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  5. Qualità della Vita

News della sezione Qualità della Vita

22/11/2005 - Numero chiuso per l'ingresso in città? No, favorire chi prenota!

Tratto da "Il Gazzettino" del 22/11/2005

Che le pietre di Venezia siano calpestate ogni anno da troppa gente non è certo una novità. E non lo sono neppure le provocazioni di chi vorrebbe giustamente porre un freno all'invasione di turisti pendolari istituendo il numero chiuso, la prenotazione oppure una tassa d'ingresso. Certo è che qualcosa occorre fare perché l'impatto di 14-15 milioni di persone su una città così piccola non è più sostenibile sia fisicamente sia per gli aspetti economici e sociali che tutto questo comporta.
«Non si può chiudere la città ai turisti - commenta il direttore dell'Associazione albergatori, Claudio Scarpa - ma stiamo arrivando a livelli di sopportazione massimi. Cosa si farà nei prossimi anni, quando si affacceranno sul mercato turistico cinesi, indiani e russi? I 15 milioni potrebbero diventare 25 e cifre del genere non sarebbero certamente sostenibili».
E allora, quali sarebbero le alternative? Chiudere il ponte con delle sbarre e formalizzare ciò che Venezia già è, cioè una città museo? Oppure introdurre una tassa sull'ingresso?
«Si tratta - continua Scarpa - di spalmare il turismo 12 mesi all'anno e favorire chi prenota la visita alla città. La tassa sull'ingresso è una giusta provocazione, che però è inattuabile. Lo strumento da utilizzare è la razionalizzazione degli arrivi. Se ci fossero terminal turistici "veri" con prenotazione obbligatoria, si otterrebbe già un risultato. In realtà, i terminal "veri" a Venezia non ci sono. Bisogna cominciare a favorire chi prenota con una serie di facilitazioni, come biglietti Actv e ingressi nei musei agevolati e penalizzare con costi maggiori chi non lo fa».
News correlata a: [ Turismo ] [ Qualità della Vita ] [ Economia ]

 

10/10/2005 - Panettieri a Venezia, specie in via di estinzione

Tratto da "Il Gazzettino" del 10/10/2005
Ogni anno un panetterie abbassa la serranda. Un tracollo inesorabile con numeri che lasciano poco spazio alla speranza. Nel 1985, in centro storico, erano attivi 55 forni. Ora sono poco più di una trentina visto che in questi vent'anni ne sono stati chiusi ben 21. A dir poco clamoroso il caso del sestiere San Marco dove dei 7 forni esistenti a metà degli anni Ottanta ne sono spariti addirittura 5.Nonostante queste cifre da brivido, i panificatori non hanno alcuna intenzione di mollare e stanno avviando una grande manifestazione in programma per venerdì 14 e sabato 15 dalle 11 alle 17.30. In quattro punti della città (campo Santo Stefano, campo San Polo, Strada Nuova e via Garibaldi) verranno allestiti altrettanti stand dove oltre a sensibilizzare la popolazione su questa vera e propria emergenza verrà distribuito gratuitamente pane fresco e verranno raccolte offerte da devolvere in beneficenza. Curioso l'appello "Pane fresco preparato tutte le notti a Venezia: ma fino a quando?" si chiedono gli operatori che in passato hanno già svolto iniziative analoghe e che in quest'ultimo caso hanno interessato anche l'assessorato alle attività produttive.
News correlata a: [ Economia ] [ Società ] [ Qualità della Vita ]

 

06/10/2005 - Plateatici, responsabilità della politica veneziana

Tratto da “Il Gazzettino” del 06/10/2005

Intervento di Marco Zanetti e Gianni Biscontin
«Da diversi anni Venezia sta subendo una forte pressione dal mercato turistico che impatta negativamente sulla vivibilità e sul "rispetto" della città antica. Dando per scontata la valutazione negativa della dimensione raggiunta e della qualità dell'occupazione del suolo pubblico, del dannoso impatto che usi ed abusi hanno sulla vivibilità della città, proviamo a ricordare qualche antefatto. Sul finire della seconda amministrazione "Cacciari" si cercò di affrontare di petto il problema col sostegno anche dell’allora Assessore al decentramento. Ne sortì una sorta di regolamentazione di base, definita e trasparente che presupponeva però di essere completata con la redazione di singoli "piani di zona" per le zone più complesse e delicate. E' del resto abbastanza evidente che la complessa conformazione fisica e gli utilizzi del centro storico veneziano mal si prestano ad essere completamente soggetti ad un unico "regolamento", incapace per sua natura di considerare appieno limiti ed opportunità del tessuto urbano. All'inizio dell'Amministrazione Costa fu chiesto al Comune di mettere a disposizione volontà e risorse per procedere alla redazione dei piani delle "zone speciali"».
In realtà tale evoluzione non si è mai avuta. «La maxi-regolamentazione dell'uso del suolo pubblico attuata dalla nuova Amministrazione […] ha prodotto semplicemente una legge comunale da applicarsi, tanto per dire sia a Venezia che a Favaro. Si è arrivati così ai nostri giorni e all’attuale indeterminatezza delle responsabilità tra referenti, tra uffici, tra Amministrazione Comunale e Municipalità».
L’articolo si conclude con alcuni suggerimenti che evidenziano come la questione sia delicata e vada affronta subito considerando l'idea originaria di procedere con la regolamentazione di singole aree di dimensione abbastanza limitata. Si sottolinea, inoltre, in sintonia anche con le indicazioni emerse dal sondaggio di Pandora, che per dare una veste più decorosa alla città lagunare occorrerebbe non solo introdurre nuove regole ma anche intensificare i controlli mettendo in mettere in grado i Vigili urbani di svolgere i propri compiti.

News correlata a: [ Turismo ] [ Qualità della Vita ] [ NL 04.2005 - Il Turismo ] [ Dibattito sui plateatici ]

 

05/09/2005 - 12 progettisti a confronto per una Venezia accessibile

Comunicato Stampa del Comune di Venezia del 05/09/2005

12 progetti innovativi e sperimentali che vanno dalla proposta di passerelle poggiate su balle d’acqua della laguna a quella per una rampa gonfiabile: questo l’esito della prima fase del concorso di idee promosso dal Comune di Venezia per la progettazione di una rampa per disabili da collocare su alcuni ponti della città in occasione della 20° edizione della Venicemarathon.
Il bando di concorso, indetto dal Comune di Venezia con la collaborazione del Ministero ai Beni Culturali - DARC, Soprintendenza ai Beni Architettonici, Iuav, Autorità Portuale, Venicemarathon club, ha visto la partecipazione di 35 giovani progettisti che favoriti dalla temporaneità dell’intervento hanno dato ampio spazio alla creatività, dando forma alle soluzioni più originali.
Le idee presentate nella prima fase concorsuale verranno modificate e integrate fino a diventare dei progetti definitivi che verranno realizzati in occasione della Venicemarathon che si terrà domenica 23 ottobre. A partire da tale data, per la durata di un mese, la città di Venezia, non solo sarà accessibile alle ruote di carrozzine, carrozzelle e passeggini, ma offrirà anche un panorama di soluzioni di arredo urbano rappresentative dell’architettura italiana emergente.
La rampa per disabili più bella verrà poi collocata definitivamente su uno dei 12 ponti prescelti del centro storico e si affiancherà a quella attualmente in costruzione sul ponte Molin dall'Autorità Portuale.
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02/02/2005 - Anche gli adulti potranno giocare nei campi

Tratto da "Il Gazzettino" del 2 febbraio 2005 - pag. IV

Volete organizzare una partita di calcio scapoli - ammogliati ma non sapete dove giocare? Non c'è problema: andrà bene un campo qualsiasi. Campo Santo Stefano come Campo San Polo, Campo Santa Margherita come Campo Bandiera e Moro. Nessun pericolo di multe, nessuna possibilità, per i vigili, di vietare alcunché, o di sequestrare il pallone. Ma come? Se chiunque abbia passato gli anta ricorda le fughe, da bambini, al primo comparir di un ghebi? E ora, invece, è tutto possibile anche per gli adulti?
Sembra un paradosso, e invece è il risultato di un pasticcio combinato l'altra sera dal consiglio comunale, al momento di votare le modifiche al Regolamento di Polizia urbana proposte dal vicesindaco, Michele Mognato, per consentire i panni stesi all'aperto (vittoria dei buranelli!) e per garantire da un lato il gioco dei bambini, dall'altro la sicurezza dei passanti, soprattutto quelli anziani.
Astrattamente oggi sarebbe vietato tutto, e la proposta di Mognato mirava a identificare alcuni campi, individuati dai Quartieri e dalle Municipalità, dove fosse possibile giocare al pallone e correre in bicicletta, con limitazioni di età: fino a 12 anni i calciatori, fino a 8 i ciclisti. Come preannunciato da tempo, però, Danilo Rosan (Gruppo Misto) ha presentato un emendamento per rovesciare la logica di Mognato.
«Il rischio - ha spiegato - è di vedere i giochi concentrati solo in alcuni campi principali, a meno che Quartieri e Municipalità non si armino di pazienza certosina per stilare un elenco di 3 mila campi e campielli. In questo modo - ha aggiunto - i bambini più piccoli non potranno giocare nel campiello sotto casa, e dunque è meglio e più facile identificare le zone vietate ai giochi». Rosan ha anche proposto di abbassare l'età per i giochi: 8 anni per il calcio, 6 per la bici.
Il consiglio ha disquisito a lungo, in un crescente bailamme, ma Rosan ha tenuto duro e non ha voluto ritirare l'emendamento, che in realtà era una sorta di controdelibera. Alla fine ha però acconsentito a togliere i limiti di età, e così modificato il suo emendamento è stato approvato con un voto trasversale (i Ds si sono divisi, un paio di consiglieri di Forza Italia si sono sbagliati).
A quel punto, come votare il testo complessivo del provvedimento di Mognato, in più parti contraddittorio con l'emendamento approvato? Il consiglio ci stava provando, quando è caduto il numero legale. «Uno schifo, una cosa senza senso», si è inalberato Michele Zuin (Fi), «un pasticcio senza capo né coda», gli ha fatto eco il capogruppo dei Ds, Livio Marini, e di comune accordo si è deciso di ritirare la delibera dall'aula e di rimandarla in commissione consiliare per un supplemento di istruttoria.
Resta, però, l'emendamento approvato, che modifica l'attuale Regolamento e soprattutto impronterà per forza il nuovo provvedimento: a Venezia si può giocare al calcio e correre in bicicletta senza limitazioni di età. In fondo era più bello quando si scappava davanti al ghebi: speriamo che qualcuno ci metta una pezza!
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