News di Pandora

>>ARCHIVIO NEWS<<

Ultima foto inviata

Ultima Foto Inviata
Autore: ENZO PEDROCCO

Alcune pagine di questo sito contengono delle animazioni in Flash.
Per scaricare il plug-in (gratuito) usa il seguente link:
Macromedia


Sei in:
  1. Home Page[https://feem-projectnet.serversicuro.it/pandora/index.php]
  2. Partecipare[https://feem-projectnet.serversicuro.it/pandora/scheda.php?ids=3]
  3. I dibattiti[https://feem-projectnet.serversicuro.it/pandora/dibattiti.php?ids=152]
  4. Dibattito sul Parco di San Giuliano

Dibattito sul Parco di San Giuliano

Mappa San Giuliano (tratta da http://www.parchidimestre.it)Uno degli argomenti di scottante attualità sulla stampa di questi gg. è la decisione del Vicesindaco Michele Vianello, nella veste di "Commissario per il moto ondoso", di adottare un'ordinanza che, cosa assolutamente inaspettata e irrituale, approva un progetto edilizio/urbanistico di "sanatoria" pressoché generalizzata della baraccopoli che costeggia il tratto estuariale del Canal Salso - in prossimità di San Giuliano - stravolgendo in questo modo il progetto del Parco in fase di realizzazione proprio in quest'area.

La ragione di fondo che ha ispirato la decisione del vicesindaco (che ha fatto proprio il progetto dei trasportatori lagunari elaborato dall'Arch. G.P. Mar) è quella di non gravare la città storica di un'ulteriore crescita del traffico acqueo che viene - a suo modo di pensare - gestita e governata proprio a San Giuliano nel sito di cui sopra.
L a Consulta dell'Ambiente del Comune di Venezia si è già occupata in varie occasioni del tema della salvaguardia dell'ambiente lagunare (l'ultimo proprio in occasione dell'esame del progetto del polo nautico di San Giuliano) e segue da tempo con attenzione anche quello del moto ondoso.

Sapendo che gran parte dell'ambientalismo veneziano ha cercato di esaminare queste due questioni soprattutto con il criterio delle vocazioni dei luoghi, cioè dell'idoneità dei siti lagunari a rappresentare e contenere funzioni socio-economiche-ambientali, come Consulta dell'Ambiente vogliamo lanciare dalle pagine di questo sito un sondaggio per capire come la cittadinanza giudica tale provvedimento: cogliere quest'occasione quindi per dar voce ai cittadini ed allo stesso tempo analizzare e confortarsi anche con punti di vista differenti!

Sei d'accordo con la Variante urbanistica alla zona di punta San Giuliano che permette alle attività commerciali situate lungo la riva del Canal Salso di restare in quest’area e di potersi anche espandere?
Vai al sondaggio

Autore:
E-Mail:
Commento:
Inserisci Allegato:

Attenzione:

I messaggi a contenuto volgare od offensivo nei confronti di altri verranno cancellati
.

Aggiungi un Commento !!!

livio - 07/09/2006 16:59
Nonostante la pausa estiva notiamo con gioia come il dibattito in Pandora sia rimasto comunque molto vivace.
Il futuro del parco di San Giuliano ha sollecitato un interessante confronto che speriamo possa evolversi e contribuire attivamente all’individuazione di una soluzione condivisa.
Due sono le considerazioni che ci sembra importante fare:
1) oltre ai tanti cittadini contrari alla decisione del vice-sindaco Vinello ce ne sono anche altri che evidenziano invece la necessità di risolvere al meglio un problema rimasto insoluto per più di venti anni. «Penso che la soluzione dell'Ufficio Del Commissario Straordinario non sia proprio la peggiore possibile perchè almeno mette ordine e legalità nel caos attuale. Se di colpe si vuole parlare bisogna risalire a chi ha concesso a 20 ditte per venti anni di esistere e lavorare lungo il canal Salso. …. penso che la prima cosa da fare sia quella di trovare una soluzione al problema di questi lavoratori e se per questo si deve sacrificare una riva che resta ancor oggi disastrata e degna del BRONX (mutuo la frase da quanto dichiarato dagli stessi uffici pubblici) ben venga, anche se un po’ malvolentieri.»
2)esiste sia da parte dei cittadini sia da parte delle istituzioni la volontà di confrontarsi sul tema organizzando «un convegno sullo stesso, cui saranno invitate tutte le associazioni che già vi operano e quelle ambientaliste interessate».
Da parte nostra, come gruppo di ricerca Pandora continueremo a seguire gli eventi legati a questo tema e presenteremo nella prossima NewsLetter un approfondimento sul Parco di San Giuliano e sulle ultime vicende che lo hanno portato al centro di dibattiti e scontri.
Ci auguriamo di rileggervi presto

Saluti
Lo staff di Pandora
Pino Sartori - 30/08/2006 18:06
Ricordo a tutti che in questi giorni è aperta al tendone nel parco di San Giuliano la mostra "VENEZIA LINEA DI GRONDA" che raccoglie tutti i progetti che insistono proprio nei luoghi oggetto della discussione. Mi sembra la sede ideale per il confronto che abbiamo richiesto.
ADOLA e La Salsola sarebbero ben felici di ospitarlo!.
Pino
Diego Saccon - 30/08/2006 15:13
Ecco anche la risposta del Sindaco sulla questione del Parco di San Giuliano.

&laquo;Cari Amici,
verificherò nei prossimi giorni con il presidente dell'Istituzione Parco la possibilità di un convegno sullo stesso, cui saranno invitate tutte le associazioni che già vi operano e quelle ambientaliste interessate.

Con i più cordiali saluti.

Massimo Cacciari &raquo;
Diego Saccon - 30/08/2006 10:28
vi inoltriamo la richiesta che abbiamo inviato al Sindaco sulla questione del parco di San Giuliano.

Al Sindaco del Comune di Venezia
Prof. Massimo Cacciari

Egregio signor Sindaco,
il dibattito che nei giorni scorsi si è sviluppato in città riguardo ai propositi dell’Amministrazione Comunale sull’area del Parco di S.Giuliano ha evidenziato quanto il Parco sia importante per la città di Mestre e per i suoi abitanti. E’ oggi un simbolo della città, della sua voglia di riscatto e di identità.
Crediamo che questa vicenda non possa chiudersi con gruppi di lavoro più o meno aperti o peggio con atti amministrativi di imperio. Crediamo sia necessario un coinvolgimento vero di tutti gli interessati: l’Amministrazione, le forze politiche, le categorie produttive, le società sportive, i fruitori quotidiani del Parco, i cittadini tutti.
A questo riguardo le proponiamo di farsi promotore di una giornata di dibattito che sia il più aperto possibile ai contributi di tutti gli interessati, sul modello di quanto fatto in precedenza per il MOSE. Si realizzerà così davvero l’idea di città partecipata a cui i cittadini hanno dimostrato di essere affezionati.

Mestre, 23 agosto 2006

Diego Saccon
Antonino Stinà
Luigi Augello
Nico Ticozzi
Leandro De Rossi
Franco Fabbro
Giuseppe Penzo detto “Bepi”
Fabio Dani
Paolo Regini
Ferruccio Pontini
Luigi Della Valle
Luigi Armiato
Furio Cozzi
Mirco Speciale
Diego Dogà
Massimo Donadini
Pino Sartori
Mario Morino

paolo cuman - 10/08/2006 09:47
Per prima cosa mi scuso per questo nuovo intervento, non vorrei essere troppo invasivo, ma non sono molte le possibilità per chi non è in qualche modo “titolato” di esporre la propria opinione.
Certo, riprendendo l’intervento precedente l’atmosfera è quasi di rassegnata protesta, perché tutto sembra ormai deciso, al massimo ci si orienta a limitare e a circoscrivere i danni causati dal progetto dei trasportatori, ma stiamo attenti all’Effetto Domino che una decisione come quella presa dall’amministrazione Comunale può portare al completamento del Parco di San Giuliano, via via possono cadere molti dei tasselli che alla fine lo dovrebbero comporre, il primo a cadere sembra sia il Polo Nautico (come associazione), visto che il Presidente della Canottieri, Paolo Bertan, nella dichiarazione al gazzettino neanche lo nomina, forse dandone per scontata la fine, preoccupato com'è di mettere in evidenza la differenza tra Canottieri e le altre Società, e non solo visto che c'è, da anche il primo colpo di piccone allo smantellamento di quanto per il Polo Nautico si dovrebbe costruire(capannoni, darsena, ecc nel Seno della Sepa), proponendo che non si muova più una pietra, e che tutto resti immobile come ora, fatto salvo qualche ritocco e qualche restauro, è un’idea sua? Condivisa dai suoi soci? È una proposta concordata con le altre società? e poi? Poi il Canile che resti dov’è, e poi perché no, un bel parcheggio scambiatore e magari lo Stadio, e visto che il Polo Nautico non si farà, una bella darsena per motoscafi e motoscafini, certo tutto a spese dei privati e a costo zero per l'amministrazione.
Credo sia il caso che l’attuale Amministrazione si pronunci in maniera chiara sul Parco nel suo complesso, se la considera un’opera troppo impegnativa, economicamente non sostenibile, lo dica a chiare lettere ed esponga eventuali alternative, non proceda come ora, prima rinviando, modificando e poi smantellando pezzo per pezzo il piano complessivo, almeno così i cittadini avrebbero modo di discuterne, oppure è questo che si vuole evitare, meglio qualche temporale d’agosto poi tanto se ne dimenticano, e in questo caso cosa ci dovremmo aspettare per Natale, Capodanno e Pasqua, altri momenti topici per mettere a segno colpi come questo.

Pino Sartori - 09/08/2006 15:33
intravvedo negli interventi ultimi una incipiente rassegnazione per l'ormai conclusa decisione dell'organi monocratico (sottolineatura veneta "mono").
Invece scrivo per invitare tutti a non "mollare il remo" perche le formalità, visto che si è deciso senza il consenso o il confronto con la gente e gli elettori, vanno rispettate fino all'ultima virgola!
Una prima considerazione riguarda la potestà del Commissario delegato dal Ministro e la congruenza del suo atto decisionale.
Poichè il moto ondoso è stato qualificato come emergenza catastrofica tra le previsioni di cui all'art. 2, comma c) della legge 24 febbraio 1992, n. 225., e non - com'era piu' comprensibile fra quelle cause classificate all'art. 2 comma b)"eventi naturali o connessi con l'attività dell'uomo che per loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di più enti o amministrazioni competenti in via ordinaria"; si capisce che il provvedimento è viziato all'origine per la motivazione istitutiva. Infatti il moto ondoso non è una calamità naturale, ma è un fenomeno, complesso si, generato nella città (dove crollano e possono crollare gli edifici) per la maggior parte dal traffico acqueo delle imbarcazioni a motore. E cosi lo riconosce il Decreto del presidente del consiglio dei ministri 15 novembre 2001 - Dichiarazione dello stato di emergenza nella città di Venezia in relazione al traffico acqueo lagunare. (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale italiana n. 269 del 19 novembre 2001)
Insomma il Commissario delegato poteva essere nominato solo per governare questioni di calamità naturali.
Una seconda considerazione giuridica (comunque da verificare con gli esperti in materia che invito a partecipare alla discussione) ci conforta in questo frangente: il provvedimento di delega al Commissario, con l'art. 8 elenca le disposizioni di legge nazionali e regionali nonché di regolamento, cui il Commissario delegato può derogare coi suoi provvedimenti. Ho trovato che
"La possibilità di deroga delle leggi regionali sembra configurare, però, certamente una indebita ingerenza nel potere legislativo della Regione del Veneto che, a seguito della modifca dell'art. 117 Cost. non è più vincolata, nelle sue norme, agli indirizzi che in precedenza conferiva lo stato con le leggi quadro" ( R.Siviero, in Jus maris - Il diritto del mare), anche se ha ottenuto l'intesa sottoscritta dal Presidente della Regione.
Naturalmente la prima cosa che mi viene da pensare alle procedure urbanistiche delle quali la Regione potrebbe chiedere il rispetto egli iter.
Queste considerazioni vanno aggiunte alle altre per costituire un dossier che aiuti la gente a capire come per ragioni sacrosante (ridurre il moto ondoso a Venezia) se ne approfittano i soliti furbastri che vedono riconosciute (con la bacchetta magica) in termini edilizi/urbanistici 30.000 mc di attività commerciali in fregio al parco, spettacolare vetrina.
Naturalmente potrà costitutire la base di documentazione per valutare fra associazioni e altri portatori di interessi collettivi l'opportunità di promuovere un ricorso amministrrativo.
Un saluto. Pino Sartori

Gino Berro - 08/08/2006 19:24
Trovo assai condivisibili molte delle osservazioni presentate nei post che mi precedono, in particolare le richieste di precisazioni di Paolo Cuman e l'assunto di Matteo Pandolfo sul "voler fare male...anzi il peggio possibile".
Avendo seguito dall'inizio le azioni che hanno portato alla nascita del parco, fin dal sorgere delle prime idee sull'utilizzo della penisola di San Giuliano (se non altro per la frequentazione e l'attività dei miei genitori assieme a Gaetano Zorzetto), trovo il voler cambiare il master plan approvato, che dona a Mestre un compiuto accesso alla laguna, un imperdonabile errore (di valenza anche o forse soprattutto simbolica).
Alle domande di Cuman mi permetto inoltre di aggiungerne un'altra. Le aree interessate dall’ordinanza in discussione devono ancora essere caratterizzate ambientalmente (i carotaggi sono già previsti dalla delibera di Giunta Comunale del 28.02.2005 a titolo “Elenco degli interventi di messa in sicurezza di emergenza, caratterizzazione, bonifica dei suoli e monitoraggio delle falde per l’ultilizzo delle risorse finanziarie assegnate al Comune di Venezia dalla Regione del Veneto con D.G. n. 4583 del 29.12.2004?).
E se i terreni risultassero inquinati, anche solo lievemente come quelli dell’area su cui dovrà sorgere il polo di Punta San Giuliano (che sta aspettando l’apertura dei cantieri per la bonifica preliminare alla costruzione del centro nautico)?
Chi si accollerà le spese di bonifica (non bruscolini, di solito…), i privati?
E per quelle di caratterizzazione (sperando di trovare tutto pulito), il Comune di Venezia si rivarrà poi sui privati che dovrebbero insediarsi?
Ma dopo le notizie di questi giorni, sembra non si possa ne' discutere ne' domandar spiegazioni a nessuno. Siamo ridotti così...
paolo cuman - 07/08/2006 08:22
La prima cosa che salta agli occhi sono i modi, i tempi, con i quali questo progetto è stato presentato, anzi “approvato”, mi spiace doverlo dire, sia agli gli operatori del consorzio, sia al Vicesindaco, sono tempi e modi scorretti, per non dire sospetti.
Fine luglio, tempo di ferie, scadenza del mandato di commissario, ecc, ecc, scorretti e sospetti ripeto, e poi quale piano? solo oggi ho visto qualche disegno, qualche schizzo sul vostro giornale, nulla che consenta di dare un serio e ponderato parere, ma pareri titolati e non, sono piovuti a scrosci come le piogge recenti.
Il dato mancante è conoscere il progetto, poterlo confrontare con la situazione esistente e quella futura (completamento del parco), ma a quanto leggo tutto sembra già deciso e approvato, non ci resta che leggere l’idilliaca descrizione che viene fatta da chi ne diventerà l’utilizzatore, e avendolo finanziato ne sfrutterà i vantaggi, e confrontarle questa immagine con le catastrofiche previsioni di chi questo progetto invece osteggia.
Oppure c’è ancora tempo? posso ancora, da cittadino, da socio della Canottieri Mestre, da istruttore di decine di giovani studenti che da anni inizio alla pratica delle barche a remi, fare qualche domanda?
La prima è che valore abbia l’affermazione che il movimento della barche da carico sarà “prevalentemente” svolto di prima mattina, e poi cosa si intende per prima mattina? Le 06.00, le 10.00? o le 12.00 o oltre, fino a che ora i Burci potranno svolgere il loro lavoro? e questa è una promessa? Un impegno? O una regola inderogabile? A seconda di come si risponda a questo quesito le cose cambiano e di molto
Nell’articolo si parla prevalentemente di trasporti, di Burci (per capirsi io credo che il Burcio come barca tradizionale e rappresentativa della storia Veneziana abbia poco da invidiare alla blasonata Gongola), e fino a qui la cosa potrebbe anche starci, ma a me risulta che nell’area esistono e operano anche attività cantieristiche, ho almeno ne è certo il mio olfatto che si ritrova spesso sfavorevolmente colpito dagli odori che la lavorazione della vetroresina emette, parlo solo di odori perché non ho la competenza tecnica per definirli in altre maniere, e se non sbaglio si vernicia, e anche qui le emissioni liquide e gassose non scherzano, ma nella zona in questione ho visto anche “Sabbiare” e per chi non sappia di cosa parlo la “sabbiatura” è un procedimento che asporta da superfici varie, nel nostro caso, carene e lamiere di imbarcazioni, ogni residuo sgradito (ruggine, ecc) il procedimento consiste nel tempestare il manufatto in lavorazione con sabbia finissima espulsa da una lancia ad altissima pressione, tanto per essere più chiari l’operatore ha nel proprio corredo maschera e cappuccio con tanto di alimentazione d’aria, o più prudentemente è vestito con uno scafandro protettivo simile a quello dei palombari.
Visto che nell’intervista su questi argomenti si è tranquillamente glissato, vado a chiedere se queste lavorazioni sono previste in questo Benemerito Progetto o saranno allontanate? e se non saranno allontanate, quali sistemi di abbattimento saranno imposto a tali operatori?
Concludo con una nota di rammarico, perché mentre vedo che mentre gli operatori economici di San Giuliano hanno saputo Consorziarsi, produrre un progetto e trovare “sponde” politiche per tutelare i loro interessi, non altrettanto hanno saputo fare le Società Sportive di Punta San Giuliano capaci solo di produrre un’associazione con uno statuto talmente macchinoso da essere nella pratica inapplicabile, vedi l’ultima assemblea del Polo Nautico che non descrivo per carità di Patria .
Credo che questo progetto nasca anche perché chi vi si potrebbe opporre è debole e patologicamente diviso, la presenza nell’area di un’unica Società Sportiva, grande e forte, capace di sviluppare prospettive anche economicamente produttive, una Società in grado di essere un Soggetto attendibile per confrontarsi con le istituzioni, avrebbe fermato sul nascere progetti come questo e altri più o meno devastanti di questo che temo lo seguiranno a breve.


Paolo cuman
Torno sull’argomento san Giuliano perché a mio avviso a quelli che voi chiamate per comodità “Trasportatori” sono state poste poche domande, e si sono ottenute ovviamente poche risposte.
· La prima domanda su cui sarebbe interessate avere una risposta è l’elenco delle aziende facenti parte del consorzio, e l’attività attualmente da loro svolte
· Sono previsti allargamenti del progetto? o il progetto è “chiuso” e non espandibile
· Sono previste attività cantieristiche e di produzione o no? ovverosia attività non di sola movimentazione merci potranno far parte del progetto, e se si con quali vincoli e quali limiti
· In futuro le cosiddette “cavane” potrebbero essere cedute ad altri operatori, vi saranno vincoli d’uso? O chi acquisterà potrà svolgere attività diverse da quelle che ora vengono ritenute “compatibili” con il Parco?
· Gli orari dei trasporti saranno effettivamente regolamentati, o saranno lasciati alla libera discrezione delle singole imprese? E questo eventuale regolamento fa parte integrante del progetto? Perché se non è così e inutile il continuo ribadire che i trasporti saranno effettuati solamente di prima mattina
· Per quante imbarcazioni è previsto lo stazionamento? e ancora sono previsti vincoli alla tipologia delle imbarcazione in uso? Per intenderci si useranno solo Burci o Topi o saranno ammesse anche imbarcazioni di diversa costruzione, e quale sarà la stazza massima consentita, e il carico massimo? Per intendersi una cosa è l’onda provocata da un Burcio o da un Topo correttamente caricato, un’altra cosa è quella provocata da una imbarcazione sovraccarica o da una imbarcazione con carena non adatta alla navigazione lagunare
· Da quanto si è scritto il “progetto” occuperebbe solo una zona limitata, liberando l’ultima parte della zona, il “progetto” prevede la sistemazione delle aree così abbandonate? o questo compito dovrebbe essere a carico del comune o altro ente? pubblico

PAOLO CUMAN

Paolo Lanapoppi - 05/08/2006 11:36
Mi associo del tutto alle considerazioni di Pino Sartori, sia per i modi in cui è stato operato il "blitz" del vicesindaco ("per evitare dibattito pubblico, partecipazione, e, io credo, anche indagini ficcanaso sui trascorsi legali o meno di tutte quelle situazioni edilizie/urbanistiche/concessorie"), sia per quanto riguarda il moto ondoso.
Aggiungo solo una considerazione: ma che fine sta facendo allora il Centro Interscambio Merci che deve sorgere al Tronchetto? A un incontro pubblico recente a San Leonardo ho sollevato la questione e il vicesindaco ha risposto con aria indignata che tutto stava procedendo molto celermente. Dubito molto che fosse vero; ma se vengono esclusi i trasportatori di San Giuliano (a detta loro il 30% delle merci quotidiane) si perdono gran parte dei vantaggi. Non capisco come si possa sostenere che spostare il punto di scambio cinque chilometri di laguna più indietro riduca il moto ondoso: ma non è ovvio che sono tante onde in più? E poi, la razionalizzazione dei percorsi resa possibile dal Centro Interscambio, dove va a finire?

L'amico Gianni Darai, che ho imparato a stimare in anni di battaglie comuni, questa volta si sbaglia: non si tratta di un "male minore" ma di una vera e propria catastrofe per San Giuniano e per il moto ondoso sia in laguna sia nei rii interni, dove si continuerà a portare la merce senza i criteri di razionalità tanto sbandierati da TRANSCARE al tempo di Costa. E che fine ha fatto il "bateon" di Crea?
Paolo Lanapoppi
Lorenzo Picunio - 03/08/2006 10:56
<b>Volantino dei Verdi e petizione su Punta San Giuliano</b>
Si può firmare la petizione inviando una mail a mandandone una a picunio@yahoo.it o a caesar2@libero.it
Ciao, Lorenzo

STOP AL CEMENTO SELVAGGIO
Il Comitato consultivo del Commissario straordinario al Moto Ondoso su proposta dello stesso Commissario (il vicesindaco Michele Vianello delegato dal sindaco), con un clamoroso blitz estivo, ha approvato un progetto che comporterebbe una modifica profonda del progetto originario del Parco di San Giuliano.
La strada che porta alla Punta di San Giuliano, destinata a divenire percorso pedonale naturalistico con annessa pista ciclabile, viene eliminata insieme a 7 ettari di aree verdi per far posto a 30 mila m³ di capannoni. E' prevista anche l'eliminazione di un bellissimo canneto lungo il canale di San Giuliano per far posto a darsene di carico e scarico merce.
Noi Verdi chiediamo che si faccia un deciso passo indietro e che rimanga fermo il progetto originario il quale prevede lo spostamento delle poche attività produttive esistenti verso Marghera o Tessera.
Il comportamento del Vicesindaco è da considerare inqualificabile, nel metodo e nella sostanza, vista la segretezza del progetto ed il suo fine: come se si avesse paura che esso non soddisfi alcun interesse pubblico...
Il Sindaco non deve assolutamente ratificare la scelta presa dal suo delegato: non si può scegliere sempre di sconfiggere le ragioni del territorio e del paesaggio a beneficio dell'interesse di pochi.
I Verdi dicono NO alle scelte frettolose, segrete e poco chiare!

GRUPPO CONSILIARE VERDI - CITTA' NUOVA
MUNICIPALITA' DI MESTRE – CARPENEDO 29.VII.2006
PETIZIONE PUBBLICA PER IL SINDACO IN QUALITA' DI
COMMISSARIO STRAORDINARIO AL MOTO ONDOSO DELLA CITTA'DI VENEZIA

I seguenti cittadini con la loro firma volontaria accompagnata dai dati personali esprimono la volontà di bloccare il procedimento iniziato dal Vicesindaco avente come scopo una variante urbanistica al Parco di San Giuliano: essa prevede che la strada che porta alla Punta di San Giuliano, destinata a divenire percorso pedonale naturalistico con annessa pista ciclabile, venga eliminata insieme a 7 ettari di aree verdi per far posto a 30 mila m³ di capannoni.
Essi chiedono al Sindaco nella sua veste di Commissario straordinario al Moto Ondoso di non firmare l'ordinanza in questione ed anzi di continuare nella politica di una sempre miglior tutela del territorio.
NOME E COGNOME INDIRIZZO FIRMA

1  2  3  4 
Commenti Inseriti:34