News di Pandora

>>ARCHIVIO NEWS<<

Ultima foto inviata

Ultima Foto Inviata
Autore: ENZO PEDROCCO

Alcune pagine di questo sito contengono delle animazioni in Flash.
Per scaricare il plug-in (gratuito) usa il seguente link:
Macromedia


Sei in:
  1. Home Page[https://feem-projectnet.serversicuro.it/pandora/index.php]
  2. Partecipare[https://feem-projectnet.serversicuro.it/pandora/scheda.php?ids=3]
  3. I dibattiti[https://feem-projectnet.serversicuro.it/pandora/dibattiti.php?ids=152]
  4. Dibattito sul turismo

News della sezione Dibattito sul turismo

26/09/2006 - Suonatori, statue, giocolieri E' arte di strada? No, casbah

Tratto da “La Nuova Venezia” del 26/09/2006

Chiunque può suonare, anche se non ne è capace. Basta portare la domanda in Comune: il permesso viene rilasciato senza domande. Negli ultimi mesi la città si è riempita di musicisti e «artisti di strada», in buona parte autorizzati dal Comune. Che suonano a tutte le ore, in qualunque posto. Lo scopo è quello di raccogliere qualche euro dai turisti. Il risultato è l'esasperazione di molti che abitano e lavorano sui campi e nei luoghi di maggiore passaggio. Venezia ridotta a luna park. E l'assessore al decoro, che fa? «Ho pronta una delibera per regolamentare queste attività», dice l'avvocato Augusto Salvadori, che proprio del decoro ha fatto in questi anni una battaglia. Ma la delibera è ferma in qualche cassetto. E intanto gli «artisti» si passano parola, si moltiplicano come i turisti. Domenica sera, in campo San Luca, a pochi metri dal Municipio, spettacolo di torce e mangiafuoco con concerto di corno. Domenica mattina, Strada Nuova: tre orchestrine differenti, con tanto di altoparlante, così a San Lio, Santa Margherita.
Campo San Bartolomeo, stranieri con cassetta di plastica e costume veneziano si fanno fotografare. Poi ci sono mimi, sassofonisti, violinisti con qualche problema di teoria e solfeggio. Gli artisti veri sono pochissimi. Come il russo suonatore di bicchieri ingaggiato da David Gilmour per il concerto di piazza San Marco, qualche chitarrista diplomato. E gli altri? Dura resistere per ore, a tutte le ore, con lo stesso repertorio malamente suonato dagli amplificatori.
Qualcuno protesta e minaccia denunce per «intrusione di suoni in casa». Qualcun altro chiama i vigili per il disturbo alla quiete. «Arriviamo quando possiamo, i mezzi sono quelli», rispondono alla centrale del Pronto Interven-to. Qualcuno protesta perché di vigili ce ne vorrebbero molti di più, e non impiegati in massa per il commercio abusivo e l'ordine pubblico. E anche quando arrivano, i vigili spesso devono arrendersi.
Perché 1'artista di strada ha un regolare permesso. Il Comune (assessorato alla Gioventù) ne rilascia una venti- na al giorno, a cui si aggiungono quelli di altri assessorati (Commercio, per artigiani e venditori, Turismo durante le feste cittadine come il Carnevale) e dagli altri comuni.
Risultato, il fenomeno è incontrollabile, le truppe degli artisti, spesso senza arte alcuna, si dividono gli spazi e imperversano. Impossibile mangiare al ristorante senza assistere all'arrivo di tre-quattro fisarmoniche. O abitare nelle aree centrali senza subire il concertino, sempre uguale, anche nella scansione dei pezzi. Un sistema ideato per catturare più passanti possibile. Che ignora, come spesso accade, i diritti dei residenti e il decoro della città. «Vanno concessi solo pochi permessi, limitati ai grandi campi, senza amplificatori», dicono i cittadini. L'assessore, dopo un anno di approfondimenti anche giuridici, promette un intervento. La delibera, annunciata a metà 2005, potrebbe finalmente uscire dai cassetti.
Alberto Vitucci

News correlata a: [ Turismo ] [ Qualità della Vita ] [ Dibattito sul turismo ]

 

21/09/2006 - Un euro per ogni visitatore:

Tratto da "La Nuova Venezia" del 21/09/06

Un euro per ogni visitatore «Ma voglio la concertazione» Un euro a turista per finanziare i costi di 18 milioni di turisti 1'anno. Il ticket prende forma, e ora il provvedimento arriverà in Finanziaria. Il vice-presidente del Consiglio e ministro della Cultura Francesco Rutelli ha presieduto nei giorni scorsi una riunione con le categorie economiche e gli enti locali per concretizzare la proposta. Una «tassa» per entrare nelle città d'arte. Il Comune ha già fatto due conti, e inviato a Roma qualche settimana fa una propo- sta di massima, che prevede di incassare 9 milioni di euro dai ticket per chi pernotta in albergo (7,6 milioni di eu- ro), chi arriva in aeroporto (3 milioni di euro) ma anche per chi sbarca a Venezia, mangia in ristorante e parcheggia con 1'auto. Calcoli complicati, che pre- vedono di chiedere 2 euro al turista «giornaliero», uno per chi arriva, pernotta e mangia in ristorante. Che do- vranno probabilmente essere riscritti.
Il sindaco Massimo Cacciari ha infatti incontrato qualche giorno fa le catego- rie economiche, rappresentante dal presidente della Camera di commercio Massimo Albonetti. «Tutti hanno convenuto sulla necessità di non far pagare ai veneziani i costi aggiuntivi del turismo», ha detto il sindaco, «adesso aspetto un progetto dettagliato per i prossimi giorni». L'amministrazione ha assicurato le categorie: su questi temi intendiamo procedere con il sistema della concertazione. «Ma non possiamo aspettare all'infinito», dice Cacciari. Il progetto originario elaborato dal vicesindaco Michele Vianello potrebbe anche essere modificato dopo aver esaminato i suggerimenti delle categorie. Ma un fatto è certo: il 2007 porterà il ticket.
(a.v.)

News correlata a: [ Turismo ] [ Dibattito sul turismo ]

 

20/08/2006 - L'ex sindaco Mario Rigo: «Numero chiuso per Venezia»

Tratto da "Il Gazzettino" del 20.08.2006 - pag III

Maggio 1983: Mario Rigo, sindaco di Venezia, lancia la proposta di un ticket d'ingresso, 10mila lire per ciascun turista, le auto bloccate a Mestre, il ponte della Libertà chiuso al traffico, solo imbarcazioni a remi sul Canal Grande. «Oggi si visita Venezia gratis - diceva all'epoca Rigo - e questo non è più possibile».
Agosto 2006: Massimo Cacciari, sindaco di Venezia al terzo mandato, propone una tassa di scopo: chiede che il governo preveda in Finanziaria una norma che autorizzi i Comuni a tassare i turisti per far fronte alle spese - rifiuti, pulizia, spazzamento - di cui gli enti locali devono farsi carico. «Penso a una addizionale per Venezia - dice Cacciari - cinquanta centesimi sullo scontrino del ristorante, un euro sul conto dell'albergo».
1983-2006. Sono passati 23 anni, quasi un quarto di secolo e di turismo si continua a parlare. Quel che Rigo proponeva quando lanciò l'idea del ticket è tuttora oggetto di discussione: non si è fatto niente. Le automobili continuano a intasare piazzale Roma (Rigo 1983: «Piazzale Roma è più un elemento di confusione che di utilità»). Della metropolitana che doveva collegare la terraferma con il centro storico abbiamo solo alcuni (eterni) scavi a Favaro e a Marghera. Idem per i terminal di Tessera, Fusina e San Giuliano. Quanto al Canal Grande, oltre al moto ondoso provocato dalle barche a motore sono cresciute anche le ordinanze (molte volte annunciate, spesso ritirate).
In questo quarto di secolo passato a discutere, restano costanti le critiche. Oggi sono gli albergatori e i pubblici esercenti a bocciare la richiesta di Massimo Cacciari (tra l'altro anche a Roma il Comune sta pensando di istituire un contributo di soggiorno per ogni notte di pernottamento dei turisti), ma pure il ticket di Mario Rigo aveva provocato una tempesta di polemiche. Tant'è che alla fine non se ne fece niente. «L'idea di uno che ha preso un colpo di sole», disse all'epoca Gianni De Michelis. «Improponibile una regolamentazione coercitiva degli accessi mediante l'istituzione di un pedaggio per i turisti», tuonò l'allora vicesindaco Paolo Cacciari (lo stesso che, nel 2004, assessore all'Ambiente della giunta di Paolo Costa, votò a favore del bollino rosso antismog - 90 euro all'anno - per i non residenti). «Provvedimento ghigliottina», disse la Democrazia cristiana protestando contro il sindaco Rigo che voleva «fare di Venezia una moderna Pompei». Una "moderna Pompei" nel 1983 dava l'idea di una città morta, una città-museo. Concetto che oggi Mario Rigo considera sorpassato: «A distanza di anni per Venezia è stata superata anche la città-museo, stiamo andando verso una nuova Gardaland».
Val la pena ricordare che nel 1983, quando a Ca' Farsetti sedeva Rigo, a Venezia c'erano oltre 100mila abitanti. Adesso sono 60mila, in compenso sono aumentati i visitatori: 18 milioni di presenze turistiche all'anno. Rigo - che ormai si è trasferito a Roma - scuote la testa: «La situazione è precipitata. Solo con un controllo rigido delle presenze turistiche si potrà salvare Venezia. Vanno governati i flussi, va favorita la nascita di case pubbliche da dare ai veneziani e a chi a Venezia lavora, altro che nuovi alberghi». La "tassa sulla pizza" o sul "letto d'albergo" può andar bene per sostenere i costi delle pulizie, ma non basta. «Serve il numero chiuso», dice oggi Mario Rigo. Che fa il seguente esempio: «Alla Fenice ci stanno mille persone. Se quattromila persone vogliono andare a teatro non possono farlo tutte assieme: devono prenotare, mettersi in coda. Venezia è come la Fenice. Il turismo deve essere misurato sulle dimensioni della città».
Alda Vanzan
_ _ _ _ _

Il ticket a Venezia? Discutiamone ...


Il ticket a Venezia? Discutiamone all'interno dell'Apt. È quanto propone il presidente della Provincia, Davide Zoggia, convinto che «il dibattito per una tassazione del turismo a Venezia sia al momento sia monco», visto che «mancano al confronto voci importanti di componenti che sono essenziali per il fenomeno turistico veneziano».
«Il dibattito sulla tassazione del turismo veneziano - dice Zoggia - non può in sede locale essere circoscritto all'amministrazione comunale e agli albergatori. Un utile contributo alla discussione può venire anche da altre e diverse categorie produttive che traggono alimento dalle presenze turistiche in città». Il presidente di Ca' Corner concorda sul fatto che «oltre un certo limite - può essere quello dei 20 milioni o forse già è stato superato - Venezia e i veneziani non possono reggere. Raddoppiare quotidianamente la popolazione residente non è sopportabile. E mi rendo anche conto che il governo della situazione può non essere legato ad una sola azione. E' necessario concordare un percorso che guardi al medio periodo, che sia condiviso tra tutti i soggetti, che agisca su di una rete di fattori. Il turismo cresce a Venezia del 10 per cento l'anno anche senza che la città programmi nuove iniziative, particolari mostre od occasioni culturali, artistiche, spettacolari: lo dimostra lo stesso Carnevale che pur con una programmazione ridotta comunque attira un pubblico affezionato». Secondo Zoggia «solo l'Apt può essere la sede giusta per una discussione a tutto campo. Vi sono al suo interno rappresentanze economiche diverse, istanze territoriali estese, presenze pubbliche e private. A questo ente (che abbiamo recentemente riformato con la volontà di metterlo disposizione dell'innovazione turistica) possa essere affidato realmente il compito di promuovere una convention d'area vasta, direi metropolitana, sulle questioni legate al turismo».
News correlata a: [ Dibattito sul turismo ] [ Turismo ]

 

18/08/2006 - Cacciari vuole il ticket per «pagare» il turismo

Tratto da "Il Gazzettino" - edizione Nordest - pag I

Sindaco Massimo Cacciari, lei non può tassare i turisti che arrivano a Venezia.
«Lo so, ma dovrò farlo. Il governo deve prevedere nella Finanziaria 2007 una norma che consenta ai Comuni di istituire la tassa sul soggiorno o qualcosa di analogo».
Vuole istituire una tassa sul lusso come quella del governatore della Sardegna?
«Macché lusso, qui non c'è lusso da tassare. Cortina d'Ampezzo, forse, può essere paragonata alla Costa Smeralda. A Venezia il problema è la quantità di turisti. Già ora abbiamo 18 milioni all'anno di visitatori, quando arriveremo a 20 milioni non potremo reggere l'urto. Con la fiscalità ordinaria non riusciremo garantire pulizia, spazzamento, raccolta dei rifiuti. C'è un problema di manutenzione e conservazione del patrimonio culturale, artistico, naturale. E i costi sono pazzeschi».
Intanto avete tassato gli autobus turistici istituendo le Zone a traffico limitato: un pass 180 euro. Ma neanche quello è sufficiente. Allora?
«Allora o lo Stato trasferisce maggiori entrate ai Comuni per sopperire ai maggiori costi determinati dalla presenza di milioni di turisti, oppure dovremo pensare a una tassa di soggiorno».
Può pensarla, ma non può istituirla: la legge non lo consente.
«Lo so. E per questo mi aspetto che nella prossima Finanziaria il governo dia ai Comuni la possibilità di istituire le tasse di scopo».
Tasse uguali per tutti?
«No, tasse a discrezione dei singoli Comuni perché ogni Comune, ogni regione ha le sue specificità. Altro che devolution, qui si tratta di riconoscere autonomia impositiva agli enti locali. Anche sul fronte dell'Ici».
Ipotizziamo una tassa di soggiorno: a Venezia servirebbe a poco visto che su 18 milioni di presenze, solo 5-6 milioni pernottano e 11 milioni sono pendolari mordi-e-fuggi.
«Ma chi ha parlato di tassa sul pernottamento? Io sto pensando a una tassa di scopo, da concertare con le categorie economiche, sul genere dell'iniziativa attuata a Londra da una catena di pizzerie».
Quella è una addizionale legata al restauro di opere della Soprintendenza.
«E qui invece sarebbe una addizionale per Venezia. Diciamo la tassa "Per Venezia". O "Per Venezia Viva"».
E come pensa di chiedere questi soldi ai turisti?
«È semplicissimo. Vai al ristorante, mangi e sullo scontrino ti viene caricata una somma per Venezia. Cinquanta centesimi. Chi può protestare per cinquanta centesimi destinati alla città? Vai in albergo, passi le tue vacanze, dormi e quando ti presentano il conto ti applicano un euro. Se uno spende mille euro al Cipriani, non credo protesti di fronte a una fattura di mille e un euro. Sono sicuro: nessuno se ne accorge, anzi pagano volentieri».
I soldi di questa tassa dove finirebbero?
«Non nelle casse comunali, ma il Comune potrebbe disporre di 6-7 milioni di euro in più all'anno per il lavaggio frequente di piazza San Marco, per pulire le calli, per svuotare più spesso i contenitori dei rifiuti».
Nel frattempo il Comune, autorizzando i cambi d'uso urbanistici, consente l'apertura di nuovi alberghi. Non è un controsenso?
«Non è vero niente che favoriamo i cambi d'uso, io quest'anno ho impedito la nascita di dieci nuovi alberghi a Venezia».
E come ha fatto?
«Ho dissuaso».
Alda Vanzan
News correlata a: [ Turismo ] [ Dibattito sul turismo ]

 

18/08/2006 - Ticket : Tassa inutile, meglio governare il turismo

Tratto da "Il Gazzettino" del 18.08.2006 - edizione Venezia - pag VI
Diciotto, venti, trenta milioni di turisti l'anno. Difficile fare una proiezione al ribasso per il prossimo futuro e quasi impossibile stabilire una "soglia di attenzione" per la città, misurare in pratica la "capacità di carico" del centro storico.E se il sindaco Massimo Cacciari si mostra preoccupato per l'impennata costante delle presenze lanciando uno specifico allarme («oggi siamo a 18 milioni, ma se dovessimo superare i 20, sarà difficile garantire i servizi e comunque farne ricadere i costi solo sui residenti»), rispolverando l'ipotesi di una tassa(vedi servizi a pagina I del Nordest), gli esperti del Coses (il Consorzio per la ricerca e la formazione che fa capo a Comune e Provincia) e quelli del Ciset (il Centro internazionale di studi sull'economia turistica fondato da Università Ca' Foscari, Regione e Touring club italiano), rilanciano: invece di pensare al ticket che dovrebbe costituire l'ultima spiaggia, bisogna aumentare l'offerta per il turismo di massa e, nello stesso tempo, favorire la residenzialità.«L'emergenza c'è - spiega il presidente del Coses, Stefano Micelli - e condivido l'ansia di Cacciari, ma vale la pena uscire dalla metafora del flusso turistico paragonato ad uno tsunami, che distrugge tutto. Non si può sempre reclamare una difesa della città e non mettere in campo idee e progetti quando altri farebbero carte false per avere anche solo la metà dei nostri numeri. È necessario, piuttosto, trovare soluzioni strutturali, cercando di pensare a come organizzare e incanalare al meglio il turismo di massa, evitando l'errore costante di pensare che Venezia debba offrire soltanto un'offerta culturale di nicchia».«Dopo la crescita del turismo che ha sforato ogni previsione - continua - il numero delle presenze è destinato a crescere ancora, visto il trend economico globale, soprattutto di paesi come Cina e India». Il Coses sta preparando uno studio sull'organizzazione del turismo di massa che sarà pronto a novembre e metterà a confronto Venezia con una serie di casi internazionali tra i più disparati, dalle città d'arte ai siti delicati come le Hawaii o il Grand Canyon. Suggerendo all'amministrazione la rivisitazione di un progetto ideato in origine dall'ex assessore alla Produzione culturale Sandro Parenzo: creare un centro visitatori con museo multimediale alle porte della città. Un modo per educare i turisti e incanalare i flussi in modo alternativo.«Non esiste un valore assoluto per la soglia delle presenze - dice la direttrice del Ciset, Mara Manente - ma bisogna considerare la loro concentrazione nel tempo e dello spazio e l'evoluzione dei servizi. È chiaro che l'equilibrio tra residenti e turisti si è rotto da tempo, e che vanno ripensate l'economia e la residenzialità. Ma è altrettanto evidente che oggi è necessario non far restare teoria i contenuti del Piano strategico per Venezia. Speriamo che con la nascita dell'associazione tra le diverse componenti della città si passi presto ai fatti».
Roberta Benedetto

News correlata a: [ Turismo ] [ Dibattito sul turismo ]

 

1  2 
Totale News Inserite:10