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  5. Erosione

News della sezione Erosione

30/05/2007 - «Le barene stanno scomparendo»

Tratto da "Il Gazzettino" del 30/05/2007

Le barene della Palude Maggiore, delle Valli Ca' Zane e di quelle contigue nella Laguna Nord, stanno scomparendo. E' quanto emerge dalla relazione redatta dal "Comitato Laguna di Venezia", presieduta dal commercialista, ragioniere Roberto Battaglierin di Cavallino-Treporti, in seguito all'ultimo sopralluogo che vi si è eseguito in questi giorni. La relazione è stata presentata al Magistrato alle Acque e al Consorzio Venezia Nuova. Una prima ricognizione si è svolta lungo il canale S. Felice attraverso il quale si sono raggiunti i canali Capo, Cenesa, dell'Ancora e Ballotti. Una vasta zona dove, negli ultimi cinque anni, le barene a lato dei canali si sono dimezzate e comunque ridotte in misura preoccupante. «In molti casi - rileva Battaglierin - vi sono, oggi, barene ridotte a sottili cordoni discontinui e fragili, non più in grado a svolgere la funzione di protezione e di contrasto dell'azione del vento».Ancor peggio si presenta la situazione nei canali Bossolaro, dei Bari, del Colpo e Civola che delimitano la parte meridionale della Palude Maggiore, dov'è proseguito il sopralluogo. In queste aree di laguna, è emersa una situazione al disarmo, con la quasi totale assenza di barene a lato canale. «Questo fenomeno - osserva Battaglierin - deve preoccupare gli enti responsabili, ma anche cittadini comuni, perché destabilizza l'equilibrio dell'ecosistema lagunare. Fenomeno che dipende dall'erosione di un moto ondoso provocato, oltre che dal vento, soprattutto dal libero e sconsiderato scorazzare estivo di natanti, grossi o piccoli che siano, i cui titolari, infischiandosi delle norme esistenti, calpestano un elementare principio di civile comportamento».Diversi sono gli obiettivi del Comitato Laguna di Venezia. In primis il recupero ambientale col rifacimento delle barene erose dal turismo vacanziero senza regole. Quindi aprire ad un'attività turistica riguardosa, con escurisioni sistematiche in Laguna, rivolte alla conoscenza di sua flora e fauna. Puntare, infine, sul recupero della forza lavoro della pesca tipica in laguna, ora poco in uso per inquinamento, incuria e anarchia totale", ha concluso Roberto Battaglierin. Il Comitato sta ora pianificando, col Consorzio Venezia Nuova, interventi da concordare col Magistrato alle Acque, i cui finanziamenti proverrebbero dalla Comunità Europea.
Egidio Bergamo
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28/09/2006 - San Giuliano approda in Parlamento

Tratto da “Il Corriere Veneto” del 28/09/2006

La delibera che modifica il piano del parco di San Giuliano e che mantiene le aziende in riva al canale arriva a Roma.
Il deputato di Rifondazione Comunista Gino Sperandio ha presentato un’interpellanza ai ministri dell'interno e dell'Ambiente contro il provvedimento e chiedendone la sospensione.
Era la fine di giugno quando il Commissario delegato al moto ondoso, Massimo Cacciari, ha autorizzato il progetto definitivo di modifica della riva del canale San Giuliano prevedendo la realizzazione di nuovi capannoni -alti 11 metri-perle 18 ditte di trasporto acqueo che dovevano essere dimesse o traslocate in altra area perché giudicate incompatibili con realizzazione di un parco.
Un provvedimento che ha scatenato un vespaio e che oggi, attraverso Sperandio approda in Parlamento. Per il deputato di Rifondazione Comunista - si legge nell'interpellanza - «il progetto per la realizzazione del parco di San Giuliano, il più importante intervento di riqualificazione urbana e ambientale in corso di attuazione nel Comune di Venezia per realizzare uno dei più grandi parchi urbani europei, viene gravemente alterato dal provvedimento del Commissario delegato». Nel documento Sperandio sottolinea il consolidamento della presenza di attività economiche e produttive considerate «incongrue con la destinazione generale delle aree a "verde urbano attrezzato-parco", mentre in origine se ne prevedeva la dismissione e la sostituzione con una passeggiata pedonale e ciclabile tale da creare un efficace rapporto con 1'acqua anche sul lato sud-occidentale del Parco, costituito dal Canale di San Giuliano».
Affondano contro il sindaco-commissario e il suo progetto anche Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale di Rifondazione, Roberto Del Bello, segretario provinciale del partito e il consigliere comunale del partito Sebastiano Bonzio, per i quali quello di Cacciari,. oltre ad essere un provvedimento «giustificato pretestuosamente come atto di contrasto al moto ondoso, ma che nell'immediato garantisce interessi del tutto particolari», costituirebbe anche «un vulnus di gravità eccezionale alle prerogative della politica istituzionale e non, che viene esautorata rispetto alle scelte operate nel passato». «Una sceita grave ispirata dal peggior decisionismo», dicono i tre in una nota.
Un intervento molto discusso quello di Cacciari e del suo vice Michele Vianello sia a Ca' Farsetti che nella sede della Municipalità di Mestre-Carpenedo dove in entrambi le sedi c'è stata battaglia. E adesso dovranno esprimersi anche i ministeri chiamati in causa. Anche perché l'interpellanza di Sperandio, oltre a chiedere se si ritenga necessario revocare o sospendere il provvedimento, chiede anche di capire se attività come queste «rientrino compiutamente nei limiti di legge stabiliti». Di capire insomma se approvare un progetto come questo serva per difendere Venezia dal moto ondoso.
S.C.

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07/09/2006 - Pecoraro vuole un Mose diverso e chiede una variante al progetto

Tratto da “Il Venezia” del 07.09.2006 – pag. 29
Di Marianna Bonso (venezia@epolis.sm)

«Niente strutture fisse alle bocche di Porto, lo sbocco finale dell’opera va cambiato con una variante che faccia risparmiare tempo e denaro» così il ministro all’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha commentato il Mose da Ca’ Farsetti dove, tra gli altri, ha incontrato il presidente della provincia Zoggia e sindaco Cacciari.
UN AFFONDO dietro l’altro perché il Ministro ha ribadito che: «Sull’opera manca il progetto generale, la valutazione d’impatto ambientale, la previsione di spesa per la manutenzione» aggiungendo la volontà del ministero di «Effettuare una moratoria sui lavori che rischiano di creare irreversibilità, la variante è la soluzione finale, ad un problema stagionale ci vuole una risposta stagionale». Ovvero paratie mobili e removili, più economiche e meno impattanti, come descritto nei progetti alternativi presentati dal Comune perché ribatte il Ministro: «Senza il consenso del Comune della città lagunare l’opera non può certo proseguire». Un vero successo per la giunta Cacciari che è sempre stata di traverso al Mose, approvato dalla giunta precedente, quella di Paolo Costa. Ma c’è di più: Pecoraro Scanio ha spiegato che: «Il Consorzio Venezia Nuova non è autorizzato a scavare – come invece sta facendo da mesi – e se lo fa va certamente contro la legge». Un’accusa pesante soprattutto perché viene dalla bocca di un ministro. Il materiale acquisito alle bocche di porto dai carabinieri del nucleo ambientale nel frattempo è stato verbalizzato e Pecoraro Scanio ieri ha fatto sapere che presto «Verrà tutto trasmesso all’autorità giudiziaria». Idem per il materiale acquisito dal Comune che è stato consegnato all’autorità giudiziaria martedì. Quello di fine settembre si preannuncia un comitatone pepato e vivace perché la posizione sul Mose all’interno della maggioranza non è affatto unitaria. «Al comitatone, se non troveremmo l’accordo andremmo al voto, così che ognuno si possa prendere la responsabilità della decisione espressa, sia se si deciderà di proseguire con l’opera, sia se, come auspico, si approverà la variante al progetto ». Affiancato dai verdi Luana Zanella, Gianfranco Bettin, Beppe Caccia, Ezio Da Villa, Pecoraro Scanio, in serata ha raggiunto la località balneare di Caorle, dove era ospite della festa della Margherita, in corso per tutta questa settimana.

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30/07/2006 - Su San Giuliano nasce l'Unione a Venezia

Tratto da "Il Gazzettino" del 30/07/2006

San Giuliano forse fa il miracolo di far nascere a Venezia l'Unione. Da due giorni i Diesse stanno discutendo proprio di questo e cioè di firmare anche loro la petizione per bloccare il progetto su Punta San Giuliano. Il vicesindaco Michele Vianello, con i poteri del Commissario straordinario al moto ondoso, ha dato il via libera alla procedura che consente alle ditte che occupano le sponde del canal Salso di restare lì per sempre. Allargandosi sul parco. Nel progetto dell'architetto Antonio Di Mambro non era previsto che rimanesse lì nemmeno l'ombra di attività commerciali, Michele Vianello invece le autorizza all'insediamento perpetuo.
Verdi e Margherita sono scesi subito sul piede di guerra perchè il parco di San Giuliano per tutti i mestrini è il simbolo del riscatto della città, che riesce a trasformare un'ex discarica di rifiuti industriali in un grande parco anfibio, a ridosso di Venezia. E così è partita l'idea della petizione congiunta, Verdi e Margherita, sotto la quale raccogliere le firme per fermare il progetto di Vianello. A Verdi e Margherita inevitabile che si aggiungano anche Rifondazione e Comunisti italiani. E i Ds? L'imbarazzo nel partito è ovviamente molto forte dal momento che il vicesindaco Michele Vianello è pur sempre esponente di rilievo della Quercia. Allo stesso tempo i Diesse si rendono conto che non possono far passare un progetto del genere. E così il Consigliere comunale Roberto Turetta ieri mattina è andato a San Giuliano per concordare con Diego Vianello della Margherita e Federico Camporese dei Verdi, un possibile accordo sulla petizione. Che ovviamente deve essere riscritta nei toni anche se non nei contenuti. Che resteranno duri: il progetto va fermato. E se questa storia della petizione comunale va in porto, San Giuliano avrà fatto il miracolo di far nascere ufficialmente l'Unione a Venezia, con tutti i partiti del centrosinistra uniti sotto la bandiera della difesa del parco.
Non c'è ancora nulla di definito - spiegano in Direzione dei Diesse - ma il comunicato stilato è inequivocabile. Si legge che "il progetto del parco di San Giuliano deve rimanere quello previsto, approvato e condiviso dall'intera città, soprattutto della terraferma mestrina. Il Parco ha rappresentato e rappresenta un'opera fondamentale per l'intero territorio comunale. Non solo: eventuali variazioni dovranno essere valutate con il coinvolgimento dell'intera maggioranza e dovranno essere oggetto di approfondite e oggettive valutazioni di merito." Dunque, la battaglia in difesa del parco di San Giuliano vede in prima fila i Diesse. Anche contro Michele Vianello, se necessario. I Diesse in realtà prima di uscire allo scoperto volevano aspettare che Michele Mognato, ex vicesindaco e attuale segretario provinciale dei Ds, tornasse dalle ferie, ma il tempo stringe e le altre forze di centrosinistra spingono per una accelerata. Lunedì c'è Consiglio comunale e sia Verdi che Margherita non vorrebbero perdere l'occasione di far sapere alla città in modo clamoroso che quel progetto di Vianello non può passare. Diego Vianello della Margherita sta raccogliendo firme tra i Consiglieri provinciali - anche Diesse. Camporese le sta raccogliendo in Municipalità e anche lì più di un Diesse ha firmato. Insomma, prima di essere scavalcati dai singoli, i vertici locali del partito avrebbero deciso di metterci una pezza. Intanto la consigliera provinciale dei Verdi, Paola Farina, chiede ironicamente a Michele Vianello, visto che è tanto interessato a San Giuliano, di mandare i Vigili urbani a controllare gli intromettitori abusivi e le stesse aziende che lavorano nella zona per vedere se ce n'è almeno qualcuna che rispetta normative e leggi.
Maurizio Dianese

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29/07/2006 - Il progetto di Michele Vianello su Punta San Giuliano e figlio di un forte...

Tratto da "Il Gazzettino" del 29/07/2006

"E' un progetto figlio di un forte handicap culturale. E' chiaro che Vianello non sa di che cosa parla, non conosce il parco di San Giuliano , non ha la più pallida idea di che cosa significhi per Mestre. Il vicesindaco non si rende conto del valore strategico che ha quell'area come sbocco all'acqua della città di terraferma. Senza il Canal Salso, Mestre resta per sempre terra e il parco di San Giuliano da anfibio torna ad essere un parco qualsiasi, fatto di erba e alberi, senza acqua. Un parco nel quale si va in bici e a piedi, ci si arriva in macchina e in moto, ma non sull'acqua."Così Massimo Donadini, presidente del Polo nautico di San Giuliano in rappresentanza delle società sportive della Punta. Donadini si dichiara esterrefatto della giustificazione fornita da Vianello il quale ha detto: "Dovevamo lasciare il Bronx, in quel posto?" Il presidente del Polo nautico ironicamente ringrazia Vianello per la squisitezza: "Grazie vicesindaco per averci paragonato al Bronx. E, comunque, pensavo che un amministratore fosse pagato per risolvere i problemi e non per ingigantirli. Come società di Punta San Giuliano abbiamo sempre detto che le nostre attività sportive non sono compatibili con i motori. Il rispetto della natura che noi cerchiamo di insegnare ai ragazzi non può andare di pari passo con i barconi e, anche se non arrivo a chiedere che l'intera zona sia interdetta al traffico delle barche a motore, certo una Amministrazione comunale consapevole deve porsi questo problema. Vianello non può raccontare che il suo progetto fa diminuire il moto ondoso, non ci crede nessuno."
Ma Donadini è preoccupato ancor di più del clima che si sta creando attorno al parco di San Giuliano ."La città ha strappato con i denti questa realizzazione e se un assessore qualsiasi salta fuori dalla sera alla mattina a proporre una cosa del genere, allora vuol dire che proprio non ha capito nulla. Mi viene in mente che servirebbe di nuovo un uomo come Gaetano Zorzetto, pronto a difendere quell'idea del ritorno di Mestre all'acqua che è il caposaldo del parco di San Giuliano . Mi preoccupa che saltino fuori queste proposte perchè denotano una assoluta mancanza di rispetto per la città, per la sua storia, per le sue battaglie, da parte di una Giunta che, peraltro, ci ha completamente dimenticato anche sul resto. Non era mai successo prima che passasse tanto tempo senza che le società della Punta venissero convocate e ascoltate. Perchè il parco di San Giuliano è da sempre un progetto che ci coinvolge, ma da un anno non sappiamo più nulla nè del Polo nautico nè del resto. E allora, in mezzo a tanto abbandono, non mi stupiscono nemmeno operazioni scellerate di questo genere."
Operazione ricostruita nel dettaglio dal consigliere comunale dei verdi Beppe Caccia, il quale ha passato due giorni a cercare di ottenere progetto e ordinanza dagli uffici del vicesindaco di Venezia, che si è fatto un punto d'onore nel negare fino all'ultimo le carte. "Sono venuto a sapere questo - racconta Caccia - Che il progetto dello scempio del parco di San Giuliano è stato portato da Vianello in Comitato consultivo il 30 giugno e il 30 giugno scadeva la nomina di Commissario straordinario al moto ondoso. Dunque, il progetto viene approvato quando non c'è più alcuna possibilità di tornare indietro. Il Commissario straordinario vero, però, cioè il sindaco di venezia, Massimo Cacciari, è in ferie e non firma il provvedimento. Provvedimento che a tutti gli effetti è stato approvato. A questo punto noi chiediamo con forza a Cacciari di non firmare questo scempio." Il problema, però, è che la firma del Commissario straordinario Massimo Cacciari, sotto un atto approvato da Vianello e cioè dall'uomo che il Commissario stesso ha delegato a rappresentarlo nel Comitato consultivo, è un atto formale dovuto. E, dunque, dal punto di vista burocratico è difficile che Cacciari non possa firmare. Allo stesso tempo, se Cacciari firma, è il via libero definitivo alla morte del parco pensato da Di Mambro. Beppe Caccia chiede un pronunciamento politico del sindaco: "Cacciari non firmi". E lo chiedono anche il presidente della Municipalità, Massimo Venturini e l'intera Margherita che stamattina alle 10, con i Verdi della Municipalità, darà il via ufficiale alla mobilitazione contro il progetto. Alla porta nord - quella del ponte ciclopedonale - consiglieri di Margherita e Verdi presenteranno una petizione contro il progetto di Michele Vianello.
Maurizio Dianese
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