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Aspetti positivi dell'istituzione del Parco


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Daniele - WWF Venezia - 09/12/2007 00:38
Condivido il tuo intervento sulla questione, ma ti suggerisco, la prossima volta, di fare interventi un po più concisi.
saranno sicuramente più piacevoli a leggere e più comprensibili a chi, al di fuori degli addetti ai lavori, si accosta a questo argomento.

Zanchettin Daniele
Responsabile WWF Venezia
La Salsola - 07/12/2007 10:35
Non c' é proposta statale o regionale di fondare un parco o una riserva che non susciti l'opposizione della gente, astutamente sobillata dai demagoghi, e ogni partito politico é attraversato dall' incertezza. Come Gargantua, quando sua moglie morì nel dare alla luce il florido Pantagruele, rimase a lungo pensosamente incerto se disperarsi per il grave lutto o esultare per il lieto evento, i partiti non sanno ancora se proteggere la natura porti voti o li faccia perdere".
Mi piace ricordare questa frase di Cederna dopo aver letto la lettera del sig. Davide Tagliapietra [La Nuova Venezia , 24 novembre] per significare che ancora la proposta di un' area naturale protetta in laguna di Venezia sembra essere una questione di sicurezza nazionale o di vita e di morte delle "uniche" categorie di utilizzatori dell'ambiente lagunare (pescatori e cacciatori) a detta del Consigliere della Municipalità di Venezia. Il Tagliapietra (che raccoglie i voti fra Murano e Burano) - novello Berlusconide - non vuole la legge per il parco perchè lede la "libertà" delle suddette categorie. Non osa però chiedersi a cosa serve lo strumento del parco eppur, contraddicendosi, invoca la creazione di un'altra autorità che coordini e agisca in nome di un bene superiore che è la laguna, ammettendo che questa è una necessità. Quanto alle responsabilità dei danni ambientali sicuramente le categorie citate non sono responsabili di tutti i danni perpetrati all'ambiente lagunare, ma certo non sono nella posizione di scagliare la prima pietra. Ciò nonostante la lettera ha di positivo che alimenta un dibattito necessario che va esteso fra tutti i cittadini e non solo fra i pescatori e i cacciatori che non detengono nessun diritto di prelazione su un "bene comune" quale la laguna; secondariamente, ma non per importanza, perchè svela un altro pericolo nella proposta legislativa di una forza politica del Centro Destra regionale che va sotto il nome di "Ecomuseo".
Infatti l'Ecomuseo viene spacciata come la soluzione delle necessità di tutela ambientale in alternativa a strumenti di consolidata efficacia funzionale e politica come le aree naturali protette. Facendo leva sulla multiformità delle valenze ambientali della laguna, dall'archeologia, alle singolarità naturalistiche della più vasta area umida del mediterraneo, dalla storia alle testimonianze artistiche racchiuse in uno scrigno ineguagliabile come Venezia, alle tradizionali attività economiche e culturali coma la pesca, la cantieristica minore, ecc., la proposta di Ecomuseo é di fatto un contenitore giuridico vuoto, uno strumento di tutela spuntato, un abito nuovo fatto su misura di "un soggetto no profit al quale dovrebbe essere affidata la gestione dell'ecomuseo" (Roberto Russo il Gazzettino, 22.9.2007) con il compito di mettere in rete associazioni ed enti locali. In altre parole l'Ecomuseo come surrogato di un processo partecipativo delle comunità locali che - invece - non possono essere estromesse da una decisione così rilevante. Perché qualcuno spinge su questa proposta? E' presto detto: collocandosi al di fuori di una normativa quadro sia regionale che nazionale, lascia intoccati gli interessi di alcune categorie di persone (professionali e non) che sono origine delle alterazioni ambientali (moto ondoso, pesca abusiva, caccia di frodo, la nautica da diporto a motore, ecc.) che stanno distruggendo proprio le componenti vitali di quelle che Egnazio considerava le mura (la laguna) di Venezia. Con sua buona pace. Occorre invece ricercare il consenso della gente su proposte legislative coerenti con la normativa regionale, nazionale ed europea, purché abbiano come fine primo la tutela dell'ambiente e secondariamente cerchino quelle condizioni di compatibilità con la presenza dell'uomo che, senza timore di smentita, é stato la causa del degrado ambientale ed anche economico della laguna stessa. Un unico e semplice esempio: la scomparsa della pesca tradizionale in laguna é stata determinata dalle condizioni antropiche di ipersfruttamento, di inquinamento organico e chimico delle acque, e di introduzioni di specie estranee alle componenti ecosistemiche lagunari: insomma di cattiva gestione dell'ambiente!
La proposta di parco lagunare (realizzata magari per gradi e tappe successive con la partecipazione della gente) ha un preciso percorso istituzionale alla luce del sole, in modo tale che le ragioni di tutti siano espresse, ma che infine le decisioni della maggioranza della comunità cittadina siano assunte inequivocabilmente. A sostegno della proposta di parco si sono mossi migliaia di cittadini che hanno sottoscritto (10.000 firmatari) una proposta di legge regionale che però abili politici, hanno furbescamente ostacolato facendola decadere nel percorso di discussione in Consiglio regionale. Ma la ventata di nuova partecipazione politica come quella che dal basso ha sancito la nascita del Partito Democratico, conferma che la gente vuole una forte responsabilizzazione nella gestione dei beni comuni, e la laguna è uno di questi. Per cui si devono considerare con favore gli incontri di divulgazione, promozione e sensibilizzazione sulle tematiche ambientali lagunari fatti dall' "Istituzione parco della laguna"; anzi in quelle sedi si rivendica una gestione unitaria del bacino lagunare nel senso completo di conservazione storico-ambientale e sociale della laguna di Venezia quale prospettiva per garantire uno sviluppo sostenibile delle popolazioni che vivono con e nella laguna, avvertendo che nuove forme di utilizzo come il turismo naturalistico sono una risorsa attuale e concreta che possono dar da vivere a chi non vuole staccarsi dal proprio ambiente di vita. Mentre chi continua ad ostacolare quel processo indispensabile di mettere al riparo almeno quelle parti di ambiente naturale necessarie per la ricostruzione della laguna danneggiata e violata, si assume la responsabilità di sabotare un futuro ecologicamente compatibile ed economicamente possibile! Da queste aree protette, scrigni di biodiversità, le specie animali e vegetali possono ricolonizzare il territorio che le ha estromesse e distrutte! "E del resto, a cosa servono i castori vivi?, chiese una volta una signora impellicciata a un naturalista. E la risposta fu: "A niente, come Mozart." Così sottolineava la stupidità Antonio Cederna! Giuseppe Sartori Vicepresidente de La Salsola - Gruppo per la salvaguardia dell'ambiente- Campalto
Maria - 26/07/2007 11:24
La creazione e la gestione di un Parco porta sempre con se una serie di problemi legati ad aspetti conflittuali (quando si parla di Parco si pensa subito a tutta una serie di vincoli che esso comporta), ma può rappresentare un’occasione per raggiungere una gestione unitaria e coerente con i principali obbiettivi di salvaguardia della Laguna di Venezia nell’ottica dello sviluppo sostenibile. Esiste infatti una certa frammentarietà nella gestione della Laguna di Venezia e ritengo che la creazione di un Parco Nazionale possa rappresentare un’occasione per cominciare a gestire in maniera unitaria e coerente i principali aspetti problematici, cercando di soddisfare le diverse esigenze economiche, sociali e di tutela ambientale tramite strategie mirate. Queste strategie a mio avviso devono derivare da un costante processo di partecipazione e coinvolgimento di tutte le comunità locali, diffondendo maggiormente una cultura della Laguna senza la quale mancherebbe una reale consapevolezza di quello che significa l’ecosistema lagunare per Venezia, le sue isole, i suoi litorali e l’intero territorio legato a questo ambiente.
Gianni Darai - 05/07/2007 17:28
Non ritengo il commento di lagunanera come un aspetto negativo in quanto tutti coloro che amano la laguna ed il suo ambiente sono del parere che vada tutelata e che tutto quello che si fa sia sostenibile e compatibile.
Il dubbio che l'istituzione di un parco possa ingessare e privare ai "veneziani"il suo utilizzo non può non passare per la testa.Quindi sì al parco ma solo se si intende una forma di protezione dalle "rapine" e dagli scempi sin qui perpetrati (vedi scavi selvaggi, vedi pesca distruttiva, vedi inquinamenti,ecc.ecc.), no ad un altro carrozzone succhiasoldi per i soliti raccomandati di turno.
Lorenzo Picunio - 03/07/2007 23:22
Mi apre un'ottima idea, &egrave; necessario un progetto d'insiene per la tutela dell'area naturale, la sostenibilit&agrave; ecologica e per la compatibilit&agrave; economica.
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