoro a cui gli operatori di Vesta sono sottopposti») mettendo però in evidenza lo sforzo dell'azienda sia nell'ascoltare le richieste del cittadino (attraverso ad esempio i consigli di quartiere) sia nel fornire al residente e al turista una diffusa e puntuale informazione in merito a ciò che occorre fare per smaltire correttamente i rifiuti nella città lagunare.
Quest'ultimo aspetto ha acceso un interessante confronto circa il ruolo che, anche in queste campagne informative e comunicative, può essere ricoperto dal cittadino: semplice utente finale o anche interlocutore con il quale individuare strategie e mezzi comunicativi più adeguati? La testimonianza di Teresa tratta da www.feempandorta.it («Basta con l'ennesimo manuale sulla raccolta differenziata, perché non investire tempo e risorse per sentire cosa la gente pensa e ritiene più adeguato?») e quella di Claudia presente alla tavola rotonda, hanno posto quindi l'attenzione sulla necessità di una “comunicazione partecipata” e quindi più efficace e mirata sia per i turisti, sia per i cittadini. L'intervento del presidente della Municipalità di Venezia centro storico, Castelli, ha evidenziato le molteplici “voci” che a Venezia dovrebbero essere ascoltate e a tal proposito si è fatto promotore di un'iniziativa che va proprio in questa direzione: «come Municipalità chiedo che venga attivato, anche con il supporto del sito www.feempandora.it e del gruppo che segue il progetto, un forum di discussione aperto ai cittadini al fine di individuare un decalogo come pro memoria per la raccolta e il conferimento dei rifiuti domestici da stampare poi a spese della municipalità e affiggere sui portoni di case e condomini».
La tavola rotonda, che ha visto tra l'altro anche l'intervento di Claudio Spavento, ideatore del “bidone autogestito”, e quello di Livio Billo, che ha posto l'attenzione sullo stile della società moderna opulenta e consumistica e su come anche l'arte può contribuire a creare una visione critica rispetto a tale tendenza, si è conclusa con la presentazione del progetto “Rifiuto con Affetto” (RCA) curato da tre studentesse dello IUAV (Istituo di Architettura di Venezia). L'idea assolutamente originale ed innovativa che sta alla base di “RCA” è quella di creare una sorta di “cassonetto-vetrina” per raccogliere e rimettere in circolazione (sottraendoli così alla discarica) quegli oggetti di cui ci si disfa ma che in realtà sono ancora utilizzabili.

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Informarsi in PANDORA

Pandora e il futuro di Venezia

Il 2 novembre, l’Istituto Veneto ha promosso una giornata di studio per discutere sul futuro della città di Venezia, a quarant’anni dall’alluvione.
La giornata, più che essere dedicata alla rievocazione di quanto avvenuto quaranta anni fa, ha cercato di fare il punto sui problemi del presente, in particolare cercando di cogliere le prospettive socio-economiche, l’evoluzione e il futuro di Venezia come città.
Ignazio Musu, Gherardo Ortalli, Andrea Rinaldo, Wolfgang Wolters e il cardinale Angelo Scola hanno affrontato, sotto diversi punti di vista, il passato-presente-futuro di Venezia.
Sono state presentate idee e obiettivi per il futuro della città lagunare ma è emersa soprattutto l’esigenza che... bisogna fare qualcosa!
Più provocatorie e animate sono state poi le due tavole rotonde del pomeriggio alle quali hanno partecipato: Alfredo Bianchini, Riccardo Caimani, Carlo Carraro, Marino Cortese, Davide Croff, Pier Francesco Ghetti, Francesco Giavazzi, Luigino Rossi e Francesco Vallerai.
Molti gli attacchi alla amministrazione e alla gestione della città: inutile parlare e relazionare se poi le decisioni non vengono prese. Ma per farlo bisogna effettuare una scelta su cosa fare.
Anche il progetto Pandora è stato presentato come uno strumento per avvicinare gli abitanti alla propria città: attraverso i nostri dibattiti, sondaggi e forum, si aiuta a capire quali sono le esigenze dei cittadini, i loro bisogni e i loro problemi di vita quotidiana. Solo ascoltando quello che proviene dal basso si può decidere il futuro per Venezia.

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"Per terra...per acqua 2006" mostra conclusiva

Le associazioni ANS (Associazione Naturalistica Sandonatese), La Salsola, Terra antica, Gruppo Valdemare e Gruppo Canoistico Arcobaleno, che hanno organizzato con altre realtà di base la Manifestazione "Per terra...per acqua – 2006” hanno raccolto tutto il materiale ideativo, di analisi territoriale, e di proposte urbanistiche ed ambientali in una mostra che verrà esposta per la prima volta negli stand della Festa di San Martino a Campalto nei giorni 11 e 12 novembre 2006.
La mostra conclude con una mozione agli amministratori locali per sciogliere alcuni nodi ambientali che alterano il territorio e non ne consentono un uso compat/sosten-ibile.
"Per terra...per acqua – 2006” , escursione in bici e in canoa sul tema "Navigando intorno al bosco di Mestre , approdando al Porto di Cavergnago” si è svolta l'8 ottobre scorso partendo dal Passo Campalto.
Il percorso di terra si è snodato attraverso la campagna di Campalto e Favaro, Dese e i parchi di Mestre Carpenedo toccando i territori di maggior rilievo naturalistico e ambientale delle località citate: la fossa Pagana reventemente rinaturalizzata dal Consorzio di bonifica Dese Sile, i boschi Querini ripristinati dall'istituzione Bosco di Mestre, il forte Cosenz con i prati umidi circosatanti,il Forte di Via Vallon edificato nell'antico sedime del Bosco di Carpenedo. Il percorso d'acqua attraversava le barene di Campalto e il seno della Sepa, entrava nel fiume per approdare al bosco Osellino nei pressi dell'antico paleoalveo fluviale.
Nel pomeriggio della giornata i partecipanti hanno potuto visitare il nuovo boschetto Osellino e il territorio del Porto di Cavergnago accompagnati dalle guide ambientali delle Associazioni.

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Comunicare in PANDORA

Restart: Installazioni, video-art, fotografia, scultura con e sui rifiuti

di Mara Sartore

L’idea di RestArt è di dare avvio ad un processo di partecipazione alla raccolta differenziata partendo da un punto di vista nuovo.
L’approccio artistico-creativo può dare una chiave di lettura e interpretazione al problema suggerendoci ipotesi e soluzioni sempre diverse.
RestArt è un gruppo di creativi che s’interrogano sul ruolo che la creatività e l’arte possono avere nei confronti di una questione urgente e globalmente attuale come quella dell’emergenza ambientale.
I creativi partono dalla trasposizione che i rifiuti hanno avuto nell’arte e in particolare fanno riferimento al TRASH in quanto genere artistico ormai affermato, anche se spesso di nicchia.
Giulio Ferroni ci spiega cosa s’intende quando si parla di TRASH: “il TRASH non è esclusivamente il fenomeno culturale che porta questo nome, ma anche tutto un insieme di operatori culturali e della comunicazione che lavorano tanto in ambito cinematografico e televisivo, quanto in ambito artistico e letterario e che, essenzialmente, mirano ad evidenziare la banalizzazione di ogni cosa. In assenza di valori forti, non rimane che mettere in mostra la volgarità del quotidiano: in questa frase può essere riassunto il TRASH come fenomeno culturale. Oltre a questo, esiste il TRASH nella sua accezione letterale, costituito in gran parte dalla spazzatura che ci perseguita”.
L’assenza di valori forti e la spazzatura che ci perseguita sono un mix esplosivo che può portarci verso un inevitabile declino e una catastrofe da tempo preannunciata da scienziati e ambientalisti. E’ necessaria dunque una presa di coscienza e una riflessione sulle azioni concrete che singoli e comunità umane possono (e devono) intraprendere. E’ necessario agire ora! Molti intellettuali e artisti hanno già un approccio diverso nei confronti di queste tematiche scottanti che affliggono il del mondo contemporaneo. Restart vuole dunque essere una mostra, un ghigno ironico di fronte al simbolo della fine: il rifiuto, la “monnezza”. Un’occasione per fermarsi ad osservare ciò che buttiamo via e a riflettere su soluzioni alternative quali il riutilizzo e il riciclaggio.
I creativi coinvolti nel progetto sono: MM+RV=, I Tankboys, Daniela Pérez Bacigalupo, Catalina Gonzalez, Cristina Tagliapietra, Giampietro Scarpa, il gruppo RifiutArti formato da Andrea Penzo, Adolfina De Stefani e Antonello Mantovani.
Il progetto RestArt si appresta ad avviarsi alla sua conclusione con una mostra aperta al pubblico dal 25 novembre al 3 dicembre presso il CZ 95 alla Giudecca. Saranno presentati i risultati del percorso fino ad ora svolto ed alcune installazioni degli artisti coinvolti.
La mostra sarà inaugurata con un incontro-dibattito sul tema dei rifiuti a Venezia. Si inizierà alle 16.30 con i focus group, rivolti agli abitanti di Venezia, che permetteranno di far emergere alcuni temi successivamente posti all’attenzione degli ospiti invitati alla tavola rotonda che prenderà avvio alle 17.30. Ulteriori spunti di riflessione per il dibattito saranno raccolti attraverso i commenti inseriti nel Dibattito sui rifiuti
Vai alla sezione di Pandora dedicata a   Restart

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Una risorsa per il governo della città: il sapere di cittadinanza

di Tiziana Plebani - Forum Dorsoduro - Una casa per Venezia 24 ottobre 2006

Le nuove politiche locali: un alfabeto da apprendere. Leggendo Comunità partecipate (a cura di Erika Lombardi e Grazia Nalesso- Manifesto Libri) - un libro guida delle buone pratiche amministrative locali e di buon governo delle città, ci si accorge che qui a Venezia siamo ancora analfabeti di questo linguaggio che invece definisce un nuovo approccio per governare le città con e per i cittadini. Un linguaggio e delle pratiche che sono nati proprio dalla crisi della Politica tradizionale, sempre più avulsa dalla società, che ha spinto cittadini consapevoli e amministratori sensibili a cogliere la possibilità di ricostruire il dialogo con gli abitanti proprio a partire dalle politiche della comunità locale, le politiche concrete e reali che sembrano essere le uniche strade per ritessere una nuova forma di democrazia.
Quindi per iniziare a voltare pagina e istaurare le buone pratiche di governo è indispensabile che le amministrazioni perseguano politiche prima di tutto di trasparenza e informazione ed infine di coinvolgimento, partecipazione e attivazione di competenze nella città.

Venezia: una città sostenibile? Questa è una città difficile, indubbiamente. Ma sembra che vi sia una sorta di accettazione dell’esistente non dichiarata da parte dell’Amministrazione, una sorta di abbandono al destino della città divorata dal turismo e ricattata da alcune categorie, quelle che di turismo vivono. Esse tuttavia non rappresentano tutta la cittadinanza e forse nemmeno tutti quelli che vivono di turismo: si può essere albergatori corretti, ristoratori curati e non esosi, operatori turistici sensibili e attenti. Insomma esiste la possibilità di vivere in modo diverso anche il turismo mentre sembra che gli Amministratori se ne siano dimenticati, come molti veneziani, del resto. Certo bisogna dare una regola, una cornice di civiltà e convivenza e l’Amministrazione ha il compito precipuo di svolgere una funzione di mediazione e di ponderazione degli interessi contrastanti ma anche ha il dovere di far crescere una consapevolezza maggiore del pericolo che corriamo nel divorare questa città, nel consumarla attraverso una svendita dissennata a un turismo di massa e in tal modo negarle in pratica un futuro. In questo compito l’Amministrazione può contare non solo sui saperi della cittadinanza ma ancor più sulla sorprendente rete di associazioni no-profit che ancora esiste ed è vitale nel tessuto cittadino: una grande quantità di persone che lavora per creare reti sociali e solidali e dare risposta a bisogni di socializzazione, sport, ricreazione, cultura, rispetto e qualità dell’ambiente, uomini e donne che svolgono attività gratuite di cultura e di socialità e politica di base; vi sono molti gruppi anziani, associazioni di donne, e una varietà di gruppi giovanili. Una parte di queste associazioni si riferiscono anche ad organi creati proprio per orientare le Amministrazioni attraverso lo strumento delle Consulte ma finora non alimentati a sufficienza per riuscire davvero a mettere in moto i processi di cittadinanza attiva ed essere fattivamente ascoltati dalle Istituzioni. E’ questa la Venezia che non solo deve vivere ma deve essere ascoltata con attenzione e aiutata a far emergere i suoi saperi e che deve spingere altri cittadini e cittadine, anch’essi delusi e disinteressati a responsabilizzarsi e a voler partecipare ai processi decisionali riguardanti la propria città. Con il Forum Dorsoduro volevamo in questo incontro incentrare l’attenzione sulla residenza e sul problema degli alloggi (che riporta al criterio di Agenda 21 dell’equità sociale che deve contrastare l’esodo del tessuto urbano dei redditi medio-bassi) ma bisogna ricordare che in gioco vi è una più ampia “sostenibilità partecipativa” che va messa in moto e che deve porre al centro dell’attenzione, nell’ascolto dei saperi della cittadinanza, alcune questioni cruciali per la qualità della vita in questa città tra cui per la zona di Dorsoduro emergono: - la gestione degli spazi, spazi in città da riutilizzare e convertire. Per chi e per che scopo? Il rischio è consegnare in mano alla speculazione pezzi di città, come è stato per il caso Jungans, per il Molino Stucki. Pensiamo all’area Italgas che al Forum è sempre stata a cuore per l’attenzione a uno spazio verde, un vero “polmone” che se intaccato andrebbe a detrimento della qualità dell’aria, privandoci di una possibile zona ricreativa per la città. Non è possibile che il destino di questa ampia area sia deciso nel chiuso di alcune stanze e non siano avviati processi di informazione e partecipazione. E pensiamo ancora allo spazio vuoto e degradato prodotto dall’abbattimento dei magazzini frigoriferi sempre a Dorsoduro. A nessuno è mai venuto in mente di chiedere ai residenti di partecipare alla sua progettazione? di chiedere di esprimersi su come potrebbe essere utilizzato proficuamente per la comunità quello spazio? E tutti gli spazi dell’area portuale, ex magazzini un tempo vuoti e ora in gran parte occupati da nuove attività, quale processo di pianificazione e negoziazione ha preceduto la loro assegnazione? - un attacco alla qualità complessiva di vita proviene ora dal traffico portuale delle grandi navi da crociera. Rumori, inquinamento, vibrazioni, barriere architettoniche: i residenti della zona stanno subendo le conseguenze di decisioni e di orientamenti sul futuro della città né partecipati né discussi con i cittadini. Non si tratta certo di opporsi allo sviluppo del porto turistico ma di saperlo governare insieme e non contro i cittadini.
Lo sviluppo sostenibile di Venezia riguarda dunque l’ambiente nell’accezione più complessiva che abbraccia sia la laguna sia la difesa della residenza, dell’integrità tessuto urbano e dell’equità delle condizioni abitative e che deve porre al centro dei programmi l’obiettivo di un turismo sostenibile. Ambiente, qualità della residenza, ruolo dell’Università e del turismo, spazi: questioni troppo importanti per consegnarle alla Politica partitica senza che il sapere di cittadinanza abbia diritto di parola e possa influire su scelte così decisive per il nostro futuro e quello della nostra città.

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Rilancio dei sondaggi sul tema dei rifiuti

In vista dell'evento del 25 novembre, rilanciamo alcuni sondaggi attivati in Pandora sul tema dei rifiuti a Venezia:

Ritieni che l'introduzione di cassonetti per i rifiuti in aree precise e non eccessivamente in vista possa in parte ovviare al ricorrente problema dei rifiuti a Venezia?
Vai al sondaggio!

Cosa pensi della nuova raccolta differenziata porta a porta a Venezia?
Vai al sondaggio!

Vedi gli altri sondaggi sui rifiuti sondaggi aperti

Partecipa a Dibattito sui rifiuti

Idee per nuovi sondaggi o dibattiti? Avete un argomento che vi sta a cuore? Proponete alla redazione un sondaggio o un dibattito, sarà pubblicato in “Pandora Newsletter”! Scrivete a: info@feempandora.it

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In evidenza

Abbiamo "navigato" per voi

Detersivi bio allegri
http://www.tellab.it/detersivibioallegri

Dal sito è possibile scaricare gratuitamante un manuale di 30 pagine, sull' uso consapevole e innovativo di qualunque tipo di detersivo, compresi quelli che tutti noi abbiamo in casa in questo momento. Il lavoro è frutto del lavoro di diverse persone che per 10 mesi hanno studiato, sperimentato e ricercato informazioni certe e definite, scartando semplici miti e passaparola non verificati.

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